28 aprile 2025

I Lumineers al Forum di Milano: il ritorno del Boho-chic degli anni '10

Mentre scendiamo le scale della metro che ci porteranno alla tappa italiana dei Lumineers davanti a noi c’è una ragazza la cui bacheca di Pinterest è sicuramente piena zeppa di foto del periodo d’oro di Alexa Chung. Lo si capisce perché indossa degli ankles boots di camoscio chiaro, degli skinny jeans con sopra una maglietta bianca e porta in testa un c.d. messy bun (termine tecnico, sì). Sarebbe tutto estremamente alla moda, se fossimo nel 2012, ma più ci guardiamo attorno più è evidente che questo concerto è l’occasione per illudersi, almeno per una notte, di essere freezato nel passato. E proposito di cose che pensavamo rimaste congelate nel decennio scorso la vera notizia è anche questa: ci sono almeno 50 persone che campeggiano fuori dal Forum in attesa della data dei Twenty One Pilots di stasera.

Era poco meno di due anni fa che i Lumineers passavano per l’Italia trasformando il Carroponte di Sesto San Giovanni in una balera folk popolata di aspiranti hippie sopra e sotto il palco. L’occasione era il Brightside World Tour. A questo giro la scenografia è più sobria, asciutta, quasi industriale e anche la cornice dell’Unipol Forum toglie un po’ di calore al materiale umano tipico di questa band, tanto che sembriamo rinchiusi in una scatoletta di latta. D’altra parte l’album in onore di cui ci si riunisce – l’ultima uscita, Automatic – è quello meno corale tra i vari lavori della band, dove il tema centrale è proprio la perdita di umanità per colpa dell’automazione. Quindi anche con la location c’è coerenza.

Wesley Schultz dei The Lumineers in concerto all'Unipol Forum di Milano
The Lumineers in concerto all'Unipol Forum di Milano | Credits: Renato Anelli

La lunga chioma di Wesley Schultz è raccolta in due treccine quando attacca a cantare sulle percussioni dell’ultimo singolo Same Old Song: inizia una performance che per tutta la serata sarà tecnicamente ineccepibile, da vera folkstar, che anche se il Forum di Milano è la data più grande che abbia mai fatto in Italia, come ricorderà ringraziando alla fine, è abituato a palchi ben più importanti. La risposta del Forum è, e sarà per tutta la sera, ritmicamente eccezionale, tanto che questo pubblico dovrebbe vincere il premio per la massima coordinazione improvvisata.

Dopo l’estratto del nuovo album, la scaletta inizia ad adagiarci in quello che è la principale attrattiva della serata: la full immersion nei bei vecchi tempi. Sentiamo il minuto e mezzo di Flowers in Your Hair con un arrangiamento più spinto e rockettaro, subito dopo ci recitano la leggenda urbana di Submarines durante la quale – non è uno scherzo - tutto il forum è in grado di azzeccare a battiti di mani la ritmica che precede il ritornello.

Una delle grandezze dei Lumineers, che sono di pochissime parole sopra il palco, è la totale mancanza di snobismo verso il proprio repertorio passato: il pubblico non viene mai tradito o messo in difficoltà con troppi brani nuovi da sapere per godersi un loro concerto e questo in termini di fiducia e affezione sembra ripagare moltissimo.

Jeremiah Fraites dei The Lumineers in concerto all'Unipol Forum, Milano
The Lumineers in concerto all'Unipol Forum di Milano | Credits: Renato Anelli

Segue un momento dedicato all'album BRIGHTSIDE, con WHERE WE ARE e A.M. RADIO. Quest’ultima con la sua ritmica lenta e le mille bolle blu nei visuals provoca un leggero calo di entusiasmo risollevato dalla giocosa Plasticine. Per la prima Donna decantata durante la serata le luci si abbassano e Schultz si siede sul pianoforte.

Prima del delirio di Ho Hey, Fraites, che è sposato con un’italiana e vive da anni anche a Torino (!), prende parola nella nostra lingua, ci saluta e dice che è il compleanno del figlio. Due anni fa al Carroponte era il compleanno della madre di Schultz, quindi o è una gag o i Lumineers hanno l'abitudine di festeggiare i compleanni in Italia.

Su Angela qualcuno del pubblico chiude gli occhi, boccheggia nel vuoto il testo del bridge come un credo laico: “Angela, on my knee, I belong, I believe”. Subito dopo è tempo di una approfondita passeggiata in parterre cantando a squarciagola il singolo BRIGHTSIDE.

L’aria si tende per la super ballatona che è Sleep On The Floor, l’intro ci confonde con delle percussioni alla 2001: Odissea nello Spazio e sembra non finire mai, quando arriva è un sollievo, temiamo che si interrompa a metà per dare spazio a un medley, ma si procede fino in fondo ed è un trionfo.

The Lumineers in concerto all'Unipol Forum di Milano
The Lumineers in concerto all'Unipol Forum di Milano | Credits: Renato Anelli

Per Automatic le luci si abbassano, la scena si svuota, il pianoforte prende il centro del palco e il violino di Lauren Jacobson ci incalza mentre è ancora tutto buio. Wesley Schultz attacca a raccontare lo scenario distopico in cui già viviamo seduto schiena a schiena con il suo storico compagno di viaggio, Jeremiah Fraites, mentre questo si occupa del pianoforte. Siamo verso il finale. Una giostra dorata riempie lo sfondo e The Big Parade viene usata per presentare i membri della band: è un’idea carina ma le fa perdere un po’ di pathos.

Quando Schultz raggiunge il centro del palco con l’intento di cantare Cleopatra a cappella il pubblico lo incalza in automatico con le prime due strofe. Un fenomeno – sapere parola per parola due strofe di un brano straniero e cantarle all’unisono con 10.000 persone – che per il pubblico italiota, se non è un miracolo, è comunque un privilegio che non riserva a tutti.

Su Stubborn Love il grande saluto: dove eravamo, cosa studiavamo, a chi pensavamo tutto il giorno quando 15 anni fa ascoltavamo questa canzone? Ecco, per un attimo siamo di nuovo lì, insieme a 10mila sconosciuti e con numero inquantificabile di ankle boots e giacche con le frange, tutti in trance dentro una bellissima scatoletta di latta.

Fotogallery del concerto a cura di Renato Anelli: