Ieri l'atmosfera alla Cavea dell'Auditorium di Roma era più splendida del solito. Un meraviglioso tramonto si stagliava proprio dietro il palco, ad accompagnare l'uscita di scena di Hiroko Hacci, dj e cantautrice giapponese con un lungo trascorso in quel di Londra. Parte del più corposo collettivo che va sotto il nome di Le Cannibale, ha presentato, in apertura, i suoi pezzi per quasi un'ora, prima di essere raggiunta sul palco, poco dopo le 21:30 da Jamie xx.

Nessun entrata trionfale, il dj britannico ha preso le redini del drop appena terminato dall'opening della serata ed è subentrato così, in maniera del tutto naturale. Si è partiti subito con Wanna e Treat Each Other Right, due cavalli di battaglia dell'ultimo album In Waves. Proprio tra le maglie di questa onda musicale, Jamie ha deciso di omaggiare l'Italia con uno snippet di Amore Disperato - sì, avete proprio letto bene - di Nada, remixato per l'occasione proprio sotto i nostri occhi. Il pubblico si è così scaldato, anche soltanto ascoltando la prima strofa dell'iconico pezzo anni Ottanta. Stoppata prima della fine anche Loud Places, forse uno dei pezzi che più attendevamo: vuoi per la speranza di rivedere insieme gli xx, vuoi perché la voce di Romy non ci lascia mai indifferenti, nemmeno se registrata.

Il concerto ha preso poi una piega decisamente più elettro-dance, abbandonando alcuni schemi più propri dell'hyperpop, soprattutto nella sua ultima fase, dove si sono cominciati a miscelare vari pezzi e ci è parso di ascoltare anche dei piccoli stralci di In Colour, il suo primo album che quest'anno ha compiuto dieci (!) anni. La maestria di Jamie è tutta lì e, forte di brani come All You Children e Life, ha portato il parterre della Cavea, sold out per l'occasione, alla presa a bene definitiva. L'illuminazione sul palco ha giocato un ruolo fondamentale: si sono viste due mirrorball da discoteca (che ci ricordano sempre con una piccola ma decisa lacrimuccia i fasti di The Car degli Arctic Monkeys) e dei proiettori che, da terra, cercavano di toccare ogni singolo angolo buio della Cavea. A tratti fastidiosa, invece, la macchina del fumo, che partendo dai lati non riusciva mai bene a diradare la coltre di nebbia voluta per creare ancora più atmosfera. In alcuni momenti, più intimi e meno carichi di tensione elettronica, Jamie è rimasto quasi totalmente al buio, lasciando che il ledwall alle sue spalle, con immagini in presa diretta dal parterre della Cavea, fosse il vero protagonista della serata. Per buona parte del concerto, infatti, una steadycam si aggirava tra il pubblico e lanciava le immagini dal vivo sul palco, miscelate ad alcune prese in prestito dai vari concerti passati.

Jamie xx non lo scopriamo di certo oggi, ma sorprende la facilità con la quale, in un'ora e mezzo, sia stato capace di portare l'Auditorium ad immergersi dentro una metaforica tenda del Primavera Sound dove si suona elettro-dance. È forse la capacità che più si nota, anche a chi non mastica quotidianamente la musica del dj londinese. Esce di scena senza bis, forse l'unica pecca di una godibilissima serata, consapevole, però, di essere riuscito a portare il pubblico romano in un'altra dimensione.
Di seguito alcune foto del concerto di Roma (di Liliana Ricci) e di Milano (di Maria Laura Arturi).