07 agosto 2019

Cantautori fuorisede: intervista a Gionata, romantico in 8bit

Quando hai vent’anni e sei uno studente fuorisede, la tua vita extra-universitaria si può riassumere tre semplici concetti: birrette in compagnia, litigi con i coinquilini e amori vari. Se avete presente di cosa sto parlando, sicuramente troverete conforto nel retrogusto amaro dei versi di Gionata, cantautore originario di Lucca oggi trasferitosi nella metropoli milanese. E se invece questa condizione esistenziale non avete mai potuto sperimentarla…beh, abbiamo un brano che potrebbe fare comunque al caso vostro. Il suo ultimo singolo Male Che Vada è un pezzo pop ballabile, che con un pizzico di disincanto ci parla di quotidianità, rivelandosi adattissimo al clima estivo. Male Che Vada, dopo Frigorifero e Oceano, è il brano che anticipa il primo disco di Gionata in uscita questo autunno per Phonarchia Dischi. In previsione del suo debutto discografico, abbiamo deciso di fare quattro chiacchiere con lui. Ecco cosa ci ha raccontato:

Ciao Gionata! Complimenti per il nuovo singolo! Iniziamo con una domanda di rito ma necessaria... chi è Gionata?

Ciao! Sono un ragazzo di 27 anni cresciuto in provincia di Lucca. Mi piace bere ma non sono un alcolizzato, mi piacciono i videogames ma non sono un nerd. Sono un romantico in 8bit. 

Parlaci un po’ del tuo progetto. Un tempo suonavi nei Violacida, cosa ti ha spinto a intraprendere un percorso da solista?

Come gran parte delle cose della mia vita, è stato per caso: avevo scritto delle canzoni senza il pensiero di pubblicarle ma stavano bene insieme. Una serie di eventi mi hanno portato a conoscere persone che mi hanno poi convinto a metterci la faccia e ad allontanarmi dalla dimensione band per potermi esprimere al meglio, come volevo.

E per farlo stai usando il tuo vero nome, niente nomi d’arte... c’è un motivo particolare dietro questa scelta?

Mi ci sono voluti mesi per decidere, ma alla fine ho pensato: “perché perdere tempo a cercare pseudonimi che finiscono sempre per non convincermi, quando ho un nome già abbastanza riconoscibile, che mi rappresenta?”. Poi Gionata è figo, nella tradizione è figlio preferito di re Saul, speriamo sia di buon auspicio.

Speriamo! So che un tempo suonavi rock e metal, oggi invece hai cambiato totalmente genere. A cosa dobbiamo questo cambio di rotta?

Ho iniziato a scrivere canzoni al primo anno di liceo, a quell’età ero arrabbiato e avevo bisogno di musica “pestona”. Col tempo mi sono calmato, avvicinandomi alla psichedelia e al pop. Ultimamente sto riscoprendo il fascino della tradizione cantautoriale italiana.

Sapresti nominarci tre album o tre artisti che hanno accompagnato la tua evoluzione musicale?

Ho sempre apprezzato gli Iron Maiden, hanno gusto musicale e cura per l’estetica della band (vedi Eddie the Head, la loro mascotte personale che li accompagna da sempre), e ovviamente i Nirvana: “Nevermind” è un capolavoro e non c’è una canzone brutta. Penso comunque che “The Piper at the Gates of Dawn”, il primo album dei Pink Floyd, sia stato il disco rivelazione nella mia vita. In generale, la figura di Syd Barrett mi ha segnato, e continua a coinvolgermi particolarmente, come quella di Mac DeMarco in tempi più moderni.

Ottimi gusti! Raccontaci un po’ del tuo ultimo singolo “Male che vada”. L’impatto iniziale è quello di un brano pop ballabile e leggero, ma il testo rivela un’allegria che in realtà è soltanto apparente...   

Ci hai preso. Volevo fare una canzone pop senza cadere nella banalità di una storia perfetta, finta. “Male che vada” è autobiografica (come tutte le mie canzoni) e parla di un periodo particolare della mia vita, in cui ero pieno di dubbi. È buffo perché l’ho scritta un anno e mezzo fa e vede la luce soltanto adesso, ma penso che sia la “maledizione” del mercato discografico.
Comunque penso sia sempre attuale, come una fotografia o un dipinto, una sorta di fermo immagine che mi ricorda errori da non commettere più.

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Da Lucca ti sei trasferito a Milano. Un bel cambiamento! Com’è la vita da fuorisede? Che impatto ha avuto la metropoli milanese sulla tua musica?

Milano è stata la svolta, ho conosciuto un sacco di persone simpatiche e si sono aperte nuove strade. La scrittura è maturata e penso sia dovuto al fatto che adesso me la devo cavare da solo, lontano da casa. I frutti di questo cambiamento li vedremo insieme, però dal prossimo disco, su cui sto già lavorando.

Era proprio del disco che volevo parlare prima di concludere!  Puoi anticiparci qualcosina? Cosa dobbiamo aspettarci in futuro da Gionata? 

È appena uscito il mio terzo singolo “Male che vada”, che anticipa il disco, in uscita dopo l’estate. Non ti so dire molto perché proprio non lo so, gli obiettivi sono i soliti di ogni musicista: far uscire il disco, portarlo in giro per l’Italia, tornare in studio e lavorare su altre canzoni, sperando che questa passione diventi anche la mia professione. 

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