15 dicembre 2017

I Migliori 40 Album del 2017

Prime nevicate, pubblicità natalizie, riscaldamento a palla e panico regali all'ultimo minuto: sì, siamo nel bel mezzo di dicembre, ed è il momento per tutti gli appassionati musicali di cimentarsi nelle liste dei migliori album dell'anno. (A meno che non ti chiami NME e la lista l'hai già fatta da un mese...)

Ovviamente non potevamo mancare all'appuntamento, quindi abbiamo riunito tutto lo staff - diventato più folto che mai in questo 2017 - per sparare le nostre sentenze.

Nonostante qualche delusione (Arcade Fir...ehm) è stato un anno piuttosto prolifico, e la qualità non è mancata.
Ecco quindi le nostre 40 scelte!

 

  • 40. Baxter Dury – Prince of Tears
  • 39. Sundara Karma – Youth is Only Ever Fun in Retrospect
  • 38. Kasabian – For Crying Out Loud
  • 37. Harry Styles – Harry Styles
  • 36. Gorillaz – Humanz
  • 35. Benjamin Clementine – I Tell a Fly
  • 34. Mount Eerie – A Crow Looked at Me
  • 33. Grizzly Bear – Painted Ruins
  • 32. Roger Waters – Is This the Life We Really Want?
  • 31. London Grammar – Truth Is a Beautiful Thing
  • 30. Mogwai – Every Country’s Sun
  • 29. Laura Marling – Semper Femina
  • 28. The Amazons – The Amazons
  • 27. Fleet Foxes – Crack-Up
  • 26. King Krule – The OOZ
  • 25. Vince Staples – Big Fish Theory
  • 24. Thundercat – Drunk
  • 23. The Horrors – V
  • 22. Nothing But Thieves – Broken Machine
  • 21. Royal Blood – How Did We Get So Dark?
40-21|20-1

  • 20. Liam Gallagher – As You Were
  • 19. Phoenix – Ti Amo
  • 18. Austra – Future Politics
  • 17. Mac DeMarco – This Old Dog
  • 16. Perfume Genius – No Shape
  • 15. Sampha – Process
  • 14. Noel Gallagher's High Flying Birds – Who Built the Moon?
  • 13. Bonobo – Migration
  • 12. Temples – Volcano
  • 11. Cigarettes After Sex – Cigarettes After Sex
  • The War on Drugs – A Deeper Understanding10. The War on Drugs – A Deeper Understanding

    Dopo l'enorme successo di Lost in a Dream era difficile prevedere in che direzione sarebbero andati gli War on Drugs. La band non ha cercato di ricrearne le emozioni, ma invece ha deciso di spingere oltre, costruendo nuovi suoni e alzando l'asticella. Granduciel e colleghi dimostrano di essere molto di più del dad rock con cui sono stati definiti per anni, e spazzano via qualsiasi dubbio nato dopo la loro firma con una grande etichetta.

  • Wolf Alice – Visions of a Life9. Wolf Alice – Visions of a Life

    In Visions Of A Life il rock è vivo e vegeto. La parte strumentale è curata nei minimi dettagli e ogni strumento ha lo spazio necessario per esprimersi al meglio. La semplicità dei testi è disarmante e, a tratti, poetica. Dal romanticismo della favola quotidiana alla rabbia effervescente, dalla delicatezza dell’acustico al retrogusto amaro del distorto, l'album racchiude tutte le personalità esplosive di questa band che non ha più nulla da dimostrare. Un disco talmente completo da essere praticamente impeccabile. Leggi la nostra recensione >

  • The xx – I See You8. The xx – I See You

    Il terzo album è spesso la prova del nove per una band, specialmente quando i primi due hanno funzionato molto bene. Gli xx dovevano cambiare, e per farlo non sono dovuti andare molto lontano: quando hai nella band un produttore di fama internazionale, non sfruttarlo solo perché suona un genere diverso sarebbe un peccato mortale - anche se a posteriori è troppo facile vederla come una scelta ovvia. Il beat elettronico supporta i testi introversi, in un mix che funziona e a tratti sorprende. Leggi la nostra recensione >

