Quando la maggior parte di chi legge questo articolo si stava addentrando nel mondo dell'indie, prendeva confidenza con Spotify per creare le sue playlist e postava i primi scatti su Instagram, un gruppo irrompeva sul mercato musicale globale con un singolo potentissimo, in grado di mettere d'accordo appassionati di tanti generi musicali diversi. Era il 2012 e Sweater Weather è stata sicuramente in almeno una delle vostre playlist, e nessuno si sarebbe immaginato che 13 anni più tardi sarebbe stata ancora virale grazie ai social.
I Neighbourhood, nati appena un anno prima, si presentavano al mondo con un singolo (ad onor del vero, il secondo dopo Female Robbery passato quasi inosservato nello stesso 2012) che avrebbe segnato il decennio e non solo, incarnando alla perfezione l'alternative/indie pop degli anni '10 e aprendo la strada alla new wave di artisti che, spaziando tra influenze indie, R&B e alternative, avrebbe poi rappresentato la fetta di mercato musicale più ampia per gli anni successivi.

Il singolo appartiene al disco I Love You., pubblicato nell'aprile del 2013, debutto perfetto per gettare le basi per il suono dei Neighbourhood. Testi pop che trattano spesso e volentieri rapporti sentimentali burrascosi, una voce unica ed eterea che si mescola alla perfezione con quella naturale malinconia che ogni brano racconta, delle ritmiche iconiche, quasi cinematografiche, accompagnate da metriche per certi versi vicine all'hip hop.
Una commistione di sfumature di generi così vicini e al tempo stesso lontani, fino a quel momento mai incarnata con tanta personalità. E poi l'immagine di Jesse Rutherford, una rockstar, bello e dannato, in perfetto stile Luke Glanton, ovvero Ryan Gosling in Come un tuono (tra l'altro film contemporaneo alla band, accomunato dalle tematiche e dai visual).
Fu chiaro sin da subito che c'erano tutti i presupposti per arrivare all'apice. Che poi l'apice fu la partenza stessa, perché nello stesso 2013 i Neighbourhood si ritrovarono in tour con gli Imagine Dragons, in cima alle classifiche proprio grazie a Sweater Weather e, subito dopo, Afraid., si esibirono al Coachella e al Music Midtown. Quest'ultimo è un festival di notevoli dimensioni e dalla storia travagliata, che si tiene ad Atlanta dal 1994, e proprio Atlanta è al centro degli sviluppi del progetto musicale della band.

Il frontman della band ha un passato nell'hip hop, con un mixtape pubblicato poco prima di imbarcarsi nel progetto The NBHD, e proprio da lì proviene una grossa fetta delle sue influenze. Il debutto difficilmente collocabile in una specifica scena o genere musicale, fatto di suoni cupi alternative - per certi versi associabili al contemporaneo AM degli Arctic Monkeys - e una certa propensione al cantare in un tutt'uno con la ritmica, tipico del rap, risulta più chiaro se si pensa che alla produzione di I Love You. c'erano persone come Justyn Pilbrow e Emile Haynie.
Se il primo nome vi suona poco famigliare, non c'è da stupirsi: I Love You. fu il progetto che lo consacrò come produttore al di fuori della Nuova Zelanda, dove aveva ottenuto già un discreto successo, tanto da essere coinvolto ancor di più nella scrittura del secondo disco dei californiani (e negli EP che lo anticiparono). Emile Haynie e i suoi lavori in produzione a inizio anni '10 spiegano invece molte delle sonorità del debutto dei Neighbourhood: Lana Del Rey, Emeli Sandé, Bruno Mars e persino Kanye West e Rolling Stones. Parlavamo di trasversalità?
Proprio il passato hip hop di Rutherford e le innegabili influenze sulla direzione artistica dei Neighbourhood li spingono ad entrare in contatto sempre più stretto con la scena hip hop americana. Prima l'EP The Love Collection (2013) co-prodotto dalla band e da Pilbrow, poi la figura chiave diventa DJ Drama, storico dj collaboratore di T.I. nel contesto della florida scena di Atlanta (da sempre una delle piazze più attive, nonché città che ha dato i natali al movimento trap - per dirla in poche parole).

