04 gennaio 2017

Il 2016 non ha fatto così schifo (per l'indie italiano)

L’incipit di questo articolo probabilmente sarà la fotocopia di quello di molti altri, ma del resto è inevitabile visto che si tratta di una sorta di bilancio dell’anno appena trascorso. Se il 2016 in generale è stato un anno paradossale, con colpi scena incredibili alla Game Of Thrones (senza però schermi neri su cui veder riflessa la propria espressione shoccata poiché purtroppo si tratta della vita reale), restringendo il campo alla musica il primo e unico aggettivo che viene in mente è “funesto”. David Bowie, Prince, Leonard Cohen, Sharon Jones, Paul Kantner, Glenn Frey e George Michael, che ci ha lasciato giusto qualche ora prima che queste righe fossero scritte, quasi  a voler essere l’ennesimo plot twist.

Superata la stretta allo stomaco nel rileggere questi nomi, restringiamo il campo e giungiamo a considerazioni sulla musica indie. Oltremanica e oltreoceano, il 2016 non è stato un anno particolarmente degno di nota: poche sorprese e diverse conferme, molte provenienti da quegli artisti che nel 2013 avevano saputo sorprenderci con i loro album di debutto. La musica indipendente italiana invece, quest’anno più che mai, ha saputo regalare delle belle sorprese, non solo proponendo delle novità dal punto di vista artistico ma andando anche ad inserirsi in dinamiche del mondo della musica più mainstream che fino ad allora le erano estranee.

Non stiamo parlando di aria fritta: se fosse così non vi trovereste ad avere la nausea di Completamente che passa in radio più o meno con la stessa frequenza di Tiziano Ferro o di Shawn Mendes, e non avreste messo “mi interessa” su Facebook al concertone della band di Paradiso al forum di Assago. Tuttalpiù, guardando le classifiche di vendite e quelle degli album migliori dell’anno, si trovano qua e là piccole nuove sorprese della scena indipendente nostrana e ci si sente fieri del fatto che l’artista che tre mesi prima abbiamo visto in un circolo arci da 100 persone ora sia in classifica cercando di spodestare coloro che nel mondo del mainstream ci sono nati (cantanti provenienti dai talent ad esempio) o che lo dominano da decenni.

Benché questi possano sembrare luoghi comuni o argomenti già discussi, cercheremo qui di seguito di capire i segreti di queste rivelazioni del 2016 e, con Paolo Fox come spirito guida, cercheremo di capire quale direzione i suddetti artisti potrebbero seguire nell’anno venturo.

Le sorprese

Calcutta 

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Edoardo D’Erme è un pò come la Coca Cola: non se ne ha mai abbastanza, e in più ha una ricetta che funziona alla grande della quale si vorrebbe rubare l’ingrediente segreto per copiarne il successo. La verità è che forse questo ingrediente non lo conosce nemmeno lui, ed è proprio grazie a questa sua innocente inconsapevolezza che forse continua a cavalcare l’onda da ormai più di un anno con un disco di 27 minuti e uno stile comunicativo fuori dal comune.

Oroscopo (LOL): A dicembre 2016, un anno esatto dopo la pubblicazione di Mainstream, nelle Ultime Date Di (tutte sold out e piene di belle sorprese) le folle cantano ancora a squarciagola ogni canzone del suddetto album, ignorando quasi completamente i lavori precedenti del giovane cantautore di Latina. Perché? Boh. Certo è che ora la pressione per un degno successore di questo disco è tanta, e se ne uscisse una copia a noi andrebbe anche bene. Il talento di Calcutta è vero, così come è vera la sua imprevedibilità che, combinata con il suo marchio ormai inconfondibile, saprà regalarci nuove sorprese nei mesi a venire.

Thegiornalisti 

Il 2016 nella musica ha regalato poche gioie, ma Tommy Paradiso si è messo in fila due volte e ha fatto il bis. Che ci piaccia o no, il 2016 è stato l’anno della band romana, che con Completamente Sold Out sembra aver trovato la ricetta del successo calcando le orme dei testi alla Vasco Rossi / Venditti e riciclando in maniera massiccia i synth. Perché con i synth la melodia è più orecchiabile e ballabile, figuriamoci poi se le canzoni parlano di amori con un retrogusto nostalgico e dolceamaro (..per non parlare dell’uso delle note vocali di WhatsApp, una trovata tanto stupida quanto geniale).