  • LCD Soundsystem – american dream7. LCD Soundsystem – american dream

    Quando il tuo ultimo album risale al 2012, l'hype è tanto e la pressione di non soddisfare le aspettative dei propri fan dev'essere ancora di più. Murphy non poteva fare di meglio con american dream. Canzoni lunghe in pieno stile LCD, ma sonorità nuove, elettroniche, quasi da club, come quelle di oh baby e tonite, che riflettono perfettamente i tempi moderni. Un album futuristico, con canzoni che sembrano quasi monotone e alienanti, ma dai testi affilati e acuti. David Foster Wallace (a cui si rimanda la copertina) sarebbe fiero degli LCD e di american dream.

  • Queens of the Stone Age – Villains6. Queens of the Stone Age – Villains

    Risoluti e più convinti che mai, i QOTSA sono finalmente tornati a spodestare chiunque avesse avuto il coraggio di sedersi sul loro trono di chitarre impolverate dal deserto della California. Villains è la singolare epopea del demone “dell’urgenza senza emergenza”, con occhi sul momento e poco tempo da perdere in convenevoli. Prodotto da Mark Ronson, continua il processo evolutivo di Josh Homme e soci in una scatenata hyperdrive di riff memorabili che lancia la band in una nuova era. “Here. We. Come.” Leggi la nostra recensione >

  • Alvvays – Antisocialites5. Alvvays – Antisocialites

    Scritto in gran parte a Toronto, tra la spiaggia e una scuola abbandonata, Antisocialities è nostalgico e moderno allo stesso tempo. Gli ingredienti indie/dream pop sono gli stessi che hanno reso il debut un successo, ma Molly & co. hanno aggiunto una spezia importante: lo shoegaze. Il risultato è affascinante.

  • St. Vincent – MASSEDUCTION4. St. Vincent – MASSEDUCTION

    MASSEDUCTION è un lavoro intrigante e ogni canzone suscita un’emozione diversa. È difficile etichettare il disco con un genere specifico e questo ne è l’elemento vincente. Forse il disco è il più pop di St. Vincent, e che male c’è, soprattutto quando si riesce a giocare con certe tematiche attraverso un pop intelligente in un panorama saturo di testi vuoti e suoni ovvi. Perché Annie Clark può essenzialmente fare quello che vuole, persino sbattere il sedere leopardato in faccia a chi non è d'accordo. Leggi la nostra recensione >

  • Slowdive – Slowdive3. Slowdive – Slowdive

    Quando torni con dopo 22 anni le aspettative sono altissime, ma gli Slowdive hanno puntato sulla semplicità per dimostrare di essere tanto importanti nel 2017 quanto lo fossero nel '92. Rivoluzionare non era necessario, lo shoegaze è ancora in voga (vedi pos.5) - otto tracce, album self-titled, una formula conosciuta ma aggiornata: gli Slowdive sono ancora qui, e hanno intenzione di restare.

  • The National – Sleep Well Beast2. The National – Sleep Well Beast

    Sleep Well Beast è un album profondo, maturo, essenziale. Anche nel loro settimo lavoro, i National ritornano ai testi poetici e alla voce malinconica di Berninger, ma è tutto arricchito da una nota di dolcezza. L'album è praticamente immacolato dall'inizio alla fine, si apre con la delicatissima Nobody Else Will Be There e si chiude con i suoi pieni di mistero che danno il nome all'album. Da non perdere live se vi piacciono le emozioni forti. Leggi la nostra recensione >

  • Lorde – Melodrama1. Lorde – Melodrama

    La ragazzina prodigio è diventata donna, e ha trasformato il minimalismo del debut Pure Heroine in un electropop impeccabile, grazie anche alla collaborazione col produttore Jack Antonoff. Dall' ear candy Green Light alla poetica Liability, in Melodrama Lorde ne ha per tutti i gusti, e noi speriamo non ci vogliano per forza altri 4 anni per avere un suo nuovo disco. Leggi la nostra recensione >

40-21|20-1

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p.s.: Non odiamo la musica italiana, ci sarà una classifica a parte :)