26 dicembre 2017

Il coraggio di Manuel Agnelli a X Factor 11

Solo pochi possono giurare di aver seguito X Factor dagli albori: conduceva Dj Francesco, era il 2008 e i provini si svolgevano in uno stanzino di 10 metri quadrati. Sembra quasi impossibile pensare che da quello stanzino si sia arrivati a ciò che abbiamo visto in questi ultimi tre mesi.

Ho sempre considerato le scorse edizioni come degli show piatti e con poca originalità; dominati solamente dal tipico schema dei talent italiani. Questa edizione di X Factor per me, e per altri, è stata diversa sotto tutti gli aspetti. É stata una stagione ricca di novità, quest’ultime infatti, sono riuscite a capovolgere l’etichetta che il programma aveva già da diversi anni: mainstream.

Credo che l’unico motivo che, puntata dopo puntata, mi ha permesso di arrivare fino alla fine, sia stato proprio Manuel Agnelli, che nel mio podio ideale di questa edizione si aggiudica il primo posto.

Manuel, per prima cosa, si è dimostrato come un Musicista con la M maiuscola, assegnando canzoni che andavano ben oltre il suo gusto musicale e oltre quello dell’italiano medio.

Secondo molti è stato il giudice che ha assegnato ai propri concorrenti le canzoni più adatte e azzeccate ed inoltre, proprio grazie a queste, è riuscito a far portare in un talent italiano brani di artisti che la televisione non aveva mai nemmeno sentito nominare.

Ma andiamo con ordine.

Prima puntata di audizioni: si presentano i Måneskin che nel corso dei live sono stati ripetutamente definiti come la rivelazione di questa edizione e gli unici a reggere il confronto con le canzoni che gli venivano assegnate, rendendo le loro cover più belle delle originali. L’età media del gruppo è 17 anni, in poche parole potrebbero essere i nostri figli. Quindi ragazze attente perché potreste rischiare la denuncia!

I Måneskin sono una tempesta di entusiasmo, creatività e carisma, caratteristiche che si possono ben ricondurre al loro front man, Damiano, bello e dannato, che oltre alla popolarità grazie alla band, si è aggiudicato il titolo di più citato su Twitter, definito più volte come il nuovo sex symbol della musica italiana.

Il loro inedito Chosen è disco d’oro e rappresenta l’essenza della band, che nel corso di tutto X Factor 11 sono riusciti a toccare decine di generi musicali, dal raggae, passando per il punk, il funky fino ad arrivare al rock, tramite le assegnazioni azzeccate del loro giudice: Madcon, The Struts, Franz Ferdinand, The Killers e Ghemon.

I Måneskin hanno raggiunto l’apice della trasgressione con l’esibizione di Kiss This, in cui Damiano si è presentato in tacchi a spillo, mezzo nudo (penso che nessuna ragazza al mondo abbia avuto qualcosa da ridire) e avvinghiato ad un palo da lap dance, mostrando al piccolo schermo il suo tatuaggio sulla chiappa con la scritta dell’omonimo titolo della canzone. Ci è piaciuto perché ci ha ricordato Frank-N-Furter in Rocky Horror Picture Show e perché a questa esagerazione non era pronto nessuno, ma come ha detto spesso Manuel, io mi sento in dovere di ringraziare la band a nome del popolo italiano per essere stati sobri come al solito.

Secondi classificati, a parer mio, sono i social, protagonisti indiscussi di questa undicesima edizione: da Twitter a Instagram, passando per Facebook. Il pubblico ha utilizzato il web come mezzo per esprimere il suo parere, che sia positivo o negativo.

 

Il terzo posto del mio podio personale se lo aggiudicano i Ros, che non riescono ad accedere alla finale, concludendo un lungo percorso carico di soddisfazioni, avendo coinvolto migliaia di persone, nel bene e nel male. La band originaria della Valdichiana ha conquistato Agnelli durante i provini, i Bootcamp e gli Home Visit. Hanno dimostrato un percorso di crescita musicale maggiore rispetto agli altri concorrenti e la semifinale per loro sembrava un obiettivo assai lontano fin da subito, a causa delle numerose critiche nate sui social, tra le quinte e nel tavolo dei giudici. La Maionchi li ha definiti noiosi, mentre Levante avrebbe voluto sentirli cantare un po’ di più e urlare un po’ di meno. Agnelli ha risposto all’attacco della cantante siciliana sottolineando il fatto che quello dei Ros è cantare.

