12 novembre 2017

NoisyRoad in viaggio: 8 canzoni per 8 città

 In questo articolo ho voluto unire le mie due grandi passioni: la musica e il viaggio. Per far ciò ho abbinato ad ogni città da me visitata o immaginata una canzone che reputo perfetta per lei. Il mio è un invito per voi amanti dell’indie a uscire dagli schemi, a prendere l’occasione e il primo volo low cost per una città qualsiasi e godervi il mondo, che è un posto meraviglioso.

 

Berlino

 

“Little Black Submarines”, The Black Keys

“El Camino”

 

Berlino è divisa in due, lo è stata fisicamente, ora lo è culturalmente e artisticamente. L’ho visitata recentemente e l’ho considerata come una città romantica da un lato e moderna dall’altro. L’isola dei musei, infatti, non rispecchia l’idea che molti europei hanno della capitale tedesca. Questa zona è composta da alcuni edifici storici costruiti da metà del 600. Passeggiare lì è un piacere, sembra di vivere in un’altra epoca e per un amante dell’arte questo quartiere non può proprio mancare alla lista dei musei da visitare nel mondo. Il resto della città (a parte alcuni quartieri di vecchia costruzione), invece, è completamente l’opposto: grattacieli, palazzoni, edifici super moderni, nuovi cantieri e centri commerciali.

Ho trovato delle analogie nella mia canzone. “Little Black Submarines” è divisa in due, la prima parte musicale sembra quasi malinconica, composta solo da un arpeggio di chitarra e da un lieve suono di tastiera in stile organo, mentre la seconda parte ha uno stile forte e deciso. In alcuni versi, il protagonista si sente disorientato, quasi come chi la ascolta e chi visita Berlino, che si trova faccia a faccia con due realtà sia complementari che opposte.

 

Barcellona

 

“Dogs Days Are Over”, Florence + The Machine

“Lungs”

 

Poter abbinare a questa città una canzone è stato più difficile del previsto. Barcellona è in primis una città viva, la città che per eccellenza non dorme mai. Stereotipi che, una volta che la si visita, vengono confermati. Si rimane pietrificati di fronte alla potenza dell’arte di Barcellona, potenza che viene sprigionata in ogni angolo. La città sembra quasi utopica, irreale. Questo accade soprattutto grazie a Gaudì, l’architetto che ha guidato lo stile della città per oltre un secolo, anzi, lo sta facendo ancora adesso. Tra la frenesia, l’allegria degli spagnoli e la nostalgia che mi ha accolto appena tornata a casa ho rivisto le note di Florence, in particolare quelle di questa canzone: “Dogs Days Are Over”. Mi sono sentita come la protagonista del brano, “La felicità l’ha colpita come un proiettile in testa, colpita con un grande peso da qualcuno che dovrebbe conoscere meglio di così”. Ero davvero felice in quella maniera: ho amato ogni singola cosa di Barcellona, apprezzandone perfino i difetti.

 

Reykjavìk

 

“Óveður”, Sigur Ròs

 

L’Islanda: una terra apparentemente remota, colma di natura, colori, purezza e tranquillità. Quale band meglio dei Sigur Ròs può rappresentare questi luoghi? La risposta è nessuna. Il legame tra loro e la propria terra origine è molto forte, quasi forzato, come se il loro intento fosse volerci trasportare in un viaggio tra quei colli, quelle cascate e quei prati; cosa che in precedenza hanno già fatto. Nel giugno del 2016, infatti, in diretta streaming e sulla televisione nazionale, hanno creato un evento lungo 24 ore, raccontando la loro terra con la colonna sonora óveður. Il nome di questo progetto è stato Route One e ha percorso 1332 chilometri di coste islandesi.

Ed è proprio óveður, la canzone che voglio abbinare sia a Reykjavìk, sia a tutta l’Islanda in generale.

 

Roma

 

“Dissolve Me”, Alt-j

“An Awesome Wave”

“And pulse to pulse,

now shush”

 

Probabilmente qui risulterò di parte, visto che Roma è la mia città preferita su tutte. Sicuramente è una città con molti problemi, sia a livello politico che funzionale. Per quanto riguarda l’estetica, però, Roma è unica. Come lei non c’è nulla perché è estremamente e esageratamente bella. In Roma si può facilmente ripercorrere tutta la storia attraverso l’arte, dai Romani al medioevo, Rinascimento, Barocco e Modernismo. Visitare la capitale non è facile perché bisogna cercare di essere coerenti, si rischia spesso di perdersi in luoghi di secoli fa e ritrovarsi in luoghi moderni. L’ultima volta che ho avuto il piacere di visitarla era il ritmo dolce di Dissolve Me ad accompagnarmi. Perdermi nei giardini di Villa Borghese con in sottofondo gli splendidi “ohohoh” di Joe Newman dal minuto 2,20 è stata una delle esperienze più belle della mia vita, anche se so che è stata Roma in sé a rendere tutto così indimenticabile. La città mi ha fatto lo stesso effetto descritto nel testo della canzone, dove viene citato lo stesso suono che fa il mare per calmare le persone. Roma fa esattamente questo: calma gli animi.

