Grian Chatten, Carlos O'Connell, Conor Deegan III, Conor Curley e Tom Coll oramai si sono innamorati dell'Italia. Non è un'esagerazione, basti pensare che, dopo le tre date del 2024 e quella dello scorso novembre, questa settimana suoneranno a Bologna, Roma e Milano. Assistere a un concerto dei Fontaines D.C. è strano nella concezione più positiva possibile del termine. Al di là dell'energia che sprigionano con il loro suono caratteristico che ha ridefinito i contorni della nuova scena rock - o post-punk per i più nostalgici - dell'Irlanda e non solo, c'è la presenza magnetica dei vari componenti. Tutti a loro modo unici e molto differenti tra loro. Prendi l'esuberaza di Carlos e non lo penseresti mai al fianco di Grian, con quel suo stare sul palco sconclusionato e le sue esibizioni essenziali, di poche parole che, non si sa come, trasportano ancora di più il pubblico.

Nelle scalette dei Fontaines D.C. ci sono da tempo dei brani intoccabili che non mancherranno mai: Sha Sha Sha, Boys in the Better Land e Televised Mind su tutti. Come per ogni band che si rispetti però ci sono delle canzoni - le cosiddette perle nascoste - che tutti sperano di ascoltare almeno una volta dal vivo. Ecco quelle che speriamo di ascoltare al prossimo concerto dei Fontaines D.C. (No, non ci siamo spoilerati ancora la scaletta perché ci piace sognare).
Dublin City Sky
La canzone che chiudeva il loro disco di debutto Dogrel è il brano perfetto da suonare in coda a una qualsiasi setlist. Semi acustico, personale e universale allo stesso tempo e racconta in poco meno di quattro minuti tutto l'immaginario della band. Ci sono nostalgia, malinconia, irlandesità e speranza. I Fontaines D.C. la suonano di rado, il più delle volte quando si esibiscono in patria, ça va sans dire. Noi ci speriamo.

Television Screens
Altra perla del loro debutto, altra rarità nelle loro scalette. Basti pensare che l'ultima volta che l'hanno suonata dal vivo era il 2022. Cos'ha di speciale questa canzone? Di certo la genesi, in quanto è nata come componimento poetico (sì, la band ha iniziato scrivendo anche poesie) e poi è stata trasformata in questo brano chitarristico ma allo stesso tempo toccante e malinconico. Siamo nel territorio degli Smiths e degli amori ancora in cerca di definizione.

Liberty Belle
Una canzone che da must è diventata uno dei sacrifici più dolorosi nelle scalette degli ultimi tour. Pubblicata come singolo di debutto della band nell'ormai lontanissimo 2017 per la Trigger Party Records, è uno dei brani simbolo del gruppo. Grezzo, veloce e profondamente legato all'immaginario dublinese nel quale è cresciuta la band e del quale si è nutrita per i primi anni. Al mondo esistono solo 500 copie di quel primo vinile.

I Was Not Born
Punk classico di ribellione, molto vicino nello stile ai primi lavori del gruppo e quasi una mosca bianca all'interno dell'elaborato A Hero's Death. Dal vivo garantirebbe una scarica d'energia indicibile, oltre che un'irresistibile desiderio di pogare come non ci fosse un domani. Basta pensare ai versi del ritornello che aprono il pezzo:
I was not born
Into this world
To do another man's bidding

Sunny
Ci credete che i Fontaines D.C. l'hanno suonata una volta sola? E per di più per una trasmissione televisiva. L'esecuzione dal vivo di questo brano, data la triste e stretta attualità, renderebbe il tutto ancora più emozionante. Infatti, come dichiarato in un'intervista da Grian Chatten, la scrittura è stata fortemente ispirata dalle canzoni di Brian Wilson dei Beach Boys, scomparso qualche giorno fa.

No
Probabilmente la traccia conclusiva migliore della band irlandese. Il finale di A Hero's Death è da pelle d'oca. I Fontaines D.C. non l'hanno mai suonata dal vivo, se non nella suddetta occasione televisiva. Un autentico delitto. No è un brano solo in apparenza triste, ma è un vero e proprio inno alla speranza e all'accettazione dei lati grigi della vita. Con tanti cari saluti a quel senso di colpa che non fa altro che intensificare il nostro dolore. Sarebbe bellissimo cantarla a squarciagola.

Bloomsday
Contenuta nel terzo album Skinty Fia, è una canzone dai forti echi letterari. Impossibile non pensare al protagonista dell'Ulisse di James Joyce, Leopold Bloom. La storia raccontata nel brano è una metafora del percorso della band che, per continuare a inseguire il proprio sogno, ha dovuto abbandonare la patria. Quell'Irlanda che trasmette amore e odio ai membri del gruppo.

How Cold Love Is
L'amore può essere dolce, ma anche cupo e affilato come il basso che conduce il ritmo di questa canzone. Nonostante sia stata suonata dal gruppo fino all'anno scorso, abbiamo il sospetto possa essere una delle sacrificate per lasciare spazio al repertorio di Romance. Sarebbe un peccato perché sentire la voce bassa, con quel tipico accento di North Dublin, fa sempre venire i brividi e dal vivo ancora di più.

Desire
Inspiegabile come non sia fissa in tutte le date del tour. La prima metà di Romance è composta da una serie di canzoni una migliore dell'altra e, soprattutto, perfette quasi per essere suonate in successione. Desire ha avuto una gestazione lunghissima ed è anche uno dei brani dal testo più enigmatico. E tutte le fasi di lavorazione, compreso l'inserimento del quartetto d'archi, si percepiscono in maniera omogenea. Ascoltare questo pezzo è l'equivalente di ascoltare in poco meno di quattro minuti l'evoluzione sonora del gruppo.

Before You I Just Forget
Uno dei tre brani della deluxe di Romance, uno di quelli che non è stato estratto come singolo. Figlio della produzione più elegante e sofisticata di James Ford e pienamente integrato nel mood del quarto disco del gruppo, per l'attitudine rap che domina la prima parte del brano e per la forte influenza shoegaze, sembra che non sia in pianta stabile nella setlist dei concerti attuali. Eppure, è una bomba.
