25 marzo 2022

Hits To The Head, ovvero la storia dei Franz Ferdinand

Siamo qui oggi per parlare dell’ultimo lavoro di un gruppo per cui spendere parole di presentazione che non siano già state utilizzate in passato è veramente complicato. Una delle voci più riconoscibili di tutto il panorama indie rock al pari di quell’inconfondibile capello biondo, un costante desiderio di far saltare e scuotere la testa agli ascoltatori palpabile in ogni singola traccia pubblicata, dischi in cima alle classifiche di mezzo mondo. La band in questione ha uno di quei nomi così altisonanti che se giunge al nostro orecchio la notizia di una nuova uscita, si sa a prescindere che quel singolo o quel disco finiranno immediatamente nel giro delle playlist che si ascoltano per caricarsi. Signore e signori, ecco a voi i Franz Ferdinand.

A ben 18 anni dalla prima volta che questo nome ha preso il posto nel nostro cuore di appassionati di musica senza più lasciarlo, la band scozzese realizza uno dei grandi sogni del leader Alex Kapranos, come da lui stesso ammesso in recenti interviste: incidere la propria greatest hits.

Momento culturale: la formula “best of” ha avuto i natali ed i suoi apici negli ’80 (o meglio, fine ’70)-’90 in cui i mostri sacri di ciascun genere musicale iniziarono a pubblicare dischi con i principali successi prodotti. In questo modo il mercato della musica materiale fu aperto a quella fetta di persone che per indisponibilità economica o culturale non avrebbero mai familiarizzato con l’idea di possedere un disco e poter ascoltare i propri pezzi preferiti allo stereo di casa. Hanno poi progressivamente perso di importanza e nel mainstream si è instillata l'idea che possedere una raccolta fosse una cosa da sfigati e che ascoltare (e possedere) i singoli album fosse la retta via.

Il titolo prescelto per il disco assume in questo senso un duplice significato. Hits To The Head è un chiaro riferimento all’intenzione di colpire l’ascoltatore ed incunearvisi nella testa, infestando orecchie e memoria con quei ritornelli memorabili e quel ritmo trascinatore che ha contraddistinto la quasi totalità dei loro pezzi. Tanto che il titolo con cui avrebbe dovuto essere pubblicata la raccolta pare dovesse essere Hits To The Head, Hits To The Heart and Hits To The Feet. D’altra parte, Hits fa riferimento proprio alla voglia di raccogliervi all’interno tutte quelle che sono unanimemente riconosciute come le loro hit e offrire al grande pubblico una spremuta di Franz Ferdinand.

La chiave di lettura di un disco come quello in questione, pertanto, non può essere che quella di inquadrare storicamente ognuno dei pezzi di cui è composto il disco. Un viaggio di 70 minuti attraverso la galassia Franz Ferdinand.

Si inizia, ovviamente, con estratti di Franz Ferdinand. Darts Of Pleasure è la prima traccia della raccolta, la prima mai pubblicata dalla band (siamo a fine 2003 (!)) e la numero 8 del disco capolavoro di debutto. Nemmeno il tempo di realizzare quanta energia si abbia speso a scatenarsi e cercare di darsi una spiegazione di quanto suonino bene insieme quella chitarra, quel basso e quella batteria ed ecco che parte IL PEZZO. Nomination ai Grammy 2005 praticamente da semi-esordienti e uno dei brani più riusciti dal 2000 ad oggi: Take Me Out è il brano che tutti conoscono, probabilmente anche chi non sa chi siano i Franz Ferdinand, e che tutti almeno una volta abbiamo ballato pogando come se non ci fosse un domani. Direi proprio niente male come modo di (ri)presentarsi al grande pubblico.

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La re-immersione nelle proprie radici prosegue con altri tre grandi successi del primo disco degli scozzesi, estratti tutti nel 2004 come singoli nel medesimo ordine con cui sono inseriti in questa raccolta. Dark Of The Matinee, Michael e This Fire sono altri brani amatissimi dai fan e pezzi forti di ogni loro concerto. Il bello del primo disco è sta proprio nella sua essenza: la gavetta, la voglia di spaccare il mondo e di voler dimostrare a tutti di desiderare di fare i rocker a tutti gli effetti permeano ogni accordo ed ogni sillaba. L'energia che i brani sprigionano è un fiume in piena da cui nessuno può esimersi dall'esserne travolto. I Franz Ferdinand vogliono il tetto del mondo.