Il prodotto della collaborazione è un EP dal titolo #000000 & #FFFFFF (bianco e nero, rispettivamente, in linguaggio HTML, per sugellare ulteriormente il legame con le grafiche in bianco e nero), pubblicato nel 2013 e definirlo diversamente da un'EP hip hop è davvero difficile. Figurano infatti alla scrittura, alla produzione, o semplicemente come featuring, personaggi del calibro di G-Eazy, DeJ Loaf, YG e French Montana.
Sull'onda della risonanza generata da I Love You., dopo poco più di due anni e la separazione con il batterista Bryan Sammis, arriva il secondo vero e proprio album. Wiped Out! (2015) è un altro successo discografico e ancora una volta la sua arma più potente è la fluidità con cui si muove tra un genere e l'altro. Justyn Pilbrow viene confermato alla produzione grazie alle sue affinità con Rutherford e l'intera band, ma, a riprova del successo e delle attenzioni ricevute, entrano in gioco anche i pesci grossi.
Co-produttore è infatti Benny Blanco, da ormai vent'anni in cima alle classifiche grazie a collaborazioni in produzione o scrittura con vere e proprie colonne della cultura di massa. Da Ed Sheeran a Britney Spears, passando per Eminem, Kanye West e The Weeknd. E proprio con quest'ultimo si può fare più di qualche parallelismo visto che entrambi i dischi escono nel 2015, gettano le proprie fondamenta in un R&B distopico fatto di sintetizzatori e chitarre distorte e, soprattutto, sono pieni zeppi di brani fatti apposta per le radio destinati a farsi sentire per anni. Emblematico è il caso di Daddy Issues, sicuramente la canzone più interessante del disco, tornata virale da un paio d'anni a questa parte grazie alle tendenze di TikTok.

Dopo oltre un anno di tour tra Europa e USA, la band si rimette in studio di registrazione e, tra settembre 2017 e marzo 2018, arrivano i frutti del lavoro. Si susseguono tre EP, Hard, To Imagine e Ever Changing, e l'omonimo terzo disco in studio The Neighbourhood, pubblicati successivamente online anche nella versione compilation Hard To Imagine The Neighbourhood Ever Changing. Il fatto che il disco più identitario della band, anche alla luce del titolo assegnatovi, sia il terzo della loro discografia la dice lunga sulle abilità di metamorfosi dei Neighbourhood che sfornano, dopo l'indie del debutto, il loro disco più R&B, pur con le solite innumerevoli sfumature.
L'album che ne risulta è fondamentalmente un disco di ispirazione black music: ci sono vere e proprie hit hip hop, come Dust, Softcore, Void, Livin' In A Dream (con il featuring del compianto Nipsey Hussle, rapper losangelino), Reflections e Beat Take 1 (con Ghostface Killah), arricchite da brani R&B in chiave moderna come Scary Love e You Get Me So High. Ma non mancano hit nello stile indie pop/rock come Stuck With Me e Flowers, principalmente per merito delle chitarre, dei synth e della vocalità di Rutherford.
Il disco più continuo e riuscito della band californiana. Ancora una volta, il team di produzione risulta fondamentale per comprendere il lavoro: Rock Mafia (duo che può contare non meno di 38 brani da top ten nelle classifiche mondiali grazie a collaborazioni con artisti hip hop ed electropop), il duo 100 gecs (da cui hanno sicuramente saputo pescare il lato più sperimentale della produzione) e Dave Sitek (Yeah Yeah Yeahs, Foals, Beady Eye, Weezer e Nine Inch Nails).

