30 settembre 2015

STROKES @Hyde Park, Londra | 18/06/2015

Serata d'estate, serata di bel tempo. 50000 persone in attesa di un evento che non succedeva da quattro anni.
No, non stiamo parlando dei mondiali di calcio, e nemmeno delle olimpiadi. Ma l'atmosfera e` quella, un'atmosfera da grandi occasioni.

Credits: NME

Gli Strokes tornano a Londra, l'ultima volta era il 2010, e la volta prima il 2006. Tra hiatus pre-Angles e il rifiuto di andare in tour con Comedown Machine, la band di New York ci ha abituati ormai a lunghissimi periodi di nulla, in cui di solito il massimo che riusciamo ad ottenere e` qualche dichiarazione rubata ad Albert Hammond JR mentre presenta qualche suo nuovo progetto, EP o album che sia.

C'e` una sensazione particolare, a Londra, in questo giovedi` sera. Si parla addirittura di possibile ultimo concerto in Europa (sempre per bocca di AHJ, appunto), dall'altra parte Julian ha accennato a delle canzoni nuove.
Non si sa, non si capisce, non si ha idea. "Ma il nuovo album di Hammond non e` prodotto con la label di Julian", "Ma Fraiture sta facendo un nuovo disco", "ma Julian e` impegnato con i The Voidz".
Presupposizioni, ipotesi, congetture: sono queste le uniche cose a cui possiamo attaccarci, noi poveri fan degli Strokes.
Ma almeno per oggi, in questa tiepida serata londinese, non ce ne vogliamo occupare: i cinque ragazzi saranno qui, a breve, davanti a noi. Dal vivo.
E` un evento storico: quell'aura di "greatness" non si e` mai spenta, da The Modern Age EP fino ad oggi. Lo si puo` respirare nell'aria che non e` una giornata qualunque, e per molti, me compreso, si tratta addirittura della prima volta.

Il pomeriggio del British Summer Time scivola via facilmente, tra balli, canti, birra e patate fritte. Si`, ci sono anche i Future Island, i The Wytches, c'e` Beck. Ma ce ne curiamo poco, e andiamo giusto a beccare mezz'ora di Temples prima di correre via per prendere posto sotto al Great Oak Stage.

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Giungono le 21.00, e il tramonto e` ancora lontano (una delle cose che amo da quando vivo in UK). Dopo il canonico quarto d'ora di ritardo, escono Julian, Albert, Nikolai, Nick e Fab. Il boato e` enorme, un urlo tenuto in gola da anni.

Il set come previsto non delude, e lascia spazio a tutti gli album, con un predominio (per fortuna) di Is This It.
Barely Legal ci fa impazzire da subito, Someday ci fa piangere, Hard to Explain urlare.
A Last Nite perdiamo tutti la testa, e You Only Live once ci spezza il cuore.

Ogni tanto Julian prende il microfono in mano, scherza, intrattiene. La maggior parte delle cose che dice non hanno senso, ma non ci importa, non oggi. Oggi ammiriamo il suo ciuffo rosso (in tinta con la tenuta di Albert), e la loro capacita` di lasciare a bocca aperta tutta Londra, nonostante i mille anni di pausa tra un album e un altro, nonostante le voci, le insinuazioni, i bisbigli.

Gli Strokes sono vivi, indipendentemente dalle loro scelte future. Il loro impatto negli ultimi 15 anni di rock e` indiscutibile, e lo prova anche il fatto che sul prato ci fossero questi due ragazzi a ballare come adolescenti spensierati:

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La scaletta:
80's Comedown Machine (Intro)

Is This It
Barely Legal
Welcome to Japan
You Talk Way Too Much
Someday
Heart in a Cage
Hard to Explain
Vision of Division
Last Nite
Reptilia
Machu Picchu
Automatic Stop
Under Cover of Darkness
One Way Trigger
New York City Cops

Juicebox
You Only Live Once
Take It or Leave It