Per la sottoscritta estate significa solo una cosa: mare, sdraio a righe e un buon libro sulle ginocchia, se poi è accompagnato dal rumore incessante delle cicale, da un lungomare colmo di pini marittimi e da tonnellate di buona musica in cuffia potrei dire che siamo molto vicini al paradiso. Il libro in spiaggia è in grado di farmi staccare completamente la spina, di abbassare notevolmente i livelli di stress in circolazione e farmi dimenticare qualsiasi pensiero in eccesso. Giugno, luglio e agosto diventano i mesi in cui recuperare diverse letture salvate tra screenshot e note sul telefono, oppure comprate a qualche mercatino durante i mesi freddi ma lasciate in bella vista in libreria a causa del poco tempo. Spesso però ci si trova anche in partenza per le vacanze con la voglia di mettere in valigia un libro ma con le idee vaghe: cosa leggo? Uno dei tanti libri usciti quest'anno? Il best seller dell'estate? Un classico di Jane Austen? Recupero "Sulla Strada" di Kerouac? Uno dei mille gialli scritti da Agatha Christie? Oppure una biogria di qualche musicista? Le opzioni sono infinite, perciò ho chiesto una mano ad una serie di artisti che mi hanno suggerito un libro da leggere sotto l'ombrellone quest'estate. E se posso dire anche la mia vi consiglio "Set The Boy Free" di Johnny Marr, una biografia che ho divorato e che racconta la storia di un chitarrista dal cuore enorme e che con la propria determinazione ha dato vita ad una band iconica, gli Smiths.
Cimini: "Così parlò Bellavista" di Luciano De Crescenzo
Vi propongo un libro bestseller in Italia venduto a 2500 lire: "Così parlò Bellavista", di Luciano De Crescenzo. Un libro indipendente, un autore indipendente, fidatevi. Una serie di fotografie di Napoli scattate per i vicoli e i quartieri, e poi tradotte in parole e racconti. Dentro ci sono il nord e il sud, l’amore e la libertà, la filosofia vera, quella di Socrate, e il calore della città e dei suoi personaggi, veri anch’essi. Non bisogna essere di Napoli per leggere questo libro, bisogna soltanto esseri leggeri e un po’ svegli.
Bartolini: "Piperita" di Francesco Mila
Claudym: "Una cosa divertente che non farò mai più" di David Foster Wallace
La lettura estiva che consiglio é "Una cosa divertente che non farò mai più" di David Foster Wallace. É un libro simpatico e scorrevole, un reportage di viaggio in una nave da crociera al quale lo scrittore partecipa controvoglia, solo per obblighi editoriali (doveva scriverne un articolo). Il risultato è un mix tragicomico in cui Wallace prende in giro le crociere, dando però anche uno spunto per fare una critica generale al capitalismo e al consumismo occidentale.
Gregorio Sanchez: "Lucio Dalla" di Ernesto Assante e Gino Castaldo
Premetto che non sono un avido lettore. Assante e Castaldo, attraverso i retroscena discografici e le dinamiche personali di tutta la scena cantautorale che ha vissuto ed è cresciuta insieme a Lucio, lo hanno raccontato in un agile ritratto, senza mitomania, sensazionalismo, o voyerismo. Un libro per tutti gli appassionati di cantautorato o per tutti quelli che su certe cose, al bar, vogliono avere ragione.
Lorenzo Kruger: "Bomba Atomica" di Roberto Mercadini
Come lettura estiva consiglio "Bomba Atomica" del mio concittadino Roberto Mercadini, youtuber emerito e capacissimo narratore che si avventura nella ricostruzione di quella irripetibile serie di eventi che portó alla costruzione della bomba atomica. Un fatto arcinoto guardato da angolazioni sconosciute. Intrigante ed intelligente libretto che leggerete d'un fiato.
Marco Castello: "Il vagabondo delle stelle” di Jack London
Per le cose belle non c’è mai una spiegazione o un motivo...un libro che vi consiglierei è “Il vagabondo delle stelle” di Jack London, ha una bella trama.
