28 dicembre 2023

La Milano da bere di Popa tra sciure milanesi, Arte e Finanza: l'intervista

Doppio petto con maxi spalline, brillantina, paillettes, pellicce, Harry's Bar, champagne, Milano da Bere: se almeno uno di questi elementi vi è familiare o vi provoca nostalgia, allora Popa è l'artista che fa per voi. Se non la conoscete ancora è tempo di rimediare. È nel mio radar dall'uscita del suo terzo singolo, Bon Vivant, e da allora è stato un amore in crescendo, release dopo release, culminato qualche settimana fa con l'album Arte e Finanza.

Popa Arte e Finanza copertina album 2023
Popa - "Arte e Finanza"

L'immaginario nostalgico di Popa è unico nel panorama italiano: nei 10 brani che compongono la tracklist ci porta, come su una macchina del tempo, ai bei vecchi tempi, all'Italia glamour ed elegante del jet set e dell'alta borghesia cittadina, dei posti di lusso e dei playboy in abito firmato appena usciti da Piazza Affari, delle feste spensierate sotto le luci a neon. Con parole inglesi infilate tra le strofe e pronunciate con una voce vellutata, citazioni ultra milanesi e grandissima ironia dipinge scene di pura nostalgia su sound, anch'essi dal sapore retrò, tra italo disco e funky. E per mettere la ciliegina sulla torta, il tutto viene coronato da un'estatica vintage e raffinatissima, che si esprime con tutto ciò che Popa indossa e mostra con le foto e i video che accompagnano la sua musica. Insomma un progetto bello e curato nei minimi dettagli a 360 gradi, come non se ne vedono spesso e per questo non ho resistito a farci quattro chiacchiere.

Credits: Renato Anelli

Innanzitutto inizio dicendoti grazie per questa intervista, ti seguo praticamente dal secondo singolo che hai pubblicato, quindi mi fa davvero piacere incontrarti. 

No, grazie a te! Io adesso sono in Lituania, sono in albergo in questo momento, non è casa mia. (indicando il retro, ndr) Sono qua nella Torre Velasca, queste sono le tende della mia penthouse, sono in mood Arte e Finanza. Con questo telefono possiamo connettere la linea a qualche altro ufficio della Banca Nazionale Lituana (ride, ndr). 

Tu in realtà vieni dal mondo della moda, hai lavorato per diversi grossi designer, hai il tuo corso al Polimoda... Quand'è che ti è scattata questa scintilla per la musica e hai deciso di percorrere questa strada?

Guarda, la musica mi è sempre piaciuta, fin da quando ero bambina. L’ho anche studiata al conservatorio di danza. Quando ero piccola avevo anche la mia band che si chiamava Lighthouse (ride, ndr). Però mi interessava anche la moda, quindi ho cercato di fare diverse cose. Quando ho finito la scuola di ballo e le lezioni di canto e di chitarra, ho deciso che volevo andare a vivere in Italia e studiare moda. Ho proprio pensato  che  per forza dovevo studiare moda e il centro della moda mi sembrava fossero l'Italia e la Francia. Ho deciso di venire in Italia perchè in quel momento gli italiani mi sembravano più simpatici dei francesi (ride, ndr). Poi diciamo che la vita è andata avanti, ho incontrato Gaetano Scognamiglio, un producer e compositore di Torre del Greco, e gli ho iniziato un po' a raccontare le mie idee sulla musica e lui mi ha aiutato a realizzarle. Diciamo che quando è entrato in gioco lui ho capito che, musicalmente, magari potevo fare qualcosa sul serio. Lui ha un gusto uguale al mio, gli piace molto la musica italiana anni '60/'70, ha una grande cultura di quegli anni. Ce la siamo condivisa e abbiamo detto "perchè non proviamo a buttare giù qualche idea", riprendendo riferimenti di quei tempi ma traducendoli in una chiave un po’ più moderna e, of course, ho aggiunto anche i video. Vorrei connettere ancora di più la musica con la moda e piano piano sto capendo come fare: mi piace raccontare visualmente le mie canzone, così puoi entrare e quasi rivivere la canzone come un film. 

La tua peculiarità è proprio il fatto che unisci tantissimo la musica con l’aspetto estetico, con la moda. Esattamente cosa vuoi comunicare attraverso i tuoi vestiti? 