Oroscopo: Dopo un disco piazzatosi ai vertici delle classifiche e un tour completamente sold out, la band si prepara a tornare a maggio per due date evento al Palalottomatica di Roma e al Forum di Assago. Le aspettative per i due concerti sono altissime e in palio c’è la consacrazione definitiva della band, che dovrà dimostrare di saper andar oltre l’aurea da poeta/divo maledetto un pò sfigato costruita attorno a Paradiso, che dovrà perfezionare le imperfezioni. Nel frattempo la strada rimane comunque spianata: i Thegiornalisti saranno in giro per un bel pò e nell’anno a venire dovranno riflettere bene su quale sentiero continuare.. anche se l’impressione è che continueremo a sentirli alla radio.

Ex-Otago

A voi la scelta

I giovani d’oggi non valgono un cazzo” …i miei genitori si sono ricreduti dopo aver subito l’ascolto (ora divenuto volontario) di Marassi, il nuovo album della band genovese uscito lo scorso ottobre. Bravi, belli e simpatici (per davvero, non solo sui social), gli Otaghi sono ormai al loro quinto album, il primo ad avere avuto un ottimo riscontro al di fuori della nicchia. Marassi è un disco che sa un pò di Genova, un pò di Jovanotti, un pò di synth anni ’80 (che sembrano essere ormai diventati la porta d’ingresso alle classifiche e all’airplay radiofonico), il tutto condito con ritornelli semplici e incisivi in canzoni che nei loro versi rivelano bellezze nascoste.

Oroscopo: Gli Ex-Otago sono ancora impegnati in un tour stacanovista che ha registrato moltissimi sold out, accompagnati da fan vecchi e nuovi che cantano e ballano su ogni nota di hit vecchie e nuove, come Figli degli Hamburger, Costa Rica e il singolo più recente Quando Sono Con Te. Il 2017 si preannuncia un anno ricco all’insegna dei live, che li porterà a conquistare pubblici sempre più ampi sulle note di un disco che sa di mare, un disco uscito in autunno che nei suoi ritmi e nei suoi sapori non può non funzionare nella primavera e nell’estate a venire.

Motta

Me lo ricordavo più alto e magro

La Fine Dei Vent’anni, primo disco da solista del cantautore livornese, è stato eletto dal popolo di internet (fatto di fan, pseudo critici musicali e di un contorno di hype facilmente costruibile) uno dei migliori dischi dell’anno. Basta un ascolto o un concerto per rendersi conto però che quella che circonda Motta non è un’evanescente aurea di hype ingiustificato bensì un’aurea di talento autentico; l’album si è infatti aggiudicato il premio Tenco come “Miglior Opera Prima”.

Oroscopo: Canzoni dirette, oneste, concrete, a volte spigolose ma sempre cantate in uno stile unico e facilmente riconoscibile che fa ben sperare che Motta diventi il capostipite di una nuova generazione di cantautori italiani a cui bastano una chitarra e delle parole per arrivare al cuore. Sei Bella Davvero è ormai un inno immancabile nelle playlist indie, ma per saper apprezzare davvero Motta bisogna scavare nel disco per intero - e soprattutto, vederlo cantare su un palco. Nel 2017 Motta continuerà a girare per l’Italia e chissà che non ci sorprenda già con qualche inedito.

Cosmo 

Marco Jacopo Bianchi aka Cosmo non ha certo iniziato a fare musica ieri, ma è con L’Ultima Festa che ha raggiunto la maturità e con cui ha trovato la propria voce e la propria firma stilistica. Pop e elettronica a cui si accompagnano testi della quotidianità, la quotidianità dei giovani e di tutto quello che ci sta dentro, dalle droghe, alla noia, ai sogni. Un artista pieno di sorprese, il cui lavoro può essere riassunto in modo particolare nel suo brano più famoso, Le Voci: prevedibilità nei testi e imprevedibilità nei suoni, tutto è aperto alla sperimentazione, come è giusto che sia nell’elettronica.

Oroscopo: Chi suona a Capodanno (e a Natale!) suona tutto l’anno. Cosmo è in tour: locali piccoli, medi, grossi, d’estate e d’inverno, potreste ritrovarvelo dietro casa. Portateci gli amici e preparatevi a cantare e a ballare, perché nella musica di Cosmo nessuno dei due elementi viene messo in secondo piano. E il fatto che questa sia ormai la sua firma fa ben sperare in un fratello gemello de L’Ultima Festa, anche se la strada di un sound più sperimentale non può essere esclusa.

