22 luglio 2024

Da Liverpool a Milano passando per gli Stati Uniti: il live dei King Hannah alla Triennale

Il mini tour italiano dei King Hannah si è concluso ieri sera a Milano in una Triennale gremita di curiosi e appassionati di musica. Anche madre natura era interessata al duo di Liverpool con la presenza di una quantità spropositata di zanzare. La band britannica, fresca del nuovo album Big Swimmer, ha regalato un'esperienza musicale di notevole livello, mescolando elementi rock, folk e dream pop, riuscendo a creare un'atmosfera intima e avvolgente, dimostrando una padronanza tecnica e una profondità emotiva straordinaria.

Nonostante tutte le insidie che un live può offrire, come l'amplificatore di Craig Whittle che muore  durante la data bolognese di qualche giorno prima o il microfono di Hannah Merrick che decide di non presentarsi affatto all'appello della rovente serata milanese, il duo è riuscito a convincere il numeroso pubblico presente.

King Hannah Merrick Milano
King Hannah live Triennale Milano | Credits: Emanuele Tixi Palmieri

I brani in scaletta sono presentati secondo un'idea ben precisa, mescolare i due album alla perfezione, ma aumentando di ritmo con il passare delle canzoni. Si parte con Somewhere Near El Paso, Milk Boy (I Love You) e The Mattress, brani soft che ci accompagnano in questo viaggio a stelle e strisce sulle highway americane e la meravigliosa voce di Hannah che corre a braccetto con le chitarre di Craig.

Il break arriva con Go-Kart Kid (Hell No!), il brano più famoso del loro primo album I’m Not Sorry, I Was Just Being Me e il pubblico che accompagna nei cori la band urlando "Hell No!" durante l'esibizione. Dopo ogni canzone Craig torna a chinarsi sulla sua chitarra e sulla sua pedaliera, colonna portante della loro musica, capace di mutare tra i brani e di esaltare un altro punto forte della band, la voce della sua frontman. C'è tempo per altre due ballad come John Prine on the Radio e Suddenly,Your Hand insieme a qualche scambio di battute con la folla: si legge negli occhi degli artisti che un seguito così probabilmente non se lo aspettavano neanche loro e ci tengono più volte a far presente che il pubblico italiano è uno dei loro preferiti.

King Hannah Craig Whittle live Triennale Milano
King Hannah live Triennale Milano | Credits: Emanuele Tixi Palmieri

Il momento che tutti aspettavano, il momento delle chitarre e delle hit, arriva sparato come un treno: in sequenza New York, Let's Do Nothing, Davey Says, Crème Brûlée e Lily Pad: si inizia a ballare e a lasciarsi andare. Soprattutto sulle note dell'ultimo singolo - uno dei migliori dell'anno - che è impossibile da non cantare. La resa musicale è sublime, tutto perfettamente connesso, complici anche i due turnisti al basso e alla batteria che riescono a dare delle notevoli sfumature ad ogni brano. Il concerto si chiude con Big Swimmer e It's Me and You, Kid.

Il percorso musicale dei King Hannah è chiaro e si sta delineando sempre più, nonostante ad un primo ascolto possa sembrare un tipo di musica semplice, in realtà tra le linee c'è molto di più: una ricercatezza del suono non indifferente, capace di esaltare la voce unica di Hannah, e un songwriting interessante che si è evoluto insieme alla band e alle esperienze vissute. La strada da fare è ancora lunga, ma i ragazzi hanno tutte le carte in regola per poter fare sempre meglio e questo concerto ne è stata la prova.