Mmm non so, a me piace semplicemente quell’estetica da jet set, dei vecchi tempi, il glamour, un po’ anche tutto quello che è un po’ decadente, quello che non è toccato dai tempi, è sempre l’unico motivo che mi fa stare bene. Cioè non so, solo a guardarlo mi fa stare bene, mi fa felice pensare che magari si potrebbe riportare quel glam dei vecchi tempi ad oggi. Mi ispiro molto ai film, alle vecchie riviste. Non avendo avuto la possibilità di vivere in quegli anni penso a come magari si potrebbe riportarli ad oggi. Non voglio essere tipo la polizia della moda, però l'Italia per me è sempre stato il posto con più gusto in assoluto, molto chic, molto elegante, ma mi sembra che negli anni si è persa questa eleganza e mi piacerebbe riportare quello stile italiano chic che c’era in passato. C’è la parola tamarro (ride, ndr): c’è tanto tamarro style, troppo. Secondo me dobbiamo riportare l'eleganza dei vecchi tempi e credo che stia tornado, voglio concentrarmi su quello stile lì, lo stile bon ton. Ovviamente ci sono anche dei musicisti degli anni ‘70, ‘60 che erano incredibili: non solo i loro costumi erano wow, ma proprio tutto, anche la scenografia. Ogni volta che dovevano apparire in televisione o per piccole interviste, tutto era wow. Adesso va lo street style e dovremmo riportare quella grandezza. Quando guardavi la televisione, vedevi Raffaella Carrà in TV. Sederti sul divano era quasi come andare a teatro, secondo me era quasi una festa: me lo immagino fosse così, poi non lo so, ma io la vedo così. 

Quindi se potessi tornare indietro nel tempo andresti agli anni ‘60/70?  

Sì, sì, sì.

Ottima scelta, quello che dico sempre io è che se potessi scegliere un’epoca è quella della Dolce Vita, di Via Veneto. 

Sì esatto, quella è bella, speriamo che fosse dolce quella vita, quella che dipingono i film eccetera. Ovviamente vogliamo far parte dell'élite di quei tempi, per viverla al massimo. 

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E invece se dovessi identificare un brand in cui ti rivedi particolarmente quale sarebbe? 

Guarda mi piacciono veramente tanti brand e guardo tutte le collezioni. Stimo molto i brand italiani che hanno savoir faire di altissimo livello, quelli che hanno ancora un vecchio atelier, dove tante cose sono fatte a mano, dove tutto è veramente Made in Italy. Ce ne sono veramente tanti. Adoro Valentino, mi piace molto Gucci, poi ci sono tanti brand che c’erano nel passato e sarebbe bello che qualcuno li rivisitasse e li rilanciasse. Ho adorato Ken Scott, degli anni ‘70, dovrei rivedere un po' anche i vecchi brand che esistevano. Io un po’ vivo nel passato e un po’ avanti (ride, ndr). Mi piace molto anche Bottega Veneta, perchè lì puntano tanto sulle lavorazioni a mano, sul fare i capi con tanta attenzione e più lentezza, si prendono un po’ più di tempo per fare le cose. 

Come dicevi tu c’è un grandissimo elemento di nostalgia nella tua musica, descrivi un determinato tipo di glam, un certo tipo di ricchezza, alle volte quasi in modo ironico, sembra quasi una presa in giro di determinati stereotipi del passato. Mi chiedevo quanto effettivamente nelle tue canzoni è nostalgia e quanto un non prendersi sul serio, una presa in giro?  Questi due elementi sono 50/50 oppure uno di questi è preponderante?

Già, mi piace molto ammirare la vita, cioè vedere le cose così come sono: tante volte  siamo molto stressati e guardiamo alle cose in modo molto sul serio, no? Mi piace sdrammatizzare un po' la nostra vita e le situazioni in cui ci troviamo, le persone che incontriamo. Ci sono alcuni personaggi di cui canto, tipo l'italiano playboy molto charmant, che vuole stare sempre in giro, circondato dalle donne, ma poi anche quelle donne bellissime sono circondate da questi playboy e quindi invece di giudicare, vederli un po’ così cosà, mi piace pensare a cosa penserebbero. Mi piace osservare certi stili di vita, ad esempio quello della sciura milanese, oppure una ragazza di oggi che è un po’ sciura milanese, però vive con tanta ansia. Noi viviamo con tanta ansia per le cose. Quando mi viene ci rido su (ride, ndr), magari tramite dei meme, alle volte ci sono delle cose veramente gravi di cui non c’è niente da ridere, di base hai due scelte: o prendere le cose con leggerezza e ammettere “sì la situazione è grave, sono nervosa, mi sento in ansia, lavoro troppo eccetera” o prendersi una pausa e vabbè, prendersi un caffè da Sisi, parlare con le sciure così stai bene. Per me è sempre importante cercare il benessere anche nei momenti peggiori e prendere tutto con un po' più di leggerezza: ci vuole in questi tempi. 

