22 ottobre 2025

Com'è "Brunori Sas - Il tempo delle noci" visto alla Festa del Cinema di Roma

Sembra una normalissima trama di un film, l’eroe è in difficoltà. La differenza è che non stiamo vedendo le scene di un racconto di finzione ma un documentario, sentiamo parlare di un episodio realmente accaduto a un personaggio di cui ogni riferimento non è puramente casuale. L’eroe è Dario Brunori, in arte Brunori Sas e il documentario è Brunori Sas - Il tempo delle noci, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma (e disponibile su RaiPlay dal 9 novembre). La regia è di Giacomo Triglia.

Brunori Sas in compagnia della figlia Fiammetta - dal doc. di Giacomo Triglia "Il tempo delle noci"
Brunori Sas in compagnia della figlia Fiammetta - dal doc. di Giacomo Triglia "Il tempo delle noci" | Foto press

Dario Brunori parla con il sorriso di «crisi». Cinque lettere che da sole incutono timore ma che pronunciate da lui risultano all’orecchio insignificanti, come se quel periodo di riflessione non era poi così terribile. La «crisi» è arrivata quando Dario e Simona Marrazzo, sua compagna di vita e di arte, hanno voluto radicarsi a San Fili, borgo della provincia di Cosenza, nella regione di origine di entrambi. Davanti all’occhio della telecamera di Giacomo Triglia, già regista dei suoi videoclip, Dario si analizza come uomo e come artista, confessa di essersi chiesto dell’importanza della musica nel momento fondamentale di un padre, l’arrivo di una figlia.

Alla nascita di Fiammetta è sorta un’altra riflessione, un’altra idea di «radicamento». Vivere in Calabria, quando il cuore dell’industria musicale è a Milano, non è in realtà un freno. È riscoprire le proprie origini familiari, è una vittoria contro il pregiudizio che “laggiù” non si può far niente, è l’ambiente perfetto per riunire la storica band, quell’insostituibile ensemble e slancio conviviale per l’arrangiamento dei pezzi, per fare nuova musica. La crisi non ha fatto andare altrove o ha bloccato l’estro del nostro eroe, perché sebbene sia impossibile togliere l’arte dalla vita di Dario, è la vita stessa di Dario che ha arricchito la visione di arte di Brunori Sas.

Ci sono altre radici, quelle di legno e non figurate, in questo documentario. Sono quelle del noce del giardino di San Fili, che hanno fatto ispirare pensieri saldi in momenti di vulnerabilità. È come se da quel verde confidente Dario avesse ottenuto nuove note e nuovi accordi per iniziare un nuovo disco, L’albero delle noci, uscito lo scorso febbraio in una delle settimane più intense per il Dario artista, la sua partecipazione al festival di Sanremo 2025. Altre radici ispiratrici sono state quelle delle viti di Guarnaccino che crescono nella tenuta di Le Quattro Volte, l’azienda agricola di cui è socio Dario, dove è stato registrato il disco nel 2024. 

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L’album ha due interpretazioni, come spiegano Dario e Riccardo Sinigallia, seduti uno di fronte all’altro davanti al “supertestimone” Giacomo Triglia. L’albero delle noci è una conferma del Brunori cantautore del piccolo e del lontano, ma è anche la novità di un racconto di metropoli fatto in una regione quasi dimenticata. La musica nazional popolare che ha rafforzato le radici di Brunori è passata dall’essere indie a prodotto mainstream solo pochi mesi fa, sul palco dell’Ariston. Tutto questo l’aveva previsto in anticipo Riccardo Sinigallia, come un buon produttore artistico sa fare. 

Il cantautore romano parla a cuore aperto dell’amicizia storica che lo lega a Dario. Non ne parla come di un sentimento fine a sé stesso, ma di un ingrediente essenziale per un sodalizio artistico. Vediamo un Sinigallia inedito, quasi austero mentre descrive le sue ferme posizioni sull’arrangiamento dei brani a Matteo Zanobini, amico storico e agente di Brunori. Questo è il momento più interessante del documentario perché mette in luce la coralità dell’album.

Brunori Sas - Il tempo delle noci non è un documentario sulla musica di Brunori Sas, ma la storia di Dario Brunori che fa musica. Non è nemmeno una lode del suo successo, perché lo spettatore sa che il cantautore calabrese è attivo da oltre 20 anni e che il pubblico ed esperti lo hanno fatto salire al terzo gradino del podio di Sanremo 2025. È uno sguardo in silenzio tra archi, tastiere, percussioni e chitarre, ammirando di nascosto un cantautore che ripensa sé stesso nei suoi luoghi più intimi. Il pensiero di Sinigallia sul risultato che ha sempre bisogno dei suoi tempi riecheggia fino all’ultima immagine. Si torna così a pensare al Guarnaccino, che non è un caso se è stato accostato a un disco: la musica di Brunori Sas è come un vino pregiato dalle molteplici note. D’altronde, c’è poca differenza tra una botte o uno strumento se il fine è lo stesso, ottenere un prodotto ben invecchiato.

Brunori Sas e Riccardo Sinigallia alla prima del documentario alla Festa del Cinema di Roma
Brunori Sas e Riccardo Sinigallia alla prima del documentario alla Festa del Cinema di Roma 2025 | Credits: Mirko Pizzichini / Fondazione Cinema per Roma / Festa del Cinema di Roma 2025