È il 2005. Alex Kapranos & Co. si ritrovano, più o meno inaspettatamente, al centro dell’attenzione per aver risvegliato in terra britannica e in tutti gli appassionati sparsi per il mondo la nostalgia di britpop, scemata agli albori del nuovo millennio dopo le gesta di Oasis e Blur su tutti. Tutti stanno ancora metabolizzando la bontà del primo lavoro e loro che fanno? Pubblicano, in perfetto stile indie, il secondo disco ad un anno di distanza dal primo.

You Could Have It So Much Better è un altro successo. Rinfoltisce la gamma di brani pazzeschi contenuti nell’album di debutto e conferma quanto di buono i critici di tutta la scena musicale avevano intravisto un anno prima, pur con qualche differenza stilistica sostanziale. I brani prescelti come rappresentanti della loro seconda opera sono, nell’ordine, Do You Want To, Walk Away, The Fallen e Outsiders. I primi tre sono anche i primi tre singoli pubblicati per promuovere l’uscita del disco, con Do You Want To a prendersi la scena in termini di posizionamento nelle classifiche globali. L’ultima, Outsiders, non è mai uscita come singolo ma è da sempre uno dei pezzi forti della band nei live. Altro indizio che lascia intendere la volontà di consegnare agli ascoltatori un vero e proprio best of.

Dopo la doppietta del biennio 2004-2005 i Franz Ferdinand optano per la mossa più classica per un gruppo che desidera assestare la propria identità nella scena musicale di competenza. Pausa di riflessione, di raccoglimento delle energie e delle idee che possano far saltare di nuovo i fan di tutto il mondo. Il risultato arriva 4 anni dopo, nel 2009, ed è l’ennesimo colpo di cannone. Non in termini di vendite e di eco mediatica, che sono decisamente al di sotto delle aspettative create dalle prime due pietre miliari, quanto dal punto di vista stilistico. Tonight: Franz Ferdinand è la prova di maturità superata con il massimo dei voti. Un istinto evolutivo con una strizzatina d’occhio al proprio passato. Mano pesante sulle corde delle chitarre, cori al posto giusto, prime sperimentazioni al synth: tutti i membri remano sapientemente nella stessa direzione. Lucid Dreams, Ulysses e No You Girls i brani inseriti e quelli che meglio sanno rappresentare la corsa verso il futuro dei Franz Ferdinand.

Dopo la maturità, arriva la sicurezza nei propri mezzi. Right Thoughts, Right Words, Right Actions è il titolo dato da Kapranos e compagni per urlare al mondo quanto siano sul pezzo e quanto siano consapevoli dei propri mezzi e della cassa di risonanza che hanno a disposizione per il semplice fatto di essere i Franz Ferdinand di Take Me Out. Il titolo è emblematico: la band è carica, sa quello che deve fare e come farlo ed il numero di brani di successo contenuti nel loro disco ne è l'ennesima prova. Con Right Action, Evil Eye e Love Illumination Alex e compagni sconfinano coscienziosamente nel pop più ballabile: questi sono i singoli che accompagnano la pubblicazione dell'album e quelli che ovviamente, secondo la logica della raccolta, vengono inseriti in Hits To The Head.

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Veniamo ora ad uno dei momenti più entusiasmanti della loro carriera, nato nel 2004 da una reciproca simpatia e concretizzatosi ben 10 anni dopo. Durante la promozione di Take Me Out, Alex Kapranos viene a sapere un po' per caso che una delle sue band preferite di sempre, gli Sparks, simpatizza per il suo modo di fare musica (per rendere l'idea, pare che i Franz Ferdinand si siano forgiati nel tentativo di coverizzare Achoo proprio degli stessi Sparks). Le due band iniziano a scambiarsi demo e infittiscono progressivamente i contatti finché nel 2013 si ritrovano entrambi al Coachella e decidono che è giunta l'ora di fare un disco insieme. Il modo di cantare di Russell Mael (voce del due losangelino) si avvicina vagamente al modo in cui Alex biascica e sussurra alcune parole. L'imprevedibilità del synth tipico dei fratelli Mael dona agli scozzesi una grande occasione: si parla di occasione perché come sempre saper lasciare su binari diversi influenza e somiglianza è cosa da grandi artisti. E i Franz Ferdinand lo sono. Immaginate di consegnare un arsenale di armi potentissime ai John Rambo della scena indie rock.

