BNKR44 è musica, ma anche un esperimento sociale. BNKR44 è hip hop, ma anche post rock. BNKR44 è sperimentazione, ma anche riconoscibilità nella proposta. Insomma, BNKR44 è, e potrà essere, tante cose. É sicuramente una storia di provincia fatta di talento e di visione, una storia che parla della vuotezza di un contesto e di come si possa ubriacarlo rendendolo più interessante, formativo e di riferimento per una socialità che solo grazie alla grande fruizione digitale di questi tempi può rimanere al passo.
Partiamo dalla base, un collettivo di 7 ragazzi di Empoli, e dalle basi, tutte autoprodotte e studiate, ricamate, influenzate dalle idee degli stessi. Cantano, scrivono, producono, filmano: un enorme mostro mitologico a più teste in grado di sfamarsi delle più svariate forme artistiche (un giro sui loro social e su YouTube è altamente consigliato). Cultori dell’innovazione, i vari prodotti artistici vengono sintetizzati, riarrangiati e ridefiniti secondo un approccio Lo-Fi e uno stile personale, avvezzo alle più profonde dinamiche del gusto. Tradotto: una bomba di originalità e di freschezza poliedrica, una ventata di qualità artistica che può fare tranquillamente, a fianco di artisti come Psicologi e Ariete, da manifesto per l’attuale scena musicale italiana.
A proposito di scena, il contesto è guarda caso quello di Bomba Dischi, etichetta che da sempre propone storie – perché di questo si tratta – di grande ispirazione e complessità, perfettamente incastrate negli anfratti musicali più particolari, pronti a ridefinire il mercato e la scena del momento (qualcuno ha detto Calcutta, Giorgio Poi e Franco 126?). Attualità che ci riporta immancabilmente a questa assurda situazione pandemica, dove le nostre case si ergono concettualmente a bunker, luoghi sicuri, rifugi fidati. Bunker appunto, BNKR per essere precisi: l’anima del progetto risiede e trasuda dai muri di questo luogo mitico, fautore di un potere di aggregazione e di unione che rende il progetto ulteriormente interessante: gli artisti sono un tutt’uno con i frequentatori del bunker, il progetto è esso stesso un amalgama di personalità passeggere e non, una miscellanea di gusti e di tendenze. Il collettivo non fa semplicemente musica, ma è una voce unificata di fermenti, bisogni, necessità giovanili. In attesa che questa splendida Neverland sintetizzata e rappata possa tornare ad accogliere liberamente persone e concertini (perché si, c’è anche questa ulteriore figata a corredo) abbiamo fatto alcune domande a Caph, Piccolo, Erin, Faster, Fares, JxN e Gherayo.
Ciao ragazzi! Prima di ascoltare il vostro disco ho visto Intro su YouTube, una sorta di docu su di voi e il vostro mondo; è stata una coincidenza fortunata perché svela in parte cosa c’è dietro alla vostra proposta, qual è il vostro mondo e il vostro contesto. Ed è davvero una bomba. Lo chiedo però ai creatori, all’anima del progetto: che cos’è e come è nato BNKR44?
Ciao! Ci siamo divertiti molto con Vittorio (ovvero regista di 44intro) nel cercare di raccontarci un po', è stato tutto molto naturale, alla fine il minidocu intro è un po' un ritratto di quello che succede abitualmente da noi, siamo contenti che vi sia piaciuto e speriamo di portare altro contenuto del genere. Per quanto riguarda il bunker, all'attuale si rappresenta bene come un collettivo, ma è una materia multiforme, in continuo mutamento, non sappiamo se c'è una definizione precisa per quello che siamo. Si potrebbe dire una realtà un po' nuova, molto poliedrica, che può racchiudere un ampio spettro di tendenze, influenze e gusti musicali. Per quanto riguarda il Natale del posto invece dobbiamo andare un po' indietro nel tempo, nato come confezione di pelli si è trasformato prima in un luogo di aggregazione sociale e poi in un'attività musicale comprensiva di studio e spazi dedicati alla realizzazione di materiale creativo.
