9 Negrita 24 marzo 2015
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A quattro anni di distanza da Dannato vivere Pau,Drigo e Mac sono tornati con un album che sembra riportarli alle origini,partendo da quando aprivano i concerti dei Litfiba arrivando al successo di Mama maè; segnando così l’evoluzione delle sonorità punk-rock dei primi anni’70 che hanno popolato la loro infanzia.

Così come in passato i loro viaggi per il mondo alla ricerca di nuove sonorità hanno portato alla luce alcuni loro successi come Rotolando verso Sud e Gioia infinita,solo per citarne alcuni,anche questo nuovo lavoro,il nono nella loro carriera(da qui il titolo 9),è frutto di un viaggio in Irlanda.

L’intero disco è stato infatti registrato presso il Grouse Lodge di Rosemount; anticipato dal brano Il gioco,l’album appare come una finestra aperta sugli stili di vita e i costumi dell’Italia di oggi. C’è una gran voglia di scappare da una realtà dettata da schemi rigidi che rendono monotona la quotidianità umana.

Questo senso di disagio viene espresso maggiormente in due canzoni:Poser che rappresenta una vera e propria denuncia dell’attuale mondo dello spettacolo dominato dai talent e dai flash dei selfie che portano l’uomo,e in particolare il musicista, ad essere un puro esibizionista privo di talento che non conosce il sacrificio e l’umiltà;e poi c’è Que serà,serà che è un invito a rompere gli schemi e agire con la propria testa.

 

La quotidianità è raccontata anche nei suoi eccessi:il sesso e la trasgressione di Baby I’m in love,e i sabati sera sregolati e movimentati nei locali e nei pub raccontati in L’eutanasia del fine settimana. Nel disco un piccolo spazio viene dedicato anche all’amore con Se sei l’amore e Vola via con me,che sembrano rimandare ai bei tempi di Magnolia,ma con sonorità tutt’altro che acustiche,infatti pur essendo le uniche ballad dell’album non si rinuncia alla chitarra elettrica accompagnata da un tappeto di tastiere che caratterizzava il progressive di fine anni ’60.

Infine c’è un ultimo spazio riservato alla nostalgia:1989 riporta alla giovinezza dei tre ragazzi di Arezzo raccontando gli amori,i sogni e le speranze di un mondo che si apprestava a cambiare dopo la caduta del muro. A proposito di questo brano Pau ha dichiarato che doveva far parte di L’uomo sogna di volare(2005),ma è stato scartato perché aveva diverse sonorità ed è rimasto nel cassetto per 10 anni. E poi c’è Non è colpa tua,traccia che chiude l’album ed è una sorta di commemorazione degli anni ’60 attraverso la citazione di Beatles,Rolling Stones,Bob Dylan e Neil Young miti che hanno fatto la storia ma di cui pochi hanno saputo raccoglierne l’eredità.

E’ dunque un album molto ricco di contenuti;musicalmente parlando non fornisce nulla di straordinario alle orecchie in quanto pochissime delle 13 canzoni presenti arrivano già al primo ascolto;ma si sa questo è uno degli handicap che ha la musica italiana ultimamente. Prevale quindi la semplicità negli arrangiamenti:sono sufficienti voce,chitarra elettrica,basso e batteria a dare un tocco di energia che domina in tutte le canzoni. Magari non è un disco che passerà alla storia dato che la maggior parte dei pezzi comincia,si sviluppa e finisce alla stessa maniera,tuttavia meno male che ci sono i testi che rendono questo lavoro più che sufficiente; ora non resta che aspettare il tour nei palasport che partirà da Firenze il 10 aprile.