Le conferme 

(quelli che ormai viaggiano tranquilli a 100 km/h sulla corsia riservata)

Zen Circus - incoronati re del rock indipendente italiano con il loro nono album, La Terza Guerra Mondiale

I Cani - incoronati re del pop indipendente italiano con Aurora 

Altre sorprese (to be continued in 2017)

Pop X 

Rara foto di Pop X. La nudità c'è sempre Rara foto di Pop X.
La nudità c'è sempre
Rara foto di Pop X.La nudità c'è sempre

Sul fenomeno Pop X si potrebbero avviare dibattiti filosofici infiniti, ma in questa sede ci limiteremo a constatare di come sia senza dubbio una delle novità più interessanti del panorama musicale italiano. Lesbianitj, il nuovo album del progetto musicale trentino di Davide Panizza, è irriverente, a tratti osceno, ma dannatamente orecchiabile e con una produzione impeccabile. Un odi et amo costante, un disco che si ascolta in segreto, anche se da un lato si agogna quel momento in cui si avrà il coraggio di ascoltarlo a tutto volume in casa solo per vedere la reazione dei genitori. Un amore clandestino insomma, che forse non arriverà mai nelle classifiche ma che si è già creato una propria schiera di adepti nel sottosuolo. Quello di Pop X è un progetto ampio, che va oltre la musica e che comprende un immaginario visivo e comunicativo fuori dal comune (basta guardare un video o leggere un’intervista per capire).

Oroscopo: Nel 2017 Pop X continuerà la perlustrazione dei locali in giro per l’Italia per far conoscere Lesbianitj, e con essa continuerà a cavalcare la cresta dell’onda con molti sold out e a tormentare anime che in segreto canticchiano Frocidellanike o Secchio. Starà a Panizza e company dimostrare che non è solo hype ingiustificato, e noi ci auguriamo che non se ne stiano all’ombra di un’immagine provocatoria che si sono creati e che alla lunga, se gestita male, può risultare stucchevole.

Wrongonyou

Marco Zitelli, in arte Wrongonyou, è l’artista italiano meno italiano in assoluto. Il giovane artista romano potrebbe benissimo essere nato a Nashville, se non fosse per la lingua in cui canta (che sia un misto tra inglese e dialetto romano?). Ma la pronuncia poco importa quando è la musica a parlare, e la voce di Wrongonyou viene trasportata dai suoni folk, a tratti più pop e elettronici, che lo rendono un artista perfetto per il mercato estero. L’EP d’esordio The Mountain Man rinforza questa immagine di ragazzo della porta accanto con in braccio una chitarra e alle spalle i boschi dei monti Appalachi.

Oroscopo: Oltre al successo in Italia, senza dubbio la direzione di un artista del genere è l’estero, soprattutto all’interno del quadro dei festival. Sziget? Speriamo. Ma non sul palco riservato agli italiani.

Gazzelle 

Gazzelle è un progetto su cui ancora si sa poco ma di cui è stata data una (auto)definizione: sexy pop. Un paio di foto sfuocate, un contratto con Machete Dischi, un brano solo, Quella Te, che alle prime note ricorda Calcutta e che funziona alla grande.

Oroscopo: Il 2017 svelerà più dettagli riguardo questo nuovo progetto di cantautorato pop nostrano. Un intero disco à la Calcutta? o semplicemente solo un singolo che richiama qualcosa di già sentito per fare da traino poi ad un disco che si muoverà su più fronti a livello di genere? Chi lo sa. Quel che è certo è che sarà il popolo di internet a deciderne la sorte, scegliendo in quale misura lasciarsi trasportare dall’hype generale.

Se siete arrivati in fondo all’articolo, complimenti! Purtroppo non avete vinto niente, solo un piacevole reminder di come in fondo, nella musica, il 2016 non ha fatto così schifo (ora, non mettete sullo stesso piano un possibile nuovo album di Leonard Cohen con Completamente Sold Out…)

Quella qui sopra è una lista stilata in base alla percezione generale e all’andamento del mercato discografico e di tutto ciò che ruota attorno ad esso. I gusti son gusti, ma in generale il 2016 ha portato una ventata di novità e di successi nella musica indipendente italiana, e speriamo che il 2017 continui su questa scia. Vi fanno schifo i synth? Tutte formule riciclate? Testi banali? l’indie non esiste più? …come recita Woody Allen in un suo celebre film, basta che funzioni.