03 aprile 2021

Musicofili parsimoniosi - coltivare la propria passione senza svuotare il portafoglio

Lo ammetto, je suis Zio Paperone: storco il naso ogni volta che leggo il prezzo di una nuova uscita discografica. La spesa folle di quest’anno, il cd de L’amore e la violenza dei Baustelle, è stata effettuata solo perché volevo il loro autografo. Non che mi sia pentita, anzi, è uno dei lavori più acclamati di questo 2017, ma essendo una studentessa universitaria, le tasse sono più urgenti dello svago. “Purtroppo” può succedere che nel bel mezzo di una sessione d’esami quel gruppo che non si fa vedere da ere geologiche decide di palesarsi con un disco e con un tour più eccentrici che mai. Che fare? Come comportarsi in maniera razionale?

Bisogna fare una cernita degli artisti: «è il concerto di cui veramente non posso fare a meno?» Se la risposta è sì, rechiamoci nel botteghino più vicino a casa nostra per acquistare un biglietto, risparmieremo dieci euro di spese di spedizione. La prevendita è di un prezzo inferiore se si acquista il biglietto in contanti o con il bancomat, mentre è maggiore con la carta di credito. Se si dovrà esibire un artista sconosciuto, è consigliabile l’acquisto il giorno stesso del concerto. Non fatevi prendere dal panico, a meno che non sia davvero il vostro gruppo del cuore per il quale avete messo da parte i soldi da anni.

«Magliette! Fascette!» è la litania durante le attese per l’apertura dei cancelli. Capita spesso di vedere qualcuno che cede e acquista a poco prezzo delle magliette orrende e non originali. Non si fa, meglio “regalare” dei soldi al vostro artista preferito che a degli imbroglioni! Il merchandising ufficiale viene venduto solo all’interno del luogo dell’evento; non tutta la mercanzia è cara, solitamente viene scontata di cinque euro rispetto alla stessa venduta online. Non c’è souvenir migliore della maglietta che ha stampate le date del tour, mentre il prodotto più economico ed utile è indubbiamente la borsa di tela. Ma se volete risparmiare a tutti i costi...ci sono i negozi di vestiti in franchising che vendono magliette più carine. Tranquilli, farete più bella figura di quelle persone che non sanno che quei rilievi dipinti sulla loro maglietta sono la copertina di Unknown Pleasures.

Fate come questo giovanotto, fan dei Vines.

Frase alquanto ricorrente è «Ma io voglio stare in prima fila perché voglio vederlo bene!». Lo sapete che in Italia sono ancora in voga le tessere dei fanclub ufficiali? Un artista italiano del momento che compone musica alquanto piacevole è Ermal Meta, che ha i propri fan racchiusi sotto il nome di “lupi”, molto attivi sui social, ma anche ricchi di idee per la realizzazione di flash mob emozionanti e coinvolgenti. Per far parte del branco, basta acquistare sul sito della Mescal (la casa discografica di Meta) una tesserina da dieci euro che permetterà di avere lo sconto sul merchandising ufficiale e di entrare prima dei “comuni mortali” ad ogni suo concerto.

Attenzione alle iniziative degli organizzatori dei concerti, ce ne sono state tante quest’estate:

  • early bird: la primissima prevendita di un biglietto a un prezzo vantaggioso, limitata dal tempo o da unità numeriche. Non tutti gli organizzatori la propongono: in Italia, c’è MailTicket;
  • 2nd & 3rd release: due scaglioni che fanno seguito all’early bird, con prezzi lievemente aumentati. Anticipano la vendita generale;
  • early entry: la possibilità di entrare almeno mezz’ora prima di chi ha acquistato un biglietto “normale” (meno caro);
  • lucky dip: liberamente tradotto in “busta a sorpresa”, questa formula è stata introdotta in Italia quest’anno a seguito delle numerose richieste per la tappa lucchese dei Rolling Stones. Su internet si è potuto acquistare una coppia di biglietti nominali per il settore “prato B” ad un prezzo scontato, ma il ritiro con carta di identità era il giorno del concerto presso le casse, dunque poco conveniente: ennesima pecca della serata. Si sappia che ad ogni Stato, l’organizzatore cambia le regole del lucky dip a suo piacimento (ad Amburgo alcune persone hanno ammirato gli Stones dal pit);
  • pit: spesso venduto ad un prezzo più alto del parterre (posti in piedi), il biglietto “pit” consiste nell’accedere alle prime file, stando protetti da eventuali calche (il pogo ci sarà lo stesso, ma si eviterà il disagio tipico dei posti centrali) in un recinto di transenne;
  • v.i.p. package: da veri nababbi, è un pacchetto che include delle comodità quali l’accesso anticipato alle prime file, un rinfresco prima del concerto, dei gadget o targhe realizzati come ricordo dell’evento, l’assistere alle prove, il meet and greet con l’artista. Più attività da svolgere, più denaro da versare: equazione che non tutti gli artisti amano fare. C’è ancora chi disprezza questa pratica e si affaccia gratuitamente a fine concerto per salutare i propri ammiratori. È lo spauracchio della sottoscritta, perché non vorrebbe che il suo artista preferito si abbassasse così tanto. L'anno scorso, «Rockol» ha delineato i particolari di questa nuova moda.

