22 ottobre 2017

5 motivi per cui stare in transenna è un’ottima idea e una pessima idea contemporaneamente

Vorrei partire dal principio, beh non proprio dal principio, diciamo che comincerei dal preciso momento in cui hai il tuo amato biglietto di un concerto in mano con quella terribile scritta: “parterre”, quella parola che solo a scriverla o pensarla mi fa venire i brividi (di paura ed emozione contemporaneamente). Vi sarà sicuramente capitato: proprio quando devi decidere se lottare per ciò che ami di più o accettare il tuo destino: stare come tutti i comuni mortali in mezzo all’arena per risparmiarti ore di agonia sotto il sole o sotto la pioggia nell’interminabile attesa dell’apertura dei cancelli. Questa scelta è sempre difficile e per semplificare questo problema bisognerebbe sempre tenere in considerazione i lati positivi e i lati negativi. E perché non farsi uno schema con i pro e i contro della “transenna” (rabbrividisco di nuovo solo a scrivere la parola)? Diciamo che così è esagerato, ma so per certo che molti di voi ci avranno riflettuto parecchio.

1) I panettieri si svegliano dopo di noi

Il primo lato negativo dello scegliere di stare in transenna è l’obbligo di doversi svegliare ad un orario improponibile per poter essere almeno uno dei primi dieci. Le sette del mattino? Nah, roba da pivelli! Perché non decidere di passare la notte al freddo e al gelo aspettando il fatidico momento? Alla fine gli eschimesi riescono a sopravvivere dentro ad un igloo..

2) I tipi strani attorno a te

Il brutto dei concerti è che non sai mai chi ti capita accanto ed i veri “transennieri” sanno che i peggiori casi umani si distribuiscono soprattutto lungo la prima fila. Gli esemplari sono molteplici e come in un buon documentario che si rispetti, è facile notare in ognuno di loro caratteristiche differenti. C’è sempre la fangirl assatanata, che probabilmente si è accampata con la tenda ed il sacco a pelo da giorni per poter essere davanti al suo idolo in carne ed ossa. Dico carne ed ossa perché è probabile che in camera abbia una sagoma di cartone con le sembianze ad altezza reale del cantante o del batterista della band. E’ meglio non approfondire cosa facciano da sole con quel pezzo di carta, ma è facile immaginare.

Poi non possono mancare i limonatori seriali. Posso confermare che non ho nulla contro le coppie innamorate che vanno ai concerti, anzi, il mio discorso è puramente basato sulla gelosia (magari il mio fidanzato mi regalasse un concerto!). Questi esemplari passano la gran parte del live avvinghiati come piovre e le loro lingue si attorcigliano tra loro durante le canzoni: bello eh, però quando è troppo è troppo!

Sono infinite le tipologie di personaggi che popolano la transenna. C’è sempre quello che puzza: dentro di te sai che prima o poi ti abituerai a quell’odore, sperando sempre che quel momento arrivi presto; c’è il cameraman, il ragazzo armato di gopro o cellulare che passa il 98 per cento del concerto con questi strumenti alzati (per questa tipologia di persona servirebbe un articolo intero) e ultimo ma non per importanza il fantastico cantante provetto, quello che canta ogni singola parola di ogni canzone (anche eventuali falsetti e growl) in maniera esagerata. E’ bello cantare assieme al tuo cantante preferito, ma a tutto c’è un limite.

3) La transenna

La transenna di per sé costituisce un vero e proprio problema e per esporvi le ragioni vorrei raccontarvi un esempio vissuto da me recentemente. IDAYS 2017, concerto dei Radiohead, 80 gradi all’ombra. Chi è stato all’Idays, o in qualunque altro concerto in una data estiva sa quello che ho provato. La transenna era diventata un incubo che si è impossessato di me sottoforma di ustioni di primo grado su cosce, pancia e braccia: la lebbra probabilmente mi avrebbe lasciato meno segni. Ma fosse solo il metallo bollente il problema, vogliamo parlare dei lividi che ti lascia sul corpo? Molte persone cercano sempre di evitare di finire all’interno del pogo ma la transenna non risparmia nessuno: i lividi sono sicuri. L’ultima volta sono andata da una chiromante e guardandoli è riuscita a prevedermi il futuro, sono stati più efficaci dei fondi del the.

4) Il sound

 La prima volta che si decide di affrontare la transenna ad un concerto non si pensa ad altro se non: ”chissà che bei video riuscirò a fare da così vicino”. Baggianate, perché probabilmente se avessi registrato il concerto dal parcheggio dello stadio avresti sentito meglio tutto. Bello stare in transenna eh, ma di ricordi materiali rimangono solamente qualche foto (sfocata, perché ehi, sei ad un concerto in transenna) e dei video che sembrano usciti dal Tomorrowland tarocco.

5) La pipì

Ebbene si, voglio scrivere un paragrafo sulla pipì. La gente la sottovaluta ma la verità è che è un vero e proprio problema. Puoi sperare in un concerto ben organizzato e trovare dei bagni per lo meno decenti vicino alla coda oppure rassegnarti al tuo destino. In quel caso le soluzioni sono molteplici: arrangiarti e trovare un bagno di emergenza (aiuole o cespugli) rischiando di perdere il posto, indossare un pannolone o trattenerla. In qualsiasi caso la pipì è sempre un problema.

Dopo tutto questo pessimismo vi sembrerà che i lati positivi dello stare in transenna non esistano, ma vi sbagliate di grosso.

1 ) Un’ottima attività fisica

Strano ma vero. Ai concerti è scientificamente provato che si dimagrisce, per tanti motivi. Uno di questi è la corsa, perché tutti sanno che per accaparrarsi il posto migliore bisogna correre, ma correre veloce. Ad ogni concerto, come sorge il sole, un fan si sveglia e sa che dovrà correre più di un altra fangirl o capiterà nelle file indietro. Non importa chi tu sia: se un fangirl o un altro tipo di fan, l'importante è che cominci a correre.

Foto: Idays2017

 2) Nuovi amici

 Per una come me che è abituata ad andare ai concerti da sola la maggior parte delle volte è di vitale importanza partire da casa con l’obiettivo di conoscere tanta più gente possibile. Ai concerti è più facile fare amicizia rispetto ad altri ambienti, come la scuola o il lavoro, perché lì si parte già avvantaggiati e con un argomento di conversazione: la band per il quale tu sei in quel preciso posto. Avere una passione in comune è il primo appiglio per riuscire a stringere un legame e creare una base di confidenza (non troppa però, non si sa mai, quella persona potrebbe rubarti il tuo amato posto in transenna). In poche parole: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!

 3) Miglior visuale

Stare in transenna significa essere alla distanza minore rispetto al palco, e quindi possedere la postazione migliore di tutto lo stadio o del palazzetto. Questo per voi potrà sembrare poco ma per me che sono alta due mele e mezzo significa tutto. Perché la sfortuna purtroppo ci vede benissimo. Se ad un qualsiasi concerto fossi stata nel parterre “centrale” la probabilità di trovare o lo spilungone di turno o il fidanzato che sorregge la propria ragazza sulle spalle sarebbe stata alta. Quindi ragazzi, viva la transenna! 

4) L’idolo a pochi metri

Dopo aver vinto la corsa ed esserti aggiudicato la transenna non si può fare altro che aspettare il momento tanto atteso: goderti il concerto alla distanza minima. Le misure contano!

Essere lì davanti è una grande soddisfazione e sapere che vedrai i tuoi beniamini così vicino dovrebbe renderti la persona più felice della terra. Questo succede perché si è consapevoli del fatto che oltre a vedere TU il cantante così vicino, anche LUI potrebbe notarti, anche se in cuor nostro sappiamo che sono tutti solamente film mentali irrealizzabili creati da noi.

5) Emozioni

Quest’ultimo punto della mia riflessione riassume il vero significato dei sacrifici che ognuno di noi compie quel giorno, quando si decide di lottare per la transenna, consapevoli di tutti i rischi e problemi a cui andiamo in contro. Le ore di attesa, che racchiudono i lividi, le bruciature, lo stress ed il sonno non sono tempo perso, anzi è tempo che viene tutto ricompensato. E come vi chiederete. Esiste davvero qualcosa che compensa questo sacrificio? Perché siamo onesti, la transenna richiede davvero sacrifici, di ogni tipo, fisici e mentali. Questa cosa esiste e la viviamo in quelle due ore che le nostre band che amiamo ci regalano ogni volta che siamo lì sotto accanto a loro: emozioni vere, emozioni che solo un vero amante della musica può provare.