20 settembre 2018

I 6 migliori album del 2015 secondo NoisyRoad

Fort:

Tame Impala - Currents

Kevin Parker non delude mai, anche quando cambia genere. Produrre un terzo album sulla falsa riga dei mega successi Innerspeaker e Lonerism sarebbe stato troppo semplice e forse anche ripetitivo.
Kevin AKA la reincarnazione di John Lennon (sì, ne sono convinto) ha deciso quindi di virare verso la disco/dance, e nonostante le perplessità iniziali mi sono presto innamorato dell'album.

Traccia preferita: The Less I Know the Better (e guardate il video!)

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Ivan:

Imagine Dragons - Smoke and Mirrors

Sulla scia del precedente, anche in questo secondo album in studio, il gruppo statunitense capitanato da Dan Reynolds, punta tutto sulla sperimentazione; è da qui prendono forma le vie alternative del rock che danno una bella ossigenata di energia, senza porsi il problema di piegarsi alle esigenze commerciali.

Traccia preferita: Shots

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MV:

FFS-FFS

Vi basti sapere che dopo aver visto sul palco Kapranos e i fratelli Mael, a me ed ad un amico è partito l’hashtag: #KapranosSposami. I Franz Ferdinand e gli Sparks (sì, sappiate che non sono i Franz Ferdinand con 2 new entry), in un unico gruppo, voi ve li sareste mai immaginati? Quando gli anni ’70 incontrano l’indie rock britannico, il risultato è strano, inaspettato, esplosivo: una miscellanea di tastiere d’epoca e chitarre elettriche su cui si fanno largo l’ormai nota voce di Alex e i falsetti di Russell. Collaborations DO work.

E poi diciamocelo, chiudere un album con un pezzo come "Piss Off" è semplicemente geniale. Per chi volesse concludere l'anno in bellezza, dopo mesi di estenuante sopportazione, sa cosa fare e ha qui pronta la sua colonna sonora.

Traccia preferita: Dictator's Son

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Arizona:

Circa Waves – Young Chasers

Pubblicato il 30 marzo 2015, Young Chasers è un album fresco ed energico, proprio come suggerisce il titolo. E’ un disco perfetto per l’estate ma che funziona in tutte le stagioni, con 13 brani da cantare a squarciagola e da ballare a ritmo di melodie orecchiabili e riff di chitarra. Ma soprattutto è un disco che conferma l’arrivo sulle scene di una delle nuove promesse dell’indie rock britannico: i quattro ragazzi di Liverpool hanno terminato il tour proprio in questi giorni e sono pronti a tornare in studio per registrare il prossimo album.. anche se noi di questo ancora non ci siamo stancati.

Traccia preferita: Young Chasers

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Carmen
Hurts – Surrender

Il mio 2015 è stato vissuto all'insegna del trash e, dato che i Circa sono già stati inseriti in questo elenco, opto per l'ultimo lavoro degli Hurts. Non lo so, non posso farci niente: a me piace. C'è tutto, fanno tutto, sono tutto. T u t t o. Non ho ancora capito cosa ci sia di disturbante in questo album e se ci sia qualcosa che non mi piaccia del tutto ma, tirando le somme: una produzione perfetta e impeccabile, una ricerca e cura nei suoni che hanno sempre avuto e che – a mio parere – è il tratto distintivo della loro musica (e non le canzoni depresse, signorinelle in calore). È un disco che fila liscio, nessun particolare intoppo a bloccare l'ascolto. La voce è limpida e chiara (e manza, come il proprietario), come sempre, la musica calibrata e, come spesso accade nella loro produzione, in netto contrasto con ciò che il testo dice. Ecco, forse nei testi si poteva fare meglio ma li perdoniamo. Adesso non ci resta che aspettare il tour (e la morte) l'anno prossimo...

Traccia preferita: Rolling Stone

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Conveezus:

Kendrick Lamar - To Pimp a Butterfly

«We gon’ be alright» , quattro semplici parole. Quattro semplici parole sono bastate a Kendrick Lamar per rinsaldare il suo titolo di re della West Coast, di poco valore rispetto all’essere insignito per diritto del titolo guida del movimento #BlackLivesMatter, che ora canta il singolo (Alright) di Lamar per strada. To Pimp A Butterfly, secondo lavoro major per il rapper californiano, viene dalla strada per tornare in strada, si scontra con il “sistema” della violenza “black-on-black” e soprattutto con quello della violenza “police-on-blacks”. Trascende la provocazione e si erge a voce di una minoranza (che minoranza proprio non è) sporca di sangue, del proprio. Ma il disco di Kendrick Lamar non è solo un’opera sociale, di quelle che si studiano a Cambridge per presunte (vere!) proprietà terapeutiche sulle malattie mentali. Gli acerbi beat di good kid, m.A.A.d city sono giunti a maturazione, grazie alla soluzione eterogenea con il jazz. Non è un disco relegato nei «fuckin’ dungeons of rap» (Ciao Nas), è un album per esseri umani, ma non per tutti. E non è solo il disco dell’anno (pure per Pitchfork, di cui sono grande devoto, si sa), è un album che non dimenticheremo presto.

P.s.: la teoria secondo cui Kanye West e Frank Ocean, dopo l’uscita di To Pimp A Butterfly abbiano cestinato i loro lavori in uscita nel 2015 è vera.

Traccia preferita: Alright

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