È il compleanno di un vostro amico ma siete al verde? Qualcuno dirà: «Comprare un cd è semplicissimo, basta andare in un negozio!». Sì, ma quale?

  • i megastore sono perfetti se l’album è in promozione;
  • i grandi negozi di elettrodomestici contengono al loro interno un reparto “musica” che spesso nasconde delle sorprese. Il mese scorso ho acquistato Uno! dei Green Day a tre euro...giusto, non può meritarsi di più, ma cinque anni fa costava 18 euro;
  • internet è un fedele amico, ma le spese di spedizione no: solo alcuni siti di e-commerce propongono la spedizione gratuita. È consigliabile l’acquisto dal sito ufficiale dell’artista solo se si vuole fare un bel regalo come l’edizione limitata di un album appena uscito;
  • l’edicola è la soluzione di chi abita in un paesino sperduto di poche migliaia di anime. Ogni semestre vengono pubblicate “a puntate” delle collane molto interessanti che talvolta costano meno del prodotto venduto online. Quest’inverno, la DeAgostini propone di riscaldarci con il Progressive Rock italiano, mentre «L’Espresso» con i Pink Floyd;
  • fare affari ai mercatini dell’usato si può, ma attenzione al numero di serie, quell’antico vinile potrebbe essere una ristampa. Prima di sborsare, aprite sempre la confezione per vedere se il disco è ammuffito o raschiato...fidarsi è bene, non fidarsi è meglio;
  • il piccolo negozio di dischi dell’ormai amico di città è sempre la scelta migliore. È lui la vera vittima del capitalismo.

Se il vostro amico ha già una collezione immensa di dischi, potreste regalargli delle tazze o delle spille. Il prodotto è ufficiale se ha stampato il marchio del copyright (la C cerchiata, per intenderci).

Nessuna delle opzioni proposte fa per voi? Bene, ora ci addentreremo nell’argomento “delinquenze e affini”. La nascita delle piattaforme di musica online ci ha dispensato dai lenti download illegali che spesso si rivelavano dei covi di virus. Queste ci permettono di avere gratuitamente “a portata di click” milioni di brani. Spesso criticate perché lente a trasferire i ricavi agli artisti, non sono un’alternativa vantaggiosa per gli artisti emergenti in quanto da ogni singolo ascolto si ricava meno di un centesimo di dollaro. Non resta che perdersi ogni giorno nei meandri di questi labirinti e dedicare almeno trenta secondi della propria vita ad ogni traccia preferita, piccolo intervallo di tempo utile per “dar da mangiare” ai propri artisti preferiti. Il mese scorso è uscito V degli Horrors e l’ho ascoltato così tante volte che forse il gruppo avrà ricavato un euro. Cifra irrisoria, ma non ci sono paragoni tra la comodità di ascoltare subito un brano e le lunghe attese del file sharing.

Corbelleria innocente è la duplicazione di un disco per fini personali. Senza usare perifrasi: gli album da masterizzare si possono trovare nelle mediateche o nelle sezioni delle biblioteche contenenti strumenti non cartacei. Il sito nazionale per la ricerca di materiale bibliotecario è opac.sbn.it. Per gioco, ho scoperto che cinque biblioteche rionali di Milano hanno il CD di AM, mentre la biblioteca Sala Borsa di Bologna ha tutti i loro album in formato CD, compreso il live all’Apollo. Tutta questa meraviglia è difficilmente reperibile per chi proviene come me nelle regioni più remote d’Italia; a questo punto è meglio l’attesa, anni affinché quel prezzo si abbassi, «pura perfidia», direte. No, non è solo questo, è anche fedeltà ad un gruppo che ai suoi albori era ignoto ai più (probabilmente ero l’unica della mia provincia che li ascoltava).

Chilometri e chilometri mi allontanano dalla biblioteca che contiene Favourite Worst Nightmare, album che ho acquistato quest’anno a soli dieci euro. Nel 2007 le vetrine dei negozi di dischi del mio capoluogo di regione erano costellate da Requiem, un must per ogni teenager. Lo comprai subito. Cos'è cambiato, oggi? Non ho mai visto i Verdena dal vivo (specifico: non per antipatia, ma perché era molto distante la location), mentre un quarto degli Arctic Monkeys sì. Ho preferito spendere i miei 35 euro per un biglietto che per due LP e tre EP. Non conta la velocità nell’acquistare, ma che prima o poi arrivi il momento in cui si possano ringraziare a proprio modo quei compagni indiretti della propria vita. Siate pure avari con il denaro, ma non con le passioni.