Direi, altrimenti ci deprimiamo tutti. 

Sì, comunque per me come musicista e designer, il mio goal è quello di ispirare le persone, magari qualcuno si ispira a me e prende un po’ di positività da quello che faccio. Non vorrei appesantire di più con le mie canzoni, la vita è già pesante (ride, ndr). 

Un po’ di musica leggerissima come direbbe qualcuno

Grandissimi maestri, sì!

A proposito dell’uomo playboy di cui mi hai appena parlato, un’altra cosa che mi è balzata all’orecchio ascoltando il tuo disco è che sembra che in tutte le canzoni la protagonista sia una donna molto indipendente, che prende le proprie decisioni, contrapposta ad un uomo che è un po’ una "macchietta", è l’uomo vestito Armani, con i soldi. Quanto è voluta questa cosa?

Non lo so, ovviamente tutto è molto women empowerment, tutte le storie che racconto, ma parlo di me, delle mie amiche, dei ragazzi che abbiamo incontrato, frequentato. Stavo parlando con un’amica l’altro giorno di quanto siamo cresciute negli ultimi anni e di quanto ora sappiamo distinguere chi è un playboy da chi è un uomo serio. Diciamo che un po’ abbiamo studiato, abbiamo vissuto determinate situazioni, però non ci arrabbiamo se capita di nuovo che un bon vivant ti scriva un messaggio alle 3 di notte, ci diciamo "vabbè tanto questi playboy non hanno tanta fantasia e scrivono sempre gli stessi messaggi, ti portano negli stessi posti, ti fanno vedere gli stessi film, ti regalano sempre le stesse cose, perchè non si inventano nuove cose". Poi sai, mi piace cantare non di questi playboy tipo Flavio Briatore, toxic masculinity, ma di quelli alla Julio Iglesias, Jean-Paul Belmondo. Abbiamo degli amici della nostra età così, sembrano arrivati dai vecchi tempi, si mettono il profumo vetiver, un suit fatto in sartoria, magari un giorno ci esci e ti promettono molte cose: “ah mi piaci, ti amo” e poi il giorno dopo sono già su un aereo per Londra con un’altra, e vabbè (ride, ndr). Noi abbiamo la nostra visione, non siamo dipendenti da loro, quindi we do our things, se capita li salutiamo, un bicchierino, but then goodbye, non ci disperiamo, non siamo le donzelle che aspettano che gli scrivano un messaggio per poi rispondere, no?

Potremmo fare una rubrica, tipo i consigli amorosi di Popa. 

Sì sì, potrei averla, o magari aprire qualche discussione su cosa abbiamo imparato, gli errori da non fare....

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A livello di sonorità nel disco c’è tanto funky, tanta disco music, richiami a colonne sonore di film passati. Quali sono state le tue reference a livello musicale?

Allora io ascolto tanta musica francese, anche cantanti un po’ sconosciuti sempre di quel periodo lì. Ascolto anche musica pop, sempre francese, hanno molto buon gusto secondo me, però mi ha ispirato anche la musica italiana degli anni ‘70, of course. Raffaella Carrà mi piace molto, il suo ritmo, ma soprattutto gli arrangiamenti che ci sono, il modo di cantare che è molto collegato anche al ballo, ai video, ai costumi: questo mi piace molto e ovviamente mi ispira e vorrei mi ispirasse ancora di più. Poi mi piacciono molto le cantanti internazionali che vivevano in Italia, ma anche Cicciolina per dire, lei ha avuto il suo momento da cantante, ha fatto un vinile, e secondo me è molto bello, a parte alcune canzoni... ce n'è una che si chiama Muscolo Rosso, che è molto volgare, non so se l'hai mai sentita. 

No, sapevo della svolta politica, ma non sapevo della svolta musicale.

Political woman, bellissimo! Muscolo Rosso la trovi su YouTube, su Spotify non c’è perchè è troppo, too much. Poi capirai perchè non c’è: penso tu sappia cos’è il muscolo rosso. Poi c’è altro, mi piace Catherine Spaak, le Sorelle Kessler, Heather Parisi, loro mi ispirano molto, erano sempre molto positive, ballavano. Ovviamente ce ne sono tante altre, però loro sono le principali. Anche Amanda Lear, mi piace molto la sua storia personale, lei frequentava Salvador Dalì, però era un amore solo platonico,  si ispiravano a vicenda. Queste artiste sono internazionali, ma un po’ bohemienne: mi piacciono molto, mi ispiro molto a loro. 

