23 aprile 2018

Editors @ Mediolanum Forum, Milano

In questi giorni a Milano fa un caldo che definire folle è fargli un complimento e, come se non bastasse, la città è praticamente invasa per via del Salone del Mobile. Indi per cui, potete immaginare quanta voglia avessi ieri sera di prendere la metro in direzione Assago Forum, insieme a centinaia di persone sudate e che sembrano veramente faticare nel recepire la basilare regola del quieto vivere prima di salire sui mezzi bisogna lasciar scendere. Per i concerti, però, questi sono sacrifici che sono ben disposta ad accettare, sopratutto se quello che mi ritrovo ad assistere una volta giunta a destinazione è uno show come quello che gli Editors hanno messo in piedi al Mediolanum Forum.

Purtroppo, sono arrivata piuttosto tardi e mi sono persa la band in apertura, i britannici October Drift. La prima cosa che mi è saltata all’occhio appena entrata nel palazzetto è stata, senza ombra di dubbio, il fatto che la location fosse effettivamente troppo grande per la band; seppur il pubblico nel parterre fosse effettivamente numeroso, l’intero anello C non è stato messo in vendita e anche negli altri settori, purtroppo, si potevano contare diversi posti vuoti, il che non è mai troppo bello da vedere. La seconda è stata che il pubblico fosse composto prevalentemente da gente sopra i trenta, il che mi ha fatta sentire piccolissima. Terza, ma non meno importante, che la mia birra fosse calda. Ma questo non so quanto possa interessarvi.

Non appena le luci si sono abbassate, però, tutte queste piccolezze sono passate in secondo piano per fare spazio esclusivamente alla musica. La band è salita sul palco puntualissima e vestita di nero da capo a piedi, dando inizio allo spettacolo sulle note di “Hallelujah (So Low)”, seconda traccia di Violence, il loro sesto album in studio, pubblicato lo scorso marzo (ne abbiamo parlato qui). Da qui in poi è stato un crescendo continuo di energia, magnetismo e (diciamocelo sinceramente) anche quella giusta dose di tamarria di cui tutti ogni tanto sentiamo il bisogno e che porta a urlare a pieni polmoni e saltare come forsennati, urtando notevolmente i nervi dei malcapitati accanto a noi. Novità come “Violence” e “Darkness at the Door” si sono amalgamate perfettamente con i brani storici della band, come “Munich” e “Ocean of Night”. Gli Editors sono una di quelle band che il palco non lo sa semplicemente tenere, ma lo divora per tutta la durata dello show; a colpire è sopratutto la presenza scenica del cantante Tom Smith, che ha stregato tutti i presenti non solo con la sua voce, ma anche grazie a una gestualità magnetica non comune, una fisicità longilinea che scaglia le sfondo di ombre ritmiche, e sguardi diretti che non risparmiano i fan.

La punta di diamante della serata è stata, senza ombra di dubbio, “No Sound but the Wind” (no, non solo perché è una delle mie canzoni preferite in assoluto), durante la quale Tom ha imbracciato la sua chitarra, si è spostato al centro della passerella e ha incantato il pubblico con uno dei pezzi più belli, dolci e malinconici della sua carriera, facendo venire gli occhi lucidi a molti, tra cui la sottoscritta. Subito dopo sono arrivati due brani del nuovo album, “Cold” e il primo singolo estratto, “Magazine”, l’energica e oscura “Papillon”, uno dei pezzi più conosciuti e amati della band, fino ad arrivare allo scoppiettante colpo finale con “Marching Orders”, al termine della quale i cinque ragazzi di Stafford hanno calorosamente salutato tutti coloro che sono usciti di casa per venire a sentirli “nonostante fosse domenica sera”.

Gli Editors non sono mai stati la mia band preferita, anzi. Non mi vergogno ad ammettere che prima di rimanerne folgorata circa un anno fa, non li avevo mai considerati più di tanto; quindi non sapevo bene cosa aspettarmi dal loro live, nonostante diversi amici me ne avessero parlato con torni entusiasti. Ora, a mente fredda, posso affermare che quello di ieri sera è non è stato un semplice concerto, quanto più un bagno di energia durato due ore e dal quale sono uscita piuttosto controvoglia e con un unico pensiero: “non vedo l’ora di andare a sentirli di nuovo”. Quindi, se ne avete l’occasione, vi consiglio di non lasciarveli scappare.

Foto di Michela Guerrini

Qui la setlist completa del concerto

Hallelujah (So Low)
A Ton of Love
Formaldehyde
Darkness at the Door
Violence
No Harm
Blood
Munich
An End Has A Start
In This Light and on This Evening
Eat Raw Meat = Blood Drool
Nothingness
Belong
Sugar
The Racing Rats
Ocean of Night

No Sound But the Wind
Cold
Magazine
Papillon
Marching Orders