Marco Santoro, meglio conosciuto come Mox, cantautore romano della famiglia Maciste Dischi, è tornato nella nostra playlist preferita e su tutte le piattaforme digitali, con l’EP Vita facile.
Con i suoi testi profondi, accompagnati da melodie super ballabili che difficilmente riesci a toglierti dalla testa, Mox ha messo su carta il risultato del monologo interiore a cui ci ha, in parte, costretti la pandemia. Un periodo, quasi ormai un ricordo, in cui più o meno tutti ci siamo trovati a fare i conti con tutte quelle cose di noi a cui, nel caos della quotidianità, non diamo ascolto.
Nei nuovi testi di Mox c’è una presa di coscienza: la soddisfazione unica di scrivere una canzone, l’amore per il sound anni ‘60, mixato a quello contemporaneo. La passione per i 45 giri e i limiti strutturali che essi impongono. Limiti che impongono delle scelte. Tra più di centro brani, solo quattro sono stati i prescelti (per ora) per questo 45 giri. Sono proprio i limiti e le scelte che conferiscono un’aura di sacrale rispetto per l’ascolto dell’EP e dei quattro brani di Mox. Un ascolto lento e pieno. Non di fretta, non disinteressato, non facile: come la vita che non vuole Mox. “Qualità, non quantità. Perché le canzoni hanno bisogno di rispetto” ci dice il cantautore.
L’EP Vita Facile, uscito esclusivamente in vinile, in un numero limitato di copie, contiene quattro brani inediti, che nel complesso hanno uno stile ossimorico: sound allegri e ballabili, combinati a dei testi densi di riflessioni e a tratti pungenti. Le vibes di questo EP vengono rese in immagini, grazie al lavoro fotografico di Ilaria Magliocchetti Lombi. La verità, dietro la vita facile: il backstage è la vita vera. Le copertine brillanti e patinate dei brani vengono smascherate dalla copertina dell’EP, in cui viene mostrato l’intero set fotografico.
Vita facile ci racconta il mito dell’iperproduttività, Ultimo mambo a Milano parla della discrepanza tra la vita vera e quella immaginata. Dall’altro lato dell’EP Poesia d’acqua ci trasmette tutta la malinconia d’amore di cui il brano è impregnato. Come la spugna dei piatti, quado hai appena hai finito di lavare i piatti, canticchiando la canzone d’amore che cantavi all* tu* ex. Sempre dallo stesso lato, l’EP termina con il racconto della fine della relazione in Alla faccia tua.
Da settembre 2018, anno del primo singolo da solista San Lorenzo, Mox ne ha fatta di strada.
Il 7 dicembre dello stesso anno usciva "Figurati l’amore", il suo album di esordio. Da lì in poi, seguono una serie di collaborazioni con le voci più amate della scena indie italiana: dai Canova a Dente, passando per Fulminacci e Dimartino. Il fascino del giradischi non è un unicum di questo ultimo EP, perché già nel 2020, MOX ha pubblicato il suo primo vinile L'aria il cielo il coperto il sereno.
Bene, se vi è tornata la voglia di spolverare la vostra raccolta di dischi e mettere su il vostro vinile preferito, vi capiamo. Ma prima leggete cosa ci ha raccontato Mox in questa chiacchierata.

Ciao Marco! Grazie per il tempo che ci dedichi! Come stai?
“È la frase d'esordio nel mondo che ho intorno” A questa domanda nel mio cervello risuona sempre questa bellissima canzone… E poteva andarmi peggio, poteva risuonare “Ti distingui dal luogo comune”!
Comunque tutto bene, grazie.
Dici che: “Abbandonare tutti gli stereotipi e il mito dell’iperproduttività per riprenderci e goderci il nostro tempo” sia il messaggio che lasci a te stesso tutte le mattine sullo specchio del bagno, per ricordarti di vivere una vita piena e non una vita facile. Cosa vuol dire per te vivere una vita “piena”? e soprattutto COME si vive una vita piena?
Vivere una vita piena per me vuol dire essere onesti con sé stessi, trovare il tempo di ascoltarsi e non lasciarsi inghiottire dalla società moderna che definirei quasi disumana. Il COME non so dirvelo, è un percorso personale e diverso per ognuno, ma tutto inizia dalla volontà e la presa di coscienza.
“Ma c'è qualche cosa di sbagliato se mi pongo troppi se […] Ci si aggrappa ad ogni scienza o alla religione, Ma si perde la coscienza della situazione” Quindi “porsi troppi se” è il modo corretto per provare a vivere una vita piena o no? Il tuo è un invito ad approfondire queste domande e non fermarsi alle risposte che posso fornirci la religione o la scienza e andare oltre oppure è un invito a vivere in maniera più rilassata senza porsi troppi se?
Penso che “porsi troppi se” sia deleterio, perché spesso le risposte diventano impedimenti autoimposti a quello che si desidera davvero, e per convenzioni o per paura di sbagliare ci si rassegna senza nemmeno provarci, convincendosi che sia la cosa giusta.

