Smoke and Mirrors Imagine Dragons
0.0

imagine_dragons_by_anthony_mair_WEBa

Sono stati il gruppo rivelazione del 2014, hanno saputo dare una scossa ad un contesto musicale fino ad allora abbastanza piatto divenendo una delle migliori realtà del panorama musicale internazionale; ed è proprio sull’onda del grande successo che gli Imagine Dragons tirano fuori altre 13 perle (18 nella versione deluxe) che vanno a comporre il loro secondo album in studio: Smoke + mirrors.

E’ cosa nota che il secondo album sia il più difficile nella carriera di un artista: o ci dai un taglio facendo una cosa completamente diversa da quella precedente, oppure riparti da dove ti sei fermato per la serie : “squadra che vince non si cambia”. E ascoltando l’album sembra che Dan Reynolds e compagni volessero basarsi proprio su quest’ultima teoria. Smoke + mirrors si discosta poco dal precedente Night visions album che ha portato il gruppo americano ad essere eletto da MTV come migliore band emergente; il brano Radioactive ha vinto i premi come migliore hit rock e migliore esibizione rock dal vivo.

Questo secondo lavoro sembra ripercorrere i passi del primo;non vi sono grandi novità dal punto di vista delle sonorità,che rispecchiano il rock alternativo col quale si sono fatti conoscere. Tuttavia è come se l’album fosse diviso in due parti:nella prima parte domina la rabbia espressa in tutte le sue sfaccettature in cui le parole spigolose e lapidarie sono accompagnate da riff di chitarra distorti e grida volti ad esternare una situazione di disagio. Una dimostrazione è data dalla hit I bet my life in cui viene raccontata la vivace adolescenza del frontman del gruppo che lo ha portato ad un aspro scontro con i genitori a tal punto di essere considerato, come lui stesso afferma,la pecora nera della famiglia. Meritano di essere citate anche Shots (arrivata già ai vertici in USA e Australia) che racconta il rimpianto di un amore trascurato che ha portato il protagonista a ritrovarsi solo, Gold  il cui motivo riesce a rimanere alla mente grazie a una parte fischiettata che da un tocco “western” al brano, e Friction in cui la scarica di tensione e adrenalina raggiunge il culmine richiamando musicalmente la già citata Radioactive,chiudendo così la parte rabbiosa del disco.

20141217041653!Smoke_and_Mirrors_album_cover

Con It comes back to you cambia l’identità sonora dell’album: da questo momento in poi c’è uno stato di calma apparente dove le chitarre e le voci si placano dando vita a un’atmosfera decisamente più ‘pop’ dominata da ballate che evidenziano una buona abilità, da parte dei Dragons, di spaziare nei diversi mondi dell’alternative. Ma il tocco di gran classe arriva con Hopeless opus la traccia più bella dell’intero disco che riesce a coniugare un ritornello di carattere commerciale, che ricorda la famosissima Demons, con un assolo di chitarra finale che farebbe invidia a molte band emergenti praticanti uno pseudo rock. Il tutto si chiude con The fall, brano di sei minuti che è come se volesse racchiudere tutti gli effetti sonori applicati all’intero album, ed è anche una sintesi delle tematiche, infatti il fumo e gli specchi che danno il titolo all’album, tendenti a rappresentare l’opaca realtà moderna, portano l’uomo in caduta libera.

E’ un album con molta qualità, seppur non molto sorprendente,ma di sicuro gli Imagine Dragons ci hanno già sorpreso con l’esecuzione di Demons e I bet my life in versione acustica accompagnati dall’orchestra durante l’ultimo Festival di Sanremo,e  di sicuro vorranno sorprenderci ancora quando suoneranno a Milano il prossimo Novembre.