26 febbraio 2018

“Suono. Campiono. Registro. Provo": intervista a Zibba

E' uscito il 2 febbraio il nuovo album di ZibbaLe Cose”, ottavo album di cui è il produttore lo stesso cantautore ligure insieme a Simone Sproccati è stato anticipato dal singolo Quello Che Vuoi uscito lo scorso ottobre. E’ un album pieno di collaborazioni con artisti e produttori e proprio questo aspetto mi ha spinto a fargli molte domande al riguardo.

Zibba è un cantautore presente in molte canzoni che sentiamo alla radio, alla TV, a Sanremo come autore ma lui ha raggiunto il grande pubblico vincendo il Premio della Critica al Festival di Sanremo nel 2014 con il singolo Senza di Te che accompagna la mia idea di amore romantico italiano dal sapore vintage. Oltre a questo premio si sono aggiunti riconoscimenti a livello indipendente e cantautoriale e collaborazioni importanti a livello italiano.

Infatti in questo album di 12 brani ci sono più featuring che in qualsiasi altro disco di un cantautore normale: pensiamo solo che il secondo singolo Quando Stiamo Bene è un duetto con Elodie, seconda classificata ad Amici, e arrangiato da Mace con il suo beat soul e funk. Poi si aggiungono Erica Mou, Chantal, David Blank, Alex Britti, Diego Esposito e Marco Masini, con cui ha collaborato anche per il brano di Sanremo nel 2017.

Chissà come tutti questi scambi d’opinione e di ricerca condivisa abbiano influenzato la nascita di questo album e la visione musicale dello stesso Zibba. E allora gliel’ho chiesto.

C'è la chitarra di Alex Britti, la voce di Masini, Elodie, Chantal, David Blank, Diego Esposito; per non parlare delle basi di Mace e il testo di BigFish. Date le tue tante collaborazioni sia nel passato che in questo nuovo album credi che la tua musica sia cambiata? E il tuo modo di vedere e interpretare la musica e la tua stessa musica è cambiato?

Certo, come cambia la vita di ognuno di noi con il semplice passare del tempo. Per fortuna. Ma non credo che le collaborazioni abbiano cambiato la mia musica. Credo ne abbiamo delineato le aperture in fondo.

La domanda di prima si riferisce anche alle tante contaminazioni diverse presenti in Le Cose: ci sono più stili che si incontrano. Sono ricerche personali o amicizie musicali trasportate su disco? Come hai fatto a mescolarle tutte insieme e farne uscire un album che avesse una linea comune?

Per me le canzoni di questo disco hanno una precisa linea comune. Ma le ho scritte. I miei ascolti sono sempre stati vari e i dischi che amo di più non sono dischi di un genere specifico. Le canzoni che amo di più non lo sono. Non potrebbe esserlo la mia espressione. Ho sempre pensato che il concept di un disco stia in quello che dice e in come lo dice, non tanto nel Bpm o nellutilizzo di diversi strumenti nelle diverse tracce. Quindi non mi chiedo troppe cose. Suono. Campiono. Registro. Provo.

Se dovessi descrivermi con una parola il tuo album quale sarebbe? E perché?

Oggi. Quello che avevo voglia di fare ora, ho seguito ciò che stava capitando nella mia vita. Volevo un disco che parlasse di me per come intendo la musica oggi, per come la so fare nel bene e nel male. Ho messo da parte tutto e ho pensato a divertirmi. Cercando di capire al meglio le sfumature, la mia voce stessa e il suo ruolo nelle cose che scrivo e scriverò.

Come mai tornare con un proprio album dopo la buona riuscita come autore per altri (tra cui successi di Sanremo e non)? Hai la necessità di suonare su un palco le tue canzoni?

Faccio musica da oltre vent'anni, ho un pubblico che mi segue e come tutti la voglia e il bisogno di raccontarmi attraverso un mezzo qualunque. La musica resta il mio. Fare lautore e soprattutto produrre per altri mi ha ispirato a lavorare liberamente anche sulle mie canzoni, sul mio disco. La musica vive un momento bellissimo e sono felice di fare musica oggi, di produrre musica oggi, di credere in quello che si sta costruendo, e di aver condiviso questo disco con persone che stimo profondamente.

Guardando e ascoltando l’album partendo da Quello Che Vuoi sappiamo che la tua musica è piena di groove (esempi qui sono il singolo stesso, Dove Si Ferma Il Sole, Sesto Piano, ecc...) ma in questalbum c’è anche molta elettronica e accenni indie come nel brano con Chantal Panorama. Eper un rinnovamento personale o hai semplicemente seguito le tendenze a livello internazionale?

Ho ascoltato tantissima musica che mi ha influenzato durante la lavorazione del disco e ho provato a divertirmi provando a non farmi troppe domande. Ciò che mi ha più aiutato a capire cosa volevo fare è questa quasi totale mescolanza di generi che confluiscono in un unico grande insieme di musica fatta bene. E l’indie è di certo molto di ciò che ascolto a livello internazionale, ma non so se quelli che ascolto si definirebbero tutti così. La scena Italiana mi stimola e mi diverte molto, dobbiamo ringraziare tutto ciò che si sta muovendo nuovamente attorno alla scena. E vale anche per quella rap in genere.

L’ultimo brano, Un Unico Piccolo Istante è forse il più sperimentale, il più “indie”: cosa significa per te questo pezzo? Perché durante la parte strumentale si sente una chiara richiesta d'aiuto e poi una ninna nanna. Spiegaci tutto che siamo curiosi.

In questo brano si accavallano le due esperienze più forti della mia vita. La voce che aiuto in realtà è una filastrocca. Il lato scuro di ogni cosa è sempre lì se si vuole. Ma non mi va di parlarne, è troppa roba diciamo.

In Quando Stiamo Bene lo stesso Zibba canta “Ricorda la città ha i suoi rischi perché non si vendono i dischi” però intanto il nostro artista ha cominciato ad organizzare la vendita dei biglietti per il suo primo concerto. Il tour partirà niente popo-di-meno che dall’Alcatraz di Milano il 1° marzo e Zibba accoglierà il suo pubblico insieme ad Elodie, Diego Esposito e David Blank accompagnati da violini, sax, synth e chitarre. Un potpourri di musica e show: “Tornare sul palco dopo quasi due anni di assenza dal live sarà bello.”

Allora ci vediamo sotto il palco.