E ci sono stati dei film ti hanno ispirato non solo a livello di immaginario, ma anche di sonorità ?

Sì, molti. Mi piacciono i film sempre di quegli anni lì che hanno delle colonne sonore, di cui sono usciti anche dei vinili, che si chiamano Easy Tempo, che sono delle raccolte di queste colonne sonore. C’è un film che si chiama  La Piscina con Schneider e Alain Delon, le musiche sono di Michel Legrand, sono veramente belle. Gli arrangiamenti di violini, il flauto, qualcosa l'ho preso anche per le mie canzoni, tipo Mare di Milano è proprio ispirata ad una colonna sonora.  Tutti questi brani che mi hanno ispirata erano considerati pop, andavano in radio, magari erano presenti anche nei film. Ora sembrano quasi di nicchia, però erano pop. Poi ovviamente ci sono tanti altri film che mi hanno ispirato, però poi non finiremo mai (ride, ndr). 

A proposito di Milano, possiamo dire che questo album è proprio milanese, partendo dal brano Sciura Milanese, citi diversi posti di Milano come Il Bosco Verticale e l’Idroscalo. Qual è il tuo rapporto con questa città? Cambia molto a seconda della persona a cui lo chiedo, tantissime persone la odiano. 

Anche io ho sentito che tanti odiano Milano, però dipende da come uno la vive, non so. Per me Milano è una città che offre veramente tantissimo, c’è tanta arte, musica, moda, per me è come una Londra o New York italiana, nel suo piccolo. Non è troppo grande quindi puoi camminare oppure prendere il tram, che va tipo a 10km all’ora, e vederla tutta dai finestrini appannati, con la nebbia, ci sono tutte le signore in pelliccia: io la vedo in modo molto romantico. Ovviamente è anche una città di lavoro, si lavora davvero tutto il tempo e si è sempre stanchi, appena arriva il weekend si cerca di scappare, di andare via, quindi può essere una città anche pesante. Però Milano offre anche tanti stimoli e ci sono tante persone veramente interessanti, con storie interessanti, ed è per questo che la amo. Secondo me dipende da che angolo la guardi, ovviamente può essere molto stressante, triste, magari lonely. Puoi sentirti un po’ sola, a me è capitato di vivere anche in altre città più grandi di Milano e lì mi sentivo veramente sola, Milano non è così. Ci sono veramente tante persone molto carine e amichevoli, con un grande cuore. Io non sono italiana, ma mi sono sentita a casa dal primo giorno. 

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E qual è il tuo posto preferito qui in città? 

(ride, ndr) A me piace il quadrilatero del silenzio. Sai, Piazza Eleonora Duse, c’è un baretto che nessuno conosce, ma magari tu sì, con le sedie di plastica verdi e c’è questo negozio che vende pellicce vecchie, si chiama la Vecchia Mosca, di fianco c’è Pec, ma lì va solo chi vive in quel palazzo praticamente. Ogni tanto vado lì, passo a vedere i fenicotteri, è molto un cliché (ride, ndr). Mi piace camminare per quelle strade, lì non c’è niente, non succede proprio niente, però forse per quello mi piace, è molto residenziale. Passare a guardare per bene le finestre, i palazzi: la vecchia Milano mi intriga in qualche modo. 

Ultimissima domanda, come mi dicevi tu adesso sei in Lituania. C’è qualcosa di questo paese che ti porti nella tua musica e nella tua estetica? 

Sì, qui in Lituania noi siamo molto tranquilli, molto lenti, c’è gente magari più outgoing solo quando beve, sono tutti molto molto seri, quindi magari quello che porto nella mia musica è quella lentezza, un po’ di melanconia, magari anche nel modo in cui canto. Non riuscirei mai a cantare con una voce molto forte, anche se sono canzoni disco, comunque non sono quelle di  quando bevi una moka di caffè per cinque persone da solo. It’s always un po’ chill. Vengo da una città sul Mare Baltico e lì proprio non succede mai niente. Sono cresciuta lì, fa molto freddo, c’è tanto vento, c’è il mare, ma nessuno fa il bagno. Tante mie canzoni le ho pensate mentre camminavo per quella spiaggia e poi quando tornavo in Italia le finivo, le scrivevo per bene. Però sì, questo temperamento molto calmo è un po' presente nella mia musica. 

Popa foto promo Arte e Finanza
Credits: Lukas Rusilas

Popa presenterà dal vivo Arte e Finanza a marzo 2024: il 21 all'Apollo di Milano e il 28 all'Alcazar di Roma. Biglietti disponibili su Dice.