Il merito va alla loro energia e, probabilmente, alle assegnazioni di Manuel, grazie alle quali sono riusciti sia a presentare il loro inedito Rumore, sia a proseguire nel percorso per altre due puntate. “Rumore” è stato registrato nella sala prove della produzione di X Factor, lavorando perfino con Tommaso Colliva, produttore dei Muse e candidato ai Grammy Awards nel 2013. Grazie ai Ros il talent italiano può dire di aver arricchito il proprio patrimonio musicale, la band, infatti ha proposto i Muse, i Royal Blood, i Rage Against the Machine, Arctic Monkeys, The Kills e i Blur. Questi brani, spesso molto difficili, hanno permesso di far emergere la crescita vocale e musicale di Camilla, Lorenzo e Kevin, rimanendo sempre coerenti con loro stessi e col genere punk rock. I Ros hanno collezionato numerosi consensi, ma come anche per Sam e Stenn, hanno spesso diviso i seguaci di X Factor.

La scelta di Manuel Agnelli di portare Sam & Stenn ai live è stata considerata come una delle più controverse della storia del talent show, soprattutto perché il frontman degli Afterhours li ha preferiti ad un altro duo talentuoso, gli The Heron Temple, durante gli Home Visit. Il duo tecno ha scatenato le critiche del pubblico fin dalla loro prima apparizione, ma il loro obiettivo di scuotere il pubblico e di far loro storcere il naso ha trovato risposta nei primi tre live, dove hanno raccolto molti consensi tramite, ancora una volta, le ottime assegnazioni di Manuel, che li ha resi da “spacciati” a “mediamente favoriti”, spaziando dai The Cure agli MGMT. Inevitabile però, è il fatto che il loro look ed il loro stile anni 80 abbiano raggiunto le opinioni positive del pubblico già dalle audizioni, dove si sono presentati con un costume giallo e rosso da benzinaio. Sam e Stenn ci hanno regalato delle ottime esibizioni, originali, inaspettate, innovative e soprattutto internazionali.

La finale di X Factor è stata inaspettata, perché zitto zitto, Lorenzo Licitra (o Enrico Licitra secondo Queen Mara) ha spodestato i favoriti Måneskin, stringendo a sé il premio firmato Zadig et Voltaire. La storia non ci è nuova, anzi, ci riconduce alla finale di X Factor IX dove Gio Sada arrivò al primo posto, costringendo gli Urban Strangers ad aggiudicarsi il secondo posto. Così il classico batte l’originalità, in una serata che considero la peggiore della stagione, in cui il limite tra X Factor e finale di Sanremo si è assottigliato a tal punto da farne una situazione uguale, oserei dire che mancava solo lo champagne o l’annuncio “dirige l’orchestra il maestro Beppe Vessicchio”. Probabilmente nel corso di questa stagione il pubblico non ha mai considerato i Måneskin come concorrenti, ma solo come ospiti fissi.

Come si può dedurre dalle mie considerazioni, l’X Factor in questa undicesima edizione del talent ce l’ha avuto solo una persona, anzi, mi sbilancerei dicendo che non ha ottenuto solo la mia X, ma si è aggiudicato tutte le lettere dell’alfabeto (citando Levante). Agnelli si è fatto odiare da molti, dal pubblico e dagli altri giudici, prendendosi anche un bel va**anc**lo da Fedez e numerosi attacchi da Mara. Nonostante questo ha continuato a dire la sua e a fare ciò che riteneva giusto, prendendo in considerazione le opinioni dei suoi ragazzi e le critiche degli altri al suo tavolo. Quindi di nuovo grazie Manuel, grazie perché è merito tuo e alle tue scelte se il talent italiano ha finalmente raggiunto un nuovo livello più maturo e preparato alla musica internazionale.

Mi sento di concludere ringraziando Luca Tommassini, il perché? Beh, perché sì.