26 maggio 2023

Ode a Andy Rourke, il bassista degli Smiths

È il 17 gennaio 1964 e una nuova fiamma alimenta il fuoco ribollente di Manchester. Le aziende tessili, la rivoluzione industriale, la Grande Depressione e la rinascita contemporanea che ha avuto la sua massima espressione nella musica e nel calcio. L’aria che tira da quelle parti è da sempre particolarmente fertile e carica di ispirazione visto il calibro di personaggi che sono riusciti ad emergere. Andrew Michael Rourke è irlandese da parte di padre e inglese da parte di mamma e cresce con il padre come figura principale, visto che la madre abbandona presto la famiglia. Nonostante questa dolorosa decisione, i genitori fanno l’indovinatissima mossa di introdurre il figlio al mondo della musica regalandogli prima diversi strumenti-giocattolo e poi, all’età di sette anni, una vera chitarra acustica. Ad Andy piace strimpellare ed il caso vuole che alla St Augustine's Grammar School ci sia un ragazzino con i suoi stessi interessi e la sua stessa attitudine: il suo nome è John Martin Maher, oggi noto come Johnny Marr.

I due ragazzini iniziano a suonare insieme nelle pause pranzo a scuola e in qualsiasi momento libero siano in grado di condividere e insieme coltivano il sogno di formare una band. Il primo tentativo è già decisivo per il futuro dei due, visto che il ragazzino incaricato di suonare il basso sa suonare una sola canzone. Johnny ha iniziato a suonare la chitarra più tardi di Rourke, ma se la cava piuttosto bene e suggerisce allora di lasciare a Andy i panni del bassista: è amore a prima vista, come ammesso anni dopo dallo stesso Rourke.

Andy molla la scuola a 15 anni e tra un lavoro part-time e l’altro per sbancare il lunario racimola un discreto bagaglio di esperienza tra chitarra e basso, suonando con gruppi di ogni genere e caratura. Poi arriva l’occasione che svolta la sua vita: Marr e Morrissey, conosciutisi ad un concerto di Patti Smith nel 1978, mettono su una band e Johnny non ci pensa due volte ad indicare Rourke come designato bassista. Nel 1982 nascono gli Smiths e tutto il resto è storia. Saranno anni proficui ma terribilmente turbolenti, come dimostra lo scioglimento prematuro della band nonostante innumerevoli successi in soli 5 anni di carriera ad un ritmo di quasi-un-album all’anno e il complicato rapporto proprio tra Andy e le sostanze stupefacenti che gli costano pure un momentaneo "licenziamento" dalla band.

Essere eclissati dai ben più prorompenti e affascinanti compositori Marr e Morrissey può essere scontato eppure, pur senza un carattere particolarmente estroverso, Rourke riesce sempre e comunque ad emergere in ogni brano con suoni tutti nuovi ed un’abilità completamente fuori dalla norma di suonare il basso. Il modo in cui le sue linee melodiche non si lasciano sopraffare nelle hit Heaven Knows I’m Miserable Now e This Charming Man hanno fatto da apripista per un filone incredibilmente melodico dell’indie arrivato fino ai giorni nostri (per darvi un'idea dell'impatto anche sui gruppi più attuali, date una chance agli Her's). Il puro accompagnamento ritmico ha lasciato il posto a melodie che si intrecciano alla meraviglia con gli accordi di Marr e i colti gorgheggi di Moz. Una delle prove più plateali la si ha nel brano Barbarism Begins At Home, traccia numero 8 di Meat Is Murder (1985), in cui gli ultimi 180 secondi sono lasciati a Rourke per un incredibile assolo di basso. Lo scaltro Moz ha ben chiaro chi si trova di fronte e trova il modo migliore per far fruttare un talento incredibile come quello di Andy in un mondo in cui chitarre e soprattutto sintetizzatori si stanno prendendo la scena degli anni '80.

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Dopo il tira e molla con la band e lo scioglimento degli Smiths del 1987, Rourke inizia un lungo periodo di bassista freelance, in cui dapprima accompagna Sinéad O'Connor insieme a Joyce (batterista proprio degli Smiths), poi Morrissey nella registrazione di diversi suoi brani da solista a cavallo del 1990. Poi una girandola di partecipazioni in progetti più o meno di successo con gruppi come The Pretenders, Bonehead (ex chitarrista degli Oasis), Aziz Ibrahim (ex chitarrista degli Stone Roses nel dopo-John Squire) e Ian Brown, nell'ambito della composizione e registrazione del disco The World Is Yours (2007).

Dal 2006 in poi si occupa, insieme al nuovo manager Nova Rehman, dell'organizzazione dell'evento benefico Manchester v Cancer, dopo che al padre e alla sorella del manager viene diagnosticato un tumore: un concerto attraverso cui raccogliere fondi da devolvere in favore del Christie Hospital di Manchester, all'epoca il più grande centro europeo di ricerca contro il cancro. A posteriori, uno di quegli intrecci pazzeschi con il destino. L'iniziativa ha un enorme successo, complici i grandi nomi che vi parteciparono (su tutti Peter Hook, Doves, Elbow e Mani) e per la reunion con il vecchio amico Johnny Marr. Tra l'altro, l'evento ha fatto da apripista per la formazione del supergruppo Freebass, con Peter Hook e Gary Mani Mounfield degli Stoner Roses.

E arriviamo così ad oggi, nel 2023. Dopo che le prime voci avevano iniziato a circolare è stato l’amico di sempre Johnny Marr con un post davvero straziante ad ufficializzare la notizia: Andy Rourke, bassista di The Smiths e Freebass, è morto all’età di 59 anni dopo aver combattuto per anni contro un tumore al pancreas. Uno dei mali più infimi e tra gli scherzi peggiori che la vita può fare.

A seguire personaggi delle più svariate provenienze musicali e geografiche. Oltre agli ex colleghi e membri degli Smiths Morrissey e Joyce che più di tutti hanno avuto l’opportunità di ammirarne le gesta nel corso della carriera, Alex Kapranos dei Franz Ferdinand, Ian Brown himself, Peter Hook di Joy Division, New Order e ora indipendente, fino ad arrivare negli Stati Uniti, dove persino DJ Premier, in cima all’Olimpo dei produttori hip-hop di sempre, ha sottolineato l’impatto rivoluzionario delle linee di basso di Andy Rourke sulla musica contemporanea.

Strano come per sottolineare l’importanza di un musicista si debba spesso attendere un avvenimento così catastrofico e disarmante come la sua scomparsa. Un fulmine a ciel sereno che ha costretto addetti ai lavori e appassionati a fermarsi un minuto e a pensare quanto di buono Rourke aveva fatto nella sua carriera musicale. Ora non ci rimane che tributare la gemma rara di una band leggendaria che ha fatto da apripista per un’interminabile lista di band, sulle note di I Know It’s Over, uno dei grandi capolavori degli Smiths (in cui il tempo delle parole strazianti di Morrissey ha come principale accompagnamento proprio il basso di Rourke, in quella che per i primi 90 secondi assomiglia più di ogni altra cosa al ritmo cadenzato di una marcia funebre). Rest easy, leggendario Andy.

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