Nel 2020 la band californiana pubblica il quarto album Chip Chrome & The Mono-Tones, che consente al pubblico di conoscere un nuovo lato di Rutherford: dopo il successo mondiale e le grandi produzioni, i Neighbourhood decidono infatti di produrre il disco in autonomia, affiancati da Danny Parra (anche lui losangelino ed ex-collaboratore in Rock Mafia), conosciuto dallo stesso frontman qualche anno prima mentre lavorava a del materiale solista.
Non solo la produzione, anche il disco in sé è nettamente più introspettivo e concentrato sulla figura di un Rutherford ispirato, nell'immaginario e musicalmente, dal David Bowie di Ziggy Stardust. In questo parallelismo, Chip Chrome è proprio Rutherford, che appare sulla copertina totalmente ricoperto di vernice argentata, mentre The Mono-Tones altro non sono che le sue innumerevoli personalità che cercano di trascinare l'ego nella propria direzione.
Squadra che vince, non si cambia: infatti, sarebbe stato sicuramente disfunzionale cercare di scostarsi dalla collaudata coesistenza dell'R&B e dell'indie/pop rock. La mossa vincente in questo caso è l'aggiunta di una componente lo-fi e dream pop, effettivamente molto adatta alle atmosfere del suono della band già dal debutto, ma mai veramente approfondita. Cherry Flavoured, The Mono-Tones e Stargazing (inserita nella versione deluxe del disco insieme a The Shining, quest'ultimo a tutti gli effetti un brano shoegaze/dream pop) sembrano mettere d'accordo in maniera quasi inspiegabile Beach House, Mac DeMarco e i progetti più recenti di The Weeknd.

Ma come ogni storia di successo che si rispetti, qualche travaglio deve pur esserci. Proprio nel momento più introspettivo in cui la band si dichiarava unita più che mai, ecco che a inizio 2022 arriva l'annuncio di una pausa inaspettata. Il motivo verrà reso noto qualche mese più tardi: il batterista Brandon Fried viene allontanato dalla band a seguito delle accuse della frontwoman delle Marias di violenza sessuale, seguite dalla confessione dello stesso di avere problemi di abuso di alcol e droghe.
Dopo le scuse del diretto interessato e un percorso di riabilitazione e disintossicazione, la band annuncia attraverso la propria pagina Instagram (totalmente ripulita) di essere tornata in studio nella sua completa formazione, per tornare a fare musica e riprendere il discorso laddove era stato malamente interrotto. E nell'autunno del 2025 iniziano ad apparire su Instagram le prime immagini della band riunita dopo 4 anni dalle ultime apparizioni e alcuni loro indizi sul progetto, con date e indirizzi che riportano sempre in California. Dove tutto ha avuto inizio.
Estetica da rock band, un successo nella cultura di massa, sonorità R&B: quanto è difficile individuare il genere musicale di appartenenza dei Neighbourhood? Proprio la loro trasversalità è stata sicuramente la chiave del loro successo, permettendogli di mettere d'accordo appassionati di fette di mercato spesso lontane anni luce. Sono davvero pochi i passi falsi della band, che ha saputo pubblicare tante hit radiofoniche senza scadere mai nel banale e, soprattutto, sapendo trovare la propria personale miscela di generi musicali come in pochi altri casi.
Infinite sono da sempre le discussioni attorno alla musica pop: si tratta di una forma semplificata di generi più sofisticati, rimaneggiati e addolciti, per essere accettati nella cultura di massa o è lo stesso pop un genere musicale a sé stante? Una risposta univoca probabilmente non arriverà mai, ma la storia dei Neighbourhood è un'importante testimonianza di come anche il pop possa essere fatto senza scadere nel banale, grazie al talento, alla ricerca musicale e alle grandi produzioni. Lo stesso The Weeknd ne è una prova vivente da ormai oltre 10 anni.

Nonostante un debutto che poteva finire per mettere in difficoltà la band nel reggere l'urto del successo repentino e della richiesta del mercato, i Neighbourhood sono riusciti nel corso degli anni a rimanere sulla cresta dell'onda grazie alla propria attitudine e a progetti sempre ben studiati. Dopo la pausa forzata, eccoli pronti a rientrare sul mercato con il nuovo disco (((((ultraSOUND))))) uscito lo scorso 14 novembre: un chiaro tentativo di riallacciarsi con i propri fortunati esordi, attraverso l'estetica e anche lo stile dei brani con le solite diverse sbandate verso generi molto distanti, come la club, persino il britpop e vari beat incalzanti e accattivanti.
Ci sarà anche un nuovo tour mondiale con tanto di data all'Unipol Forum di Milano il 4 maggio 2026, l'unica in Italia (e già sold out).