E così sotto l'acronimo-pseudonimo FFS (Franz Ferdinand Sparks, appunto) i due gruppi si miscelano alla perfezione e danno vita all'omonimo disco del 2015, in cui spicca il singolo Johnny Delusional, che tuttavia non trova spazio nel greatest hits della band, trattandosi di un side-project.

Nel frattempo i Franz Ferdinand perdono uno dei loro membri storici: il chitarrista e tastierista Nick McCarthy decide di uscire dal gruppo. Viene così rimpiazzato da ben due musicisti: Julian Corrie (tastierista e polistrumentista) e Dino Bardot (chitarrista). Iniziano così le registrazioni del nuovo album Always Ascending. Uscito nel 2018 è un disco in stile Franz Ferdinand con miriadi di citazioni e elementi di sperimentazione. Non esattamente quello che tutti si sarebbero aspettati, ma una piacevole sorpresa che per essere apprezzata a pieno necessitata di diversi ascolti e più di una riflessione. Always Ascending e Glimpse Of Love i due brani inseriti nella raccolta e perfetti assaggi dei nuovi Franz Ferdinand che padroneggiano anche la nobile arte del psychedelic pop. Il primo pare fatto apposta per i live, con il suo climax di sensazioni che ci portano dai paradisiaci coretti di Paul ed Alex all'inferno delle chitarre e del basso degli scozzesi. Glimpse Of Love è invece la perfetta rappresentazione dell'evoluzione dei Franz Ferdinand, con le classiche sonorità perfettamente calate all'interno del contesto musicale in cui il disco è stato concepito.

Infine, ecco un assaggio di ciò a cui i Franz Ferdinand stanno già lavorando. Potremmo definirlo come uno scorcio sul futuro della band, concepito tra un lockdown e l'altro, nel periodo di astinenza da esibizione che la band abbia mai conosciuto e dopo l'addio alla band del batterista Paul Thompson. Curious è l'ultima canzone cronologicamente pubblicata da Alex & Co. ed è la naturale prosecuzione del finale di Always Ascending: tipico brano Franz Ferdinand aggiornato ai recenti sviluppi stilistici e in termini di organico del gruppo. Parla tra i consueti giri di chitarra e basso di amore, delle sue diverse fasi, dal mistero iniziale alla piacevole ordinarietà che nel tempo ci si guadagna reciprocamente. Billy Goodbye è invece un omaggio al classico rock'n'roll, in cui si celebra un addio ad una persona (anche se il concetto è chiaramente estendibile anche a qualcosa di immateriale) in modo più che positivo. Una sorta di 'felice triste' che ricrea un'atmosfera che sta molto a cuore ad Alex Kapranos. Ricorda molto, in termini di mood e attitudine, ciò che da sempre contraddistingue Miles Kane.

E così dopo (quasi) due decenni di successi, Alex Kapranos ha sentito la necessità di dare forma alla prima raccolta di successi dei Franz Ferdinand. 20 brani che dimostrano quanto grande sia il valore della band di Glasgow, che ha saputo negli anni sopperire a partenze e divorzi illustri e all’inesorabile trascorrere del tempo. Questo è stato possibile incarnando, come pochi altri gruppi, il perfetto mix tra il saper mantenere la propria identità in un mondo in cui svendersi è sempre più comune, lasciandosi però contaminare coscienziosamente da influenze esterne.

Questo disco assomiglia a quelle playlist che ognuno di noi ascolta e si è sforzato di creare per poterle sfoderare alle feste e convincere gli altri di sapere come farli ballare e scatenare al meglio. Il fatto è che qui la playlist è composta di pezzoni di un unico gruppo, prodotti per lo più nell’arco di 15 anni. La caratura delle canzoni, lo stile inconfondibile, il principio alla base della volontà di produrre un best of, l'evoluzione senza stravolgimento nonostante i generi e nonostante i cambi in formazione.

Inutile spiegarvi perché valga la pena comprare il biglietto per vederli live. Mi limiterò a scrivere qui sotto la data del prossimo concerto italiano confidando di vedere qualcuno di voi nel pogo del parterre:

  • 1 novembre 2022 @ Lorenzini District, Milano