05 settembre 2025

I 20 anni di Coles Corner di Richard Hawley, il disco che ha segnato Alex Turner

Il 5 settembre 2005 il diciannovenne Alex Turner e i suoi Arctic Monkeys, formatisi appena tre anni prima a partire dai banchi del liceo, avevano da poco pubblicato il primo EP Five Minutes with Arctic Monkeys e apposto la loro firma su un contratto con la Domino Records. Erano in procinto di pubblicare nel giro di pochi mesi due tra i loro singoli di maggiore successo (I Bet You Look Good on the Dancefloor e When the Sun Goes Down) e rimbalzavano da un locale all'altro per suonare quante più volte possibile. Fino a quello stesso 5 settembre, Richard Hawley era stato chitarrista della band britpop Longpigs (attiva a fine anni 90), turnista dei Pulp e, facendosi notare dal loro leader Jarvis Cocker per un po' di materiale registrato in autonomia, aveva già pubblicato due dischi da solista.

Vi starete chiedendo quale sia il denominatore comune di questi due personaggi. La risposta è in parte geografica, ma riguarda anche le influenze musicali. Alex Turner e Richard Hawley rappresentano infatti le due generazioni più floride della scena di Sheffield, la loro città natale: gli anni '00 e successivi da un lato, gli anni '80 e '90 del secolo precedente dall'altro, rispettivamente.

Ma è soprattutto musicale, visto che Coles Corner, terzo disco di Richard Hawley uscito sempre quello stesso giorno, è un assaggio di quello che esattamente vent'anni più tardi lo stesso Alex Turner avrebbe offerto nella versione post-AM degli Arctic Monkeys. Ma procediamo con ordine, analizzando tutti gli incroci tra questi due celebri concittadini.

Richard Hawley
Richard Hawley | Foto press

Partiamo dunque dalla geografia. Sheffield è la città natale sia di Alex Turner che di Richard Hawley, ed il legame con la città è intenso per entrambi. Turner, ad inizio anni '00, entra con i suoi Monkeys nella nuova generazione di band che deve tenere alta l'asticella settata nei due decenni precedenti e la loro storia si sviluppa nei vari angoli della città.

C'è il quartiere di High Green dove Turner e Matt Helders, futuro batterista della band, crescono insieme a poche case di distanza. Ci sono gli studi di registrazione in cui forgiano il loro suono. Ci sono i pub, il The Grapes dove suonano il primo live nel 2003 e il The Frog & Parrot in cui bevono da minorenni di nascosto (e che comparirà sulla copertina posteriore di Whatever People Say I Am, That's What I'm Not, loro disco di debutto nel caso ci sia bisogno di specificarlo). C'è il The Boardwalk, locale in cui Alex lavora e sotto il cui portico i Monkeys registrano le prime demo.

E poi c'è il Fagan's, un pub fuori mano, salvato dall'abbandono da un consorzio di cui fa parte Helders, ma iconico per due ragioni: è uno dei luoghi in cui i giovani membri della band cercano ispirazione (e si sbronzano) e, come sottolineato da loro stessi, "piace molto a Richard Hawley, che ci va spesso".

Arctic Monkeys
Arctic Monkeys | Foto press

Lo stesso Hawley è irreversibilmente legato a doppio filo a Sheffield. Nasce in una zona residenziale della classe operaia della città, figlio di due musicisti - il padre era un chitarrista molto affermato in città, tanto che alla morte verrà compianto come una leggenda musicale cittadina - coltivando sin dalla tenera età il rapporto con la musica scrivendo canzoni. E proprio a Sheffield muove i primi passi nella scena musicale, formando e partecipando a svariate band come i Lovebirds e, soprattutto, la meteora britpop Longpigs, fino a farsi notare dai compari Jarvis Cooker e Steve Mackey dei Pulp per iniziare la carriera solista (sarà proprio lo stesso Cooker a sentire per primo le demo di Richard Hawley e a riconoscerne il valore).

E il legame con Sheffield viene sugellato proprio con Coles Corner: un'istantanea del "dove e quando" della creatività musicale di Hawley. Perché Coles Corner è luogo iconico della città in cui ci si dà appuntamento per la prima fatidica uscita, di fronte alla cattedrale di St. Peter and St. Paul. E così sulla copertina del disco, un malinconico Richard Hawley attende con un mazzo di fiori in mano all'imbrunire.

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Nonostante i primi effettivi incroci tra Hawley e i Monkeys siano avvenuti al bancone dei pub in cui Turner e soci lavoravano e negli Yellow Arch Studios, gli studi di registrazione in cui gli stessi Monkeys suonavano e registravano un po' di materiale (come testimoniato dallo stesso Hawley), il primo incontro sotto i riflettori avviene nel 2006 all'assegnazione dei Mercury Prize.