Nava: "Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari" di Fabio Geda
Questo libro è molto forte, da anni ritorno a leggerlo ma forse anche perche è da anni che la situazione non cambia. Direi che non è una lettura leggera, e raccontata benissimo con dei dettagli che ti fanno gelare il sangue ma leggerlo proprio lì sulla spiaggia, dove tanti ragazzi arrivano con la loro barchetta, sognando un futuro migliore, ti fa riflettere ancora di piu.
Nuvolari: "Piccoli suicidi tra amici" di Arto Paasilinna
Un gruppo finlandese di aspiranti suicidi decide di compiere l’estremo gesto in compagnia, con un ultimo grande viaggio fino a Capo Nord. Quando lo lessi, la trama surreale e lo spiccato humour di Paasilinna riuscirono a divertirmi molto ma anche, in qualche modo, a consolarmi su certi aspetti amari della vita. Penso che dopo un anno e mezzo di pandemia sia un buon libro per sorridere con affetto della natura di noi esseri umani.
svegliaginevra: "Milk & Honey" di Rupi kaur
È una raccolta di poesie che non sono poesie ma frasi, parti di testo senza rima che racchiudono un viaggio di emozioni, sensazioni e riflessioni sull’amore. Lei si chiama Rupi Kaur e in questo libro, che ogni donna dovrebbe avere a portata di mano, racconta sè stessa e i momenti spesso traumatici che hanno segnato la sua vita finora, senza censure nè maschere. Ispirazioni, suggestioni, a volte fugaci, a volte violente, a volte delicate e altre brutali che donano al lettore la speranza di credere che alla fine dopo ogni tempesta torna sempre il sereno.
Tatum Rush: "L'incanto del lotto 49" di Thomas Pynchon
Un assurdo intreccio di atmosfere incredibili fra il comico e il sublime, il frutto di una mente geniale. Uno dei miei libri preferiti.
Tonno: "I detective selvaggi" di Roberto Bolano
Vanarin: "Il Mondo Nuovo" di Aldous Huxley
Vieri: "Il figlio di Bakunìn" di Sergio Atzeni
Un'estate, in una casa al mare ho trovato dei piccoli Sellerio, collana La Memoria, e oggi mi rendo conto di quanto sia stata una congiunzione a cui sono legato al pari di qualche bell'incontro in carne ed ossa che negli anni ho fatto. Oggetti bellissimi, minuti, di carta ruvida, che ho letto uno dietro l'altro all'ombra –poca– degli oleandri, davanti al mare. Quello a cui voglio più bene è "Il figlio di Bakunìn", di Sergio Atzeni, scrittore sardo della cui opera mi pare miracoloso l'equilibrio tra una profondità da vertigini e una leggerezza della forma che ti fa gioire che esistano persone così connesse con la forza senza tempo della semplicità. Atzeni opera una preziosissima ricerca sulla memoria, che ne "Il figlio di Bakunìn" è forse la vera protagonista, ancor più del ragazzo che si mette alla ricerca di un uomo che non ha conosciuto, e va in giro per le case del paese a chiedere se qualcuno lo ricorda, o dell'uomo stesso, ormai scomparso da anni, il cui ritratto si delinea come in una scultura, a piccoli colpi di capitoli ermetici, a volte di poche parole, nei racconti discordi ora del compagno di miniera, ora dell'amante di un tempo, ora di chi ne aveva solo sentito parlare una volta. La ricerca delle radici, la tradizione orale, il racconto, il ventennio, gli uomini in lotta, la memoria fallace, la meraviglia dell'errore della mente: tutto ciò è dipinto magistralmente in un ventaglio di pagine tra le quali è un'emozione navigare, avanti e poi indietro a consultare un ricordo, poi ancora avanti, sperando di non finire mai. E sempre ritrovandosi in pieno sole, che nel frattempo si è mosso ancora, e ancora ti ha trovato. Lo consiglio col cuore.
Un grazie speciale a Maria Laura Arturi per le grafiche!