Cosa ne pensi del rapporto con i social media all’interno di questo stile di vita performante?
Sono senza dubbio una vetrina utile e spesso efficace ma hanno distorto la realtà e il nostro modo di approcciarci alla vita. Conosco gente, ad esempio, che partecipa ad eventi solo per moda e presenzialismo, per fare il post. Nel caso specifico del musicista poi trovo che siano una distrazione, con il grosso rischio che per piacere e apparire si perda la purezza e l’essenza della musica stessa.
Pensi che avresti scritto Vita Facile se non ci fosse stata la pandemia e tutto quello spazio di riflessione che hai avuto?
Questa canzone è nata quasi 18 anni fa, complice Muzzarella Flow, un mio caro e talentuosissimo amico che oggi fa rap in Argentina. L’ho riascoltata per caso dopo anni nel periodo della pandemia e l’ho trovata attuale e necessaria come mai prima; quindi, ho deciso di inciderla per bene!
Come hai fatto a scegliere solo 4 brani tra le “più di 100 canzoni pronte”? Quale criterio hai usato?
Il filo conduttore è la distanza stilistica e musicale tra le tracce. Amo gli anni 60 italiani, ma molto anche le sonorità più moderne, e ognuna di queste anime ha la stessa necessità di essere espressa. Ho deciso di rendermi la “vita facile”, accettando e assecondando ognuna delle mie nature di cui queste 4 canzoni rappresentano solo un assaggio.
In “Ultimo mambo a Milano” racconti di “Una notturna non-storia d’amore” in cui il protagonista si proietta in un’avventura che nella realtà poi non prende forma. Questo immaginario fa parte della “vita facile” a cui pensiamo e a cui aspiriamo, nella misura in cui appunto ci si “proietta” verso delle storie che poi non si ha il coraggio / la prontezza di vivere?
La vita non è perfetta, e spesso si sceglie di non viverla per proteggere la perfezione di una fantasia. La canzone è una favola, e come tutte le favole propone uno spunto di riflessione. È davvero meglio immaginarsi che viversi?

È un caso che sia ambientata proprio a Milano, città che non dorme mai, emblema della vita facile, e iper-produttiva?
Ricordo che nel periodo della quarantena i telegiornali ci raccontavano dei Navigli di Milano pieni di assembramenti nonostante l'emergenza coronavirus. Forse sono stati proprio quei servizi a suggerirmi la location adatta a questa storia.
Il brano Alla faccia tua sembra un ossimoro. Dici che quando una relazione finisce male rimangono rabbia e dubbi, il testo in alcuni passi è “pungente”, provocante. Il tutto si sposa con una melodia dolce e sensuale. Il contrasto è stato appositamente pensato?
Il contrasto è voluto ed evidente anche nella doppia interpretazione del titolo: spietata (a tuo marcio dispetto) o romantica (ode alla tua faccia). Spesso quando il testo diventa troppo schierato verso una direzione mi piace con la musica andare verso l’opposto, forse per una questione di equilibrio.
Nel corso della tua formazione qual è l’artista che ha avuto un ruolo fondamentale? Per intenderci: il tuo mito musicale in assoluto? E per quale motivo?
I miei maestri sono molteplici e periodici! Questo mese non ho orecchie che per Paolo Conte, subisco il fascino della sua intelligenza, della sua lucidità innovativa, del suo umorismo erudito, del jazz e la big band. È senza dubbio uno dei più originali cantautori italiani.
Con quali artisti ti piacerebbe collaborare in futuro?
Credo tantissimo nelle collaborazioni e in passato ho già avuto la fortuna e il piacere di collaborare con diversi artisti di cui sono molto fan! A inizio intervista ho scomodato Brunori, tra gli “esordi” impazzisco per VV e Marco Castello.
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