A vincere sono i Monkeys con Whatever People Say I Am, That's What I'm Not - in un'edizione che, tra i tanti, vede la partecipazione degli Editors con The Back Room e dei Muse con Black Holes & Revelations, due dischetti niente male - proprio ai danni di Coles Corner di Hawley, dato per favorito anche dagli stessi Arctic Monkeys. Tanto che al momento della premiazione, Alex Turner affermerà scherzosamente "Qualcuno chiami il 999, Richard Hawley è stato derubato!" (qui il video, del giovanissimo e impacciatissimo Alex).

Di appena un paio di anni fa è invece l'ennesimo apprezzamento dello stesso Hawley nei confronti di Turner e i Monkeys, attraverso un'intervista in cui ha ammesso che di fatto la scenetta ha fatto sì che Coles Corner venisse ancora più ascoltato.

Richard Hawley
Richard Hawley | Foto press

Ma, come dicevamo poco fa, l'incontro vero tra i due sta proprio in Coles Corner. Il disco sicuramente più riuscito di Hawley, apprezzato come detto in lungo e in largo, per la sua fortissima identità spaziale e musicale. Non a caso la titletrack è il brano che apre il disco, definendone arrangiamenti, atmosfere e scelte liriche, con quella scelta stilistica volta al rockabilly e al crooning. Brani come la stessa Coles Corner e The Ocean, arrangiati e suonati con un'orchestra, tracciano la direzione che Turner proporrà sempre con maggiore decisione da Everything You've Come To Expect (2016) dei Last Shadow Puppets fino a Tranquillity Base Hotel & Casino (2018) e The Car (2022) dei Monkeys.

La ballad Hotel Room è il seme per lo stile e i testi di Suck It And See (2011) in cui è impossibile non notare, disseminati per l'album, riferimenti a Under A Bad Sign, a sua volta l'origine di Submarine (2011), colonna sonora dell'omonimo film scritta da Alex Turner, ma anche di buona parte del repertorio post-AM.

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La vicenda del Mercury Prize di fatto rompe il ghiaccio tra quelle che sono e saranno due istituzioni della scena di Sheffield e nel corso degli anni gli incroci saranno sempre più frequenti. Il b-side del singolo Teddy Picker (2007) contiene ben 3 collaborazioni: Bad Woman è cantata da Richard Hawley, mentre The Death Ramps e Nettles sono scritte con lo pseudonimo di Death Ramps, usato ogni volta in cui nei brani di Turner viene coinvolto lo stesso Hawley e/o Miles Kane.

Only Ones Who Know, sesta traccia di Favourite Worst Nightmare (2007), è stata da subito identificata come un tributo al Richard Hawley di Coles Corner e altro non è che un assaggio della direzione artistica che avrebbe intrapreso Turner qualche anno più tardi. Appena un paio d'anni più tardi, Hawley avrebbe invitato Alex Turner ad interpretare insieme il brano in una data dello stesso Hawley alla Union Chapel di Londra del 2009.

Un anno prima di AM (2013), arriva You & I, un brano in collaborazione tra gli Arctic Monkeys e lo stesso Hawley, con tanto di video girato, ovviamente, a Sheffield. Poi, proprio con AM, il primo accenno di svolta, con un look diverso e un rock sempre meno impertinente e via via più barocco.

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E si arriva fino ai giorni nostri con i due dischi, Tranquillity Base Hotel & Casino e The Car, che hanno spiazzato la maggior parte di fan e critica per il divario stilistico rispetto ai precedenti lavori. E non è un caso che proprio in corrispondenza con TBH&C si vociferasse che Alex Turner fosse pronto ad abbandonare la band ed intraprendere questa nuova fase del viaggio in solitaria. Per inseguire i suoi riferimenti e mostri sacri Richard Hawley, Scott Walker e David Bowie.

Di sicuro si possono considerare The Ultracheese del primo e There'd Better Be A Mirrorball del secondo, ma sono soprattutto Big Ideas e Mr Schwartz di The Car, i brani che potrebbero tranquillamente essere incasellati nel repertorio di Hawley e camuffati nella scaletta di Coles Corner, per arrangiamento, vocalità e malinconia.

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Il materiale è abbastanza per poter affermare che Coles Corner è senza dubbio uno di quei dischi che ha cambiato il corso degli eventi. Ad impressionare è proprio come Hawley si sia velocemente trasformato in un riferimento, musicale e anche di immagine, per Alex Turner portandolo ad una lenta e inesorabile metamorfosi degli Arctic Monkeys degli albori ad una band dal suono universale. Coles Corner è un album senza tempo e pochi sono quelli ad essersene accorti. Tra quei pochi c'è Alex Turner.