Attorno a BNKR44 c’è un concetto di comunità che sembra essere molto forte e basilare: i frequentatori del bunker fanno parte della storia e del cuore di BNKR44?
Assolutamente sì, come dicevamo prima questo posto era ed è tutt'ora (pandemia permettendo) un luogo per stare in compagnia dove prima di farci musica abbiamo fatto tantissime altre cose, i frequentatori del posto sono tutti uniti da questo, perciò non solo sono importanti ma ne fanno anche parte.

L’impressione è che ci sia un fermento culturale marcato attorno al vostro progetto, come se il vostro collettivo non facesse semplicemente musica ma fosse una voce unificata di vari fermenti, bisogni, necessità giovanili. É un punto di vista corretto?
Presi in pieno.
Legandomi alla domanda precedente, siete secondo me la figata che ogni provincia vorrebbe avere. Quanto è importante per la vostra musica il contesto sociale della provincia?
Si potrebbe parlare per una settimana di tutto ciò, ci interroghiamo spesso a riguardo, per centrare il punto diciamo che un grande dono che ci ha fatto la provincia è la noia, cosa che si riflette molto sull'aspetto introspettivo della nostra musica, nel senso che non traiamo molta ispirazione dall'ambiente sociale dove siamo capitati per nascita.
Una delle cose più interessanti del vostro progetto è che si basa su diverse proposte ed influenze musicali, contaminando i vari generi con attualità e freschezza. Mi piace tantissimo però l’approccio Lo-FI che c’è nella vostra musica: una cifra stilistica figlia del bunker o è voluta e ricercata?
Ricercata sisisi, ci piace molto quel tipo di influenza, quando si può la infiliamo sempre.
Come detto il vostro album è un viaggio attraverso diversi generi musicali: l’hip hop di Trash Talker, il pop attuale di Sabbia, il garage rock di Troppe Caramelle e Non riciclo +, in generale un post-rap di fondo che contamina un po' tutte le tracce. E i testi non sono affatto banali. Stupisce la maturità e la varietà della proposta: ma voi che musica volete fare?
Vogliamo farla e basta, vedremo poi cosa sarà.
Rivolgo una domanda ad ognuno di voi per cercare di capire almeno in parte le influenze che sono alla base del vostro collettivo: mi direste l’album musicale che più vi ha ispirato?
Non c'è un qualcosa di particolare che ci ha ispirato, ma tutto ciò che ascoltiamo con gusto ci influenza molto.

É sempre molto interessante capire l’humus culturale di un artista; quando lo puoi domandare ad un collettivo però l’interesse è ridondante: come nutrite la vostra creatività?
In realtà lo stimolo è sempre un po' lo stesso, cercare di riempire le giornate con qualità.
Essere un collettivo è farsi forza uno con l’altro, è sostenersi ed ispirarsi, ma anche incastrarsi e capirsi, sopportarsi. Come vi mettete d’accordo, se lo fate, sui testi e sulle produzioni?
Domanda concretissima, essenzialmente produciamo quasi tutti i giorni, in sessioni miste o fisse, dipende dal progetto sul quale abbiamo più urgenza di pubblicazione. Anche a livello organizzativo è lo stesso, appena un progetto passa dalla fase musicale a quella creativa di corredo si cerca di calendarizzarla, costruirci un team intorno e pubblicarla.
Mi immagino il Bunker come una sorta di centro sociale, uno spazio ricreativo ebbro delle più varie influenze culturali e sociali. La musica, i video, le foto: tutto quello che fate o vi rappresenta è centrato, sembra effettivamente vostro, come se un enorme cervellone producesse con il proprio stile le svariate cose utilizzando le tante braccia a disposizione. Avete dei ruoli nell’economia produttiva di BNKR44?
Ed è proprio così, è come se avessimo due anime, quella musicale e quella videografica, che collaborando tra loro e si influenzano molto, in ogni caso sono queste due macro categorie, ma siamo tutti molto versatili. A presto ragazzi!
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