 

Londra

 

The Answer”, Kodaline

“In a Perfect World”

 

Molti di voi non saranno d’accordo sulla mia scelta. Penserete che è assurdo scegliere una canzone del genere quando l’Inghilterra offre e soprattutto ci ha donato in passato quadri musicali e band incredibili. Ed è vero, la Gran Bretagna su questo è letteralmente imbattibile. Con The Answer, però, vorrei ricordarvi la semplicità della musica: non c’è bisogno, infatti, di avere grandi palchi, grandi scenografie o milioni di fan per fare buona musica. A volte basta una chitarra, una bella voce e un po’ di compagnia per riunirsi insieme. Il testo ci insegna che non bisogna sempre cercare verità o risposte, l'importante è non vivere nella solitudine, cioè lo stesso effetto che la musica fa a noi amanti di essa: ci fa sentire meno soli. Un posto come Londra, che è stata la culla della grande musica, non può che incitare questo contesto musicale.

 

 

Parigi

 

“No Surprises”, Radiohead

“Ok Computer”

 

“With no alarms and no surprises”

Parigi è agli occhi di tutti la città romantica per eccellenza e pochi ne rimangono delusi quando tornano a casa. Nonostante sia una città frenetica, grande e con milioni di realtà al suo interno, io la vedo come una città silenziosa. Per silenziosa non intendo “non rumorosa”, ma a dire la verità la percepisco come un luogo “ovattato”, chiuso su sé stesso e proiettato solo verso la sua bellezza. Perché diciamocela tutta, Parigi è davvero bella. Quale canzone meglio di No Surprises può accompagnarci all’interno di quei meravigliosi viali parigini? Queste note sono perfette se vorresti fare un pic nic sotto la Torre Eiffel o come sottofondo durante la visita al Louvre. E proprio come il testo ci insegna, Parigi non ha sorprese perché è proprio come te la immagini: bella.

 

Budapest

 

Only Love”, Mumford & Sons

“Wilder Mind”

 

Quando si pensa a dove poter passare un week end fuori porta in giro per l’Europa Budapest non è mai una delle prime scelte. Si considera Barcellona, Parigi o Londra. E questo è un vero peccato perché io, come tanti altri, abbiamo lasciato lì un pezzo di cuore. La capitale ungherese è la tipica città europea: fiume, frammenti di storia e una cultura antica tipica dello Stato in cui siamo.

A parer mio Budapest è una città che va vissuta da soli e proprio per questo motivo ho scelto Only Love dei Mumford & Sons. Le note sono perfette come sottofondo mentre si passeggia sul Ponte delle catene o sulle mura del Bastione del Pescatore, mentre si visita il Parlamento o durante un bagno nelle terme Szechenyi. Perché da soli vi starete chiedendo, ma una risposta non ce l’ho. Credo che rispetto ad altre città europee, Budapest sia più propensa a diventare una grande città con grandi spazi e bei monumenti dove passare piacevolmente un pomeriggio di tranquillità, mentre si legge un libro o si beve un buon caffè.

Vienna

 

“The Blower’s Doughter”, Damien Rice 

 “O”

“I can't take my eyes off you”

 

Considero Vienna la mia città romantica. C’è chi pensa a Venezia, chi a Parigi, io penso a Vienna. A differenza di Vienna però, molti di voi, quando vi viene chiesto la canzone più romantica per eccellenza pensano a questa: The Blower’s Doughter, scritta da uno dei più famosi cantautori degli ultimi anni, Damien Rice. Il testo racconta di un amore sofferto, in cui sono protagonisti sentimenti contrastanti, ma che alla fine trovano pace. E’ una canzone semplice, con pochissimi strumenti in cui è la voce a fare da padrona. Semplice come semplice è Vienna: la città in sé non è grande, si riesce a visitarla tutta in pochi giorni perché è molto concentrata. Come il protagonista della canzone, chi visita Vienna ne rimane folgorato, non riesce più a “toglierle gli occhi di dosso”.

Non so dirvi perché è stato così facile abbinare queste note ad una città come la capitale austriaca, ma so di preciso che ascoltarsi The Blower’s Doughter di fronte al castello di Schonbrunn non ha prezzo: emozione pura.