"We love filming music"
É lo slogan con cui la Blogothèque si presenta, e noi gliene siamo grati da 12 anni. É molto difficile non incappare almeno una volta in uno dei loro video su Youtube. Se per caso non vi fosse mai successo, vi consiglio di recuperare al più presto.

Sono un profondo sostenitore dell’idea che la musica debba essere vista, oltre che ascoltata.
A Parigi, il tecnico radiofonico Pierre Schaeffer, a partire dagli anni ’40, è stato uno dei primi compositori ad esprimersi attraverso la musica acusmatica: brani registrati su nastro magnetico e sottoposti al pubblico esclusivamente attraverso un impianto di riproduzione sonora. Non c'era nulla da vedere, nessun compositore, nessuno strumento acustico.
Il pubblico reagì in maniera piuttosto fredda. Certo, erano anni di sperimentazione e provocazione, ma la mancanza dell’esecutore sul palco, con tutti i suoi gesti ed espressioni, si faceva sentire in maniera importante. Vale lo stesso oggi. La componente visiva, anche se non è intrinseca alla musica (almeno fisicamente), è fondamentale per apprezzarla in maniera totale. Meglio ancora se fatta in maniera magistrale come nel caso della Blogotheque.

Avrei potuto finire di scrivere quest’articolo molto prima ma io stesso mi sono ritrovato a guardare video su video che la Blogothèque ha realizzato negli anni. Per contestualizzare e per quelli che non sanno di cosa sto parlando: La Blogothèque è un canale di produzione dedicato alla creazione di video musicali che vanta la collaborazione di moltissimi artisti, dagli emergenti alle star globali.
Il progetto ha visto la luce a Parigi 12 anni fa con il format “Take Away Shows” da cui è nato questo canale, permettendogli negli anni di svilupparsi e di offrire centinaia di ore di filmati, live e soprattutto, buona musica. L’idea che sta dietro ai Take Away Shows è molto semplice ma efficace: esibirsi nei luoghi pubblici, per le strade, negli hangar abbandonati di Parigi. Gli ospiti, come detto in precedenza, spaziano fra tutti i generi e notorietà: Bon Iver, Ben Harper, Idles, Kate Tempest, alt-J, Moses Sumney, Mumfords & Sons e tantissimi altri. La musica ha una nuova veste in questa serie di esibizioni dal vivo ed è sempre entusiasmante vedere come l’ambiente, spesso inusuale, possa dare una nuova luce alla musica.
Ne è un ottimo esempio la performance degli Idles in questo bistrot di Parigi.

Dopo il successo dei Take Away Shows, il team francese si è aperto anche ad altri contenuti. I Live per esempio. C’è sempre da stupirsi per quanto ricco sia il loro catalogo ed in un modo o nell’altro si riesce sempre a trovare qualche chicca dei propri artisti preferiti.
I concerti spaziano da situazioni intime e di sperimentazione, a veri e propri eventi come il concerto di Paul McCartney a New York, fino a performance innovative come quella dei Metronomy all’aeroporto di Parigi - Charles De Gaulle, dove la band si esibisce assieme ad un corpo di ballo a fianco di un nastro trasportatore con i bagagli che viaggiano indisturbati mentre la musica viene suonata.
Le mie preferite però rimangono le esibizioni One 2 One. Nate da un’idea di Damien Rice, queste esibizioni prevedevano che una persona del pubblico, durante un festival svoltosi a Berlino, fosse bendata e “rapita” per poi essere portata in una stanza in cui, una volta sbendata, si ritrovasse seduta di fronte ad un artista pronto a suonare un brano solo per lei. La magia della situazione è elettrizzante e spesso le persone rimangono travolte dall’emozione. Solo i conoscenti più intimi degli artisti possono godere di qualcosa di simile mentre il grande pubblico rimane appunto fra il grande pubblico. Fare parte di un’esibizione insieme a molte persone è una straordinario evento che testimonia come la musica possa essere uno dei più sani veicoli per unire la gente, ma poter godere di un momento unico solamente per sé penso possa essere terapeutico per molti. Non ci sono distrazioni esterne, c’è solo la musica con il suo potere di far cambiare di stato ciò che si ha dentro, come un reagente in laboratorio.

Credo che il grande merito di questo collettivo sia, oltre alla evidente bravura nel loro mestiere, quello di veicolare e proporre musica vera. Con musica vera intendo musica creata per un’urgenza, in modo onesto. Non c’è spazio per nuove tendenze di mercato. Certo c’è sperimentazione, ma non è fine a stessa poiché riesce ad arrivare al pubblico e a lasciarlo più arricchito di come l’ha trovato nel primo momento. Siamo costantemente bombardati di musica oggigiorno, e come con il cibo, essere sempre sottoposti a musica spicciola (vedi i negozi, gli ascensori, la fermata della metro...) finisce per essere dannoso. Avere quindi un canale che offra musica curata penso sia un'enorme risorsa per tutti.
Anche se mi risulta difficile scegliere, ecco alcuni dei “must see" che secondo me sono presenti nel catalogo della BlogothVque.
Tribute to Montreux Jazz Festival
I classici non si toccano, dicono. Guardare il video per ricredersi. Quattro grandi classici del Montreux Jazz Festival interpretati da grandi musicisti di oggi.

Moses Sumney - Rank & File
Moses Sumney ci ha abituati a non abituarci. Il suo ultimo album græ è un perfetto esempio di sperimentazione. In questo video ci viene offerta una straordinaria performance dal vivo di questo artista eclettico.

Damien Rice & Cantus Domus - It Takes A Lot To Know A Man
Questo video è la manifestazione del divino, anche per chi non crede. Damien Rice interpreta un suo capovaloro insieme al coro Cantus Domus.

Jack White at Chateau de Fontainebleau
Jack White interpreta i panni del menestrello in una cornice suggestiva. Una lezione di musica e di stile.
