17 giugno 2025

Guida malinconica all'universo musicale di David Lynch

"Alla mia età posso dire di aver visto quello che valeva la pena di vedere, ho imparato a separare il grano dalla crusca, e ho imparato ad ignorare le sciocchezze".

Questa è una guida, malinconica, all'universo musicale di David Lynch. 

David Lynch ci ha lasciato pochi giorni prima del suo compleanno. Gennaio non è mai stato così freddo, buio e difficile. Ma dopotutto, è questo che il regista americano ha sempre rappresentato. E quindi il ciclo continua a girare.

C'è chi lo ha amato, chi lo ha odiato e chi l'ha pure deriso. Ma lui ha continuato a lavorare incessantemente, sradicando i canoni estetici e tecnici del cinema e dando una vita propria a quello che viene definito come "universo lynchiano". Un mondo che dall'esterno è ancora oscuro e misterioso, se non strano, ma dal momento nel quale ti tuffi allora tutto cambia in meglio.

Dieci film, alcuni dei quali così iconici (nel bene e nel male), e una grande produzione televisiva. Con Dune ha realizzato l'impossibile, portando sul grande schermo una storia che preoccupava anche i migliori registi dell'epoca; con Twin Peaks, invece, ha rivoluzionato completamente la televisione portando la prima e incredibile serie tv come Dio comanda. Una produzione che vanta qualità e ricerca, sentimento e razionalità. Ma soprattutto mistero, stranezza, ansia e tante altre caratteristiche difficilmente apprezzabili subito.

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La ricerca non prende solo l'aspetto tecnico di regia, le inquadrature giuste e la perfetta fotografia. Si muove anche verso gli attori e la loro fisicità ed espressione dietro la macchina da presa. E quelle espressioni, quelle battute, sono arricchite da musiche perfette e che rappresentano quell'universo da lui creato.

Quelle musiche, quei brani, sono protagonisti al cento per cento della filmografia intera di Lynch. Il regista infatti vuole dare il giusto peso equilibrato a scene e suoni, certe volte facendo predominare il suono all'immagine.

"Un film è fatto al 50% di suoni. Io dai tempi di Grandmother lavoro sempre con lo stesso tecnico, Alan Splet. Insieme, attraverso i suoni, riusciamo a dare un aspetto di realtà a situazioni irreali e viceversa" - David Lynch

David Lynch e la musica David Lynch | Credits: Thiago Piccoli, edited by Snowmanradio (Creative Commons)
David Lynch | Credits: Thiago Piccoli, edited by Snowmanradio (Creative Commons)

Proprio con il sound designer Splet inizia il suo percorso, prima con il corto sopracitato e successivamente con il lungometraggio (il primo, del '77) Eraserhead. E così si continua con Elephant Manandando più nel profondo delle tematiche e delle richieste del regista: si sentono battiti, fischi e sibili ma soprattutto il respiro. Quello di Merrickl'uomo elefante, accompagnato dalle strazianti e angoscianti musiche del compositore di John Morris.

Con Blue Velvet arriviamo, a mio parere, ad un grande upgrade. Dalla scena dell'orecchio mozzato, con sotto una sinfonia di Shostakovichalla contrapposizione del brano omonimo (reso famoso da Bobby Winton) cantato da Isabella Rossellini; Mysteries of love cantata da Julee Cruise; pezzi vintage come Honky Tonk di Bill Doggett e soprattutto, In dreams di Roy Orbison che, con Lynch, diventa un altro pezzo rimanendo uguale. Con la rappresentazione analitica del Mago di OzCuore Selvaggio  vede il rock di Presley interpretato da da Nicholas Cage o il trash metal dei Powermad.

Lost Highway vede il trionfo assoluto della sua colonna sonora. Infatti inizia l'approccio con l'industrial dei Nine Inch Nails di Trent Reznor fino ai Rammstein David Bowie. Successivamente si crea quello che è il rapporto con l'ingegnere del suono Neff per il film, iconico ed evergreen, Mullholland Drive: il lavoro è a doppie mani, per creare qualcosa di unico e che vesta perfettamente il film. Un lavoro che diventerà poi un disco.

Ma forse il suo più importante contributo, musicale e visivo è stato senza ombra di dubbio Twin Peaks, ovvero la serie tv che ha rivoluzionato la televisione internazionale. Tre stagioni, le prime due degli anni '90 e la terza e conclusiva poco tempo fa. Un lavoro minuzioso nella trama e nella scelta dei suoni ambientali e di narrazione. Tutto questo grazie ad un suo grande collaboratore, Angelo BadalamentiSenza di lui, la serie avrebbe peccato di una parte fondamentale.

Perché è proprio questo che faceva di David Lynch un mago del cinema e dell'immagine in generale. Non solo riusciva a catturare le ansie e le sensazioni del suo pubblico, ma le rendeva ancora più evidenti proprio attraverso la musica che sceglieva o produceva. Un mix di emozioni che ti tengono incollato allo schermo, in qualsiasi contesto. E anche se alcune cose vengono meno bene di altre, vedasi Dunela cosa importante è che comunque è riuscito a lasciare un segno indelebile nella storia del cinema e della televisione contemporanea.

A rendere la sua aura ancora più magica, proprio lui con le sue battute o le sue risposte taglienti ed incisive. Lynch era (anzi, è) come lo vedevi sul grande o piccolo schermo. Lui riusciva con una gentilezza fuori dal comune a trasportare il suo carattere e la sua attitudine verso il mondo anche all'interno della cinepresa.

Nel lungometraggio The Fabelmans diretto da Steven Spielberg, lo abbiamo ritrovato più rigoglioso che mai mentre impersonava uno dei grandi registi americani ovvero Ford. In quell'ultima scena, con lui che fuma un sigaro, David Lynch lascia un messaggio ad un giovane Spielberg ma in verità un po' alle nuove generazioni. Sembra banale, sembra tecnico ma in esso si racchiude tutto il suo universo ed il suo modo di fare:

"When the horizon's at the bottom, it's interesting. When the horizon's at the top, it's interesting. When the horizon's in the middle, it's boring as shit. Now, good luck to you".

Questa guida musicale all'universo di David Lynch è breve, potremmo parlarne per ore ed ore. Ma non importa, a lui tanto non fregherebbe un cazzo.