Fin dai primi istanti è stato chiaro che gli Still Corners avrebbero portato il pubblico in un viaggio sonoro senza pari. Il palco, illuminato da luci soffuse e avvolto in un'aura di mistero, l’attesa pacata degli spettatori e l’intimità dell’Arci Bellezza di Milano hanno donato a questa data milanese (ultima del tour italiano) un ambiente perfetto per la loro musica eterea e sognante.
La voce cristallina di Tessa Murray, accompagnata dalle melodie scuola 4AD di Greg Hughes, ha trasportato la folla in un'atmosfera onirica, con un set di canzoni tratte principalmente dagli album Dream Talk e Strange Pleasures. Ed è proprio la title track di quest'ultimo ad aprire il live: echi di Horrors e Cure invadono la sala con tappeti di synth scintillanti, creando un paesaggio sonoro eterogeneo.

Nonostante la loro musica sia intrisa di malinconia, gli Still Corners quando vogliono riesco anche a fare sentire i muscoli come durante The Dream e Black Lagoon. Tessa Murray e Greg Hughes danzano sul palco e ipnotizzano tutti grazie ad un’intesa ormai decennale e un sapiente uso di live electronics e backing tracks, con il ritmo sempre dettato da Jim Wallis alla batteria.
Si prosegue con brani tratti dal da The Last Exit, l'evoluzione artistica nel corso degli ultimi anni è evidente. Canzoni come Static e White Sands mostrano una profondità emotiva e una complessità sonora che coinvolge completamente i presenti. Ogni pezzo racconta una storia e i testi evocativi arrivano dritti al cuore. La coreografia luminosa fa il resto, specialmente durante brani come Far Rider.

La forza degli Still Corners risiede nella loro capacità di creare un sound unico e riconoscibile, che affonda le sue radici nel dream pop degli anni '80 e lo rielabora con una sensibilità moderna. Le loro canzoni sono come poesie sonore: evocano immagini di paesaggi desertici, notti stellate e amori perduti.
L'intensità cresce con Midnight Drive, dove i ritmi si fanno più incalzanti e la chitarra di Greg Hughes disegna arabeschi di puro dream pop. Il pubblico si lascia trasportare, ondeggiando al ritmo della musica e immergendosi completamente in quest'esperienza sensoriale.
Il concerto si chiude con The Ship, un'esplosione di suoni psichedelici che lascia i presenti con la sensazione di aver vissuto un sogno ad occhi aperti, un'esperienza immersiva e totalizzante. Non ci sono dubbi: la musica del duo londinese è un balsamo per l'anima, un rifugio nel quale perdersi tra sogni e ricordi. Ieri sera l'hanno ricordato a tutti.
Fotogallery a cura di Emanuele Tixi Palmieri: