01 maggio 2018

Venyl: alla scoperta del mondo della musica analogica

Marghera senza fabriche saria più sana
'na jungla de panoce, pomodori e marijuana.

Così cantavano nel '91 i Pitura Freska, descrivendo in maniera sempre attuale Marghera, ossia la versione veneziana di quello che è per New York il Bronx.
Vi starete chiedendo cosa c'entri questo preambolo con il mondo dei vinili e non tarderò a rispondervi.
Dovete sapere che due volte all'anno, presso il centro sociale Rivolta -che si trova appunto a Marghera-, viene organizzata una delle mie fiere preferite: il Venyl, la fiera del disco. E sì, in quei due giorni su 365, Marghera mi appare un posto meraviglioso.
L'esposizione viene allestita all'interno del salone del centro sociale, che vi assicuro essere parecchio grande, almeno tanto da contenere 50 espositori con oltre 300 metri lineari di vinili, CD e DVD (come riportato nella pagina Facebook dell'evento).

Una volta entrato, vieni immediatamente investito da un polveroso odore di oggetti più vecchi di te misto a birra e accompagnato per tutta la permanenza lì dentro dalla musica scelta da uno dei DJ del giorno.
Il bello di una fiera del disco è di sicuro passare da un banchetto all'altro, senza meta, lasciandosi ispirare dai vari titoli riposti sugli scaffali e cercando di non perdere altre diottrie leggendo i nomi degli artisti sui dorsi dei CD.
La cosa che però mi ha sempre affascinata sin dalla prima volta che ho messo piede lì dentro è sfogliare valanghe di vinili, trovando titoli sempre più improbabili e talvolta pure qualcosa di affascinante.

Il vinile, come ormai avrete notato tutti voi lettori, è decisamente ritornato tra gli scaffali dei negozi, passando dall'essere un vecchio oggetto da collezionismo badato da una giuria di pochi a diventare un giocattolino di tendenza. Ormai nessuno riesce più ad essere indifferente davanti al fascino di quel cerchio nero luccicante, nemmeno il più outsider di voi lettori.

Per quanto mi riguarda, il mondo della musica analogica è ancora tutto da esplorare: gli unici momenti di incontro che abbiamo avuto io e gli LP prima del Venyl sono avvenuti nella libreria di casa, dove mio padre ha parcheggiato per anni alcuni dei suoi dischi comprati in gioventù e che mi hanno sempre incuriosita.

Così, spinta da questa curiosità di bimba e affascinata dall'idea di banchetti strapieni di misteriosi cimeli (e per di più nel periodo del Record Store Day!), ho deciso di sfruttare ulteriormente l'occasione offerta da questa fiera per scoprire qualche curiosità riguardo il mercato della musica analogica chiedendole direttamente ai venditori lì presenti.

Il primo banchetto che ho preso di mira è stato quello del Black Marmelade Records, da Pesaro, con tanto amore per la musica, e che con altrettanta disponibilità e pazienza si è reso disponibile al mio interrogatorio.

C: A cosa pensi sia dovuto il ritorno del vinile sul mercato?
BMR
: Il mercato del vinile era stato considerato morto più o meno a partire dagli anni '90, fino alla sua resurrezione avvenuta circa 5-6 anni fa.
Il vinile ha un fascino totalmente diverso rispetto a quello che può avere un Compact Disc: a partire dal suono, il vinile è un vero e proprio "giocattolo piacevole", è tangibile e possederlo è quasi un vero e proprio feticismo.
Questo comeback del disco in vinile va letteralmente controcorrente rispetto a quella che è l'evoluzione del mercato musicale di oggi. Ci ritroviamo con una quantità mastodontica di musica da consumare "mordi-e-fuggi" (vedi Spotify): questo ritorno ai formati analogici invece permette di gustarsi del tempo di qualità con se stessi, dedicando più attenzione a quella che è la musica riprodotta dal giradischi, ad esempio anche soltanto ricordandosi di cambiare la facciata del disco per poterlo ascoltare per intero.

C: Chi è generalmente il "consumatore" di vinili? Cosa cerca l'acquirente medio in questo formato?
BMR: 
I principali acquirenti si collocano nelle fasce giovanili, dai 25 ai 35 anni. Cercano titoli freschi, generalmente d'importazione.
Posso affermare che quella del vinile non sia una moda: ormai chiunque acquista un vinile!

C: Secondo te, il vinile viene acquistato principalmente per venire ascoltato, per collezionismo o per essere tenuto più come un' "opera d'arte"?
BMR: 
Il vinile è sicuramente un oggetto da ascolto, lo si acquista se si ha una certa disponibilità economica e dunque si desidera sfruttarlo al meglio.
Il compratore medio preferisce comperare ad esempio dieci vinili a 10€ cadauno, anziché un disco solo del valore di 100€. Il mondo del collezionismo è più un fenomeno di nicchia.

C: Ritorno alla musicassetta: pensi che funzionerà?
BMR: 
La musicassetta è la nuova frontiera del collezionismo, è infatti un mercato ancora molto ristretto, anche per via del fatto che sono rimasti in pochi a possedere un lettore di cassette. Ultimamente, però, tra le nuove uscite si trovano delle musicassette prodotte in stampa limitata.

Il secondo interrogato è stato invece il proprietario del banchetto della Hole Records di Montebelluna (grazie al quale sto completando la mia collezione di dischi dei Radiohead, che più che ad una collezione somiglia più ad un altarino a loro dedicato in camera mia).

C: Come stanno cambiando in questo periodo le fiere del disco?
HR: Le pubblicità riguardo le fiere del disco stanno aiutando questi eventi a rinfrescarsi: infatti tra i visitatori ci sono sempre più giovani, c'è un vero e proprio ricambio generazionale.
C'è in generale più consapevolezza di quello che è il disco in tutto e per tutto.

C: Qual è la principale differenza tra l'acquistare ad una fiera del disco e l'acquistare in un negozio fisico?
HR: La principale differenza sta nella garanzia: l'acquisto in un negozio fisico permette all'acquirente di rendere il prodotto nel caso ci fossero problemi con l'oggetto comprato.

C: Ho visto che tenete molti titoli di artisti indie: come stanno andando le vendite?
HR: Devo dire bene e ne sono felice, perché finalmente i giovani stanno cercando musica nuova, abbandonando i vecchi dinosauri del rock degli anni '70, ad esempio.

Non sazia di risposte, per amor di statistica, ho vagato ancora un po' alla ricerca di altri venditori da importunare alla ricerca di altre testimonianze.

C: Secondo te, invece, qual è la causa del ritorno del vinile sul mercato?
V1: Sicuramente è una questione di  migliore qualità del suono, ma una bella componente la gioca anche la moda vintage del momento.

C: Quale pensi sia il perché che spinge qualcuno a comprare un vinile?
V1: Penso che il fine ultimo dell'acquisto di un vinile sia assolutamente l'ascolto.

C: E per quanto riguarda la musicassetta?
V1: Penso sia sempre una questione di moda. Oltretutto, le cassette davano parecchi problemi! Ricordo ad esempio quando si incastravano nel riavvolgerle. C'è da dire però che erano parecchio comode da masterizzare.

C: Quante fiere del tipo frequenti all'anno? Qual è secondo te il profilo dell'acquirente-tipo?
V2: In media frequento dalle due alle venti fiere all'anno, principalmente quelle dell'usato.
I clienti sono giovani, che non comprano pezzi di grande valore. Per quanto riguarda il genere musicale per la maggiore, non c'è un vero e proprio leader. Dipende molto da fiera a fiera.

Una volta uscita dal Rivolta, ho dunque tirato le somme della giornata:
1) devo comprarmi un giradischi;
2) devo comprarmi un mangiacassette;
3) le fiere del disco sono una vera figata e mi fanno capire ogni volta sempre più quanto poco io in realtà ne sappia di musica;
4) devo trovarmi un lavoro;
5, bonus a riconferma del punto 3) ho davvero visto un disco di un gruppo che si chiama MERENDINE ATOMICHE?

Scherzi ed opinioni contrastanti a parte, dovremmo veramente lasciarci alle spalle il mondo della musica di consumo e cominciare ad apprezzare con più calma la musica, ma anche ciò in cui è racchiusa, che può rivelarsi davvero un bel pezzo d'arte di cui essere fieri. Soprattutto se siamo poveri in canna.

P.S., un grazie speciale a tutti i venditori che mi hanno aiutata rispondendo alle mie domande!