Manco a dirsi, le voci sono vere: Milano è fredda nelle sere di gennaio. È lo stesso James Bay a dirlo sul palco dell'Alcatraz di Milano, dopo aver detto quanto fosse felice di essere tornato in Italia. L'artista britannico mancava dall'Italia dall'estate del 2023, e questa è solamente la seconda data dell"Up All Night tour che lo vedrà girare il mondo nei prossimi mesi per presentare il suo ultimo album Changes All The Time, uscito lo scorso ottobre.

In apertura c'è la simpatica e loquace Áine Deane (si pronuncia Onya), che apre la serata con un set acustico solista con degli imprevisti sing along per un pubblico che si fa trovare preparato nonostante la presenza in scaletta persino di un pezzo non ancora pubblicato. L'entusiasmo e la genuinità sono percepibili anche a occhi chiusi. In una strofa, Aine canta "Every song you found, in my playlist sounds worse", un'immagine che colpisce.

Sono da poco passate le 21 quando sale sul palco James Bay, accompagnato dalla band e dal suo inseparabile cappello fedora. Sullo sfondo, una serie di rettangoli luminosi colorati creano un'atmosfera accesa ma comunque sobria. Il concerto non poteva iniziare se non con la canzone che dà per l'appunto il nome al tour e che apre il nuovo album: Up All Night, incisa insieme ai Lumineers e a Noah Kahan. Bastano le prime note di questo pezzo che parla dei pensieri e delle paure che ci tengono svegli la notte, perché James si prenda il pubblico. La resa dal vivo, grazie anche ai suoi turnisti, è davvero un'esperienza di ascolto fedelissima a quella registrata in studio.
C'è spazio per Give Me The Reason tratta dal penultimo album Leap, e la nuova Easy Distraction prima che la folla si gasi per l'entrata dei cavalli di battaglia di Bay, come If You Ever Want To Be In Love, cantata da quasi tutto il parterre. Inutile descrivere l'entusiasmo per un altro dei pezzi più attesi, Let It Go. Ma il cantautore inglese, nonostante quello che si possa pensare dall'esterno, non è un One-Hit Wonder e riesce a catalizzare comunque la curiosità anche con pezzi più recenti, tra cui spiccano la cronaca di una nostalgia di infanzia, Sugar Drunk High, e la carica Wanderlust, durante la quale accade l'impensabile: James Bay si leva il cappello, anche se per poco.

Tra medley, pezzi nuovi e pezzi più vecchi (quanto è bella dal vivo Best Fake Smile), ci si trova dinnanzi a un'esibizione inaspettatamente fornita di decise nervature rockeggianti alternate a momenti più intimi che però fanno cantare ancor di più i presenti. Dulcis in fundo, in chiusura del live non poteva mancare la più grande hit di Bay: Hold Back The River, il suo singolone che una decina di anni fa girava veramente ovunque, e infatti non c'è una persona in tutto l'Alcatraz che non la canti. Ma se c'è una cosa che James Bay ha ribadito con il suo ritorno a Milano è che il suo repertorio e la sua bravura vanno ben oltre quel pezzo.