08 maggio 2025

Oltre la nostalgia: il concerto dei Ride all'Alcatraz di Milano

Il concerto dei Ride presso l'Alcatraz di Milano si è configurato come una meticolosa disamina della loro evoluzione sonora, trascendendo la mera esecuzione performativa per attestarsi quale corpus esperienziale stratificato. La performance ha disvelato una dialettica intrinseca tra le coordinate stilistiche che hanno definito la loro concezione artistica negli anni Novanta e le successive trasmutazioni timbriche/compositive. L'apertura con Monaco (Interplay, 2024) seguita da Last Night I Went Somewhere to Dream (Interplay, 2024), ha immediatamente istituito un paradigma sonoro rappresentante la perfetta evoluzione dello shoegaze anglosassone, immerso all’interno di panorama sonico contemporaneo.

Ride in concerto all'Alcatraz di Milano
Ride in concerto all'Alcatraz di Milano | Credits: Maria Laura Arturi

La scelta di presentare l’ultima fatica discografica, oltre finalizzata alla promozione della stessa, dimostra di fatti una piena consapevolezza di aver raggiunto una qualità di scrittura estremamente matura e variegata, toccando paesaggi sonici vicini al post rock e al songwriting moderno. Durante lo scorrere dell’esibizione, magistralmente eseguita da tutta la band e minuziosamente curata dal punto di mixing/equalising, è chiaro come l'interazione musicale tra Gardener (chitarra, voce) e Bell (chitarra, voce, basso) abbia esibito una polifonia complessa, con linee melodiche e ritmiche degne di una band con alle spalle quarant’anni di carriera. La sezione ritmica, formata dal duo Colbert/Queralt, rispettivamente batteria e basso, ha manifestato una precisione metronomica, focalizzata sul mantenimento di un groove coeso e dinamico.

La setlist ha operato una navigazione diacronica attraverso il loro opus magnum, con selezioni da Nowhere (1990) e Going Blank Again (1992) che hanno riaffermato la loro maestria nella creazione di paesaggi sonori evocativi, caratterizzati da una “weirdness” in puro stile Creation records  (pre-Oasis). L'esecuzione di Vapour Trail, fra tutte, ha palesato un'architettura di rara bellezza in cui melodia, soundscaspes e drumming dialogano verso un crescendo continuo, sorvolando il concetto di strofa/ritornello e addentrandosi verso modalità di scrittura puramente art/alt rock. Le incursioni nel repertorio più recente, come le tracce da Weather Diaries (2017) e This Is Not a Safe Place (2019), hanno evidenziato una traiettoria evolutiva che pur mantenendo stilemi distintivi, incorpora elementi di psichedelia contemporanea e dinamiche ritmiche più frastagliate.

Ride in concerto all'Alcatraz di Milano
Ride in concerto all'Alcatraz di Milano | Credits: Maria Laura Arturi

Chiudendo con Chelsea Girl (EP 1990) la performance dei Ride all'Alcatraz non ha rappresentato una mera rievocazione nostalgica, bensì una vigorosa riaffermazione della loro rilevanza nel panorama musicale contemporaneo. La band ha saputo reinterpretare la propria eredità sonora con una consapevolezza evolutiva, offrendo un'esperienza che ha sapientemente coniugato la potenza evocativa del passato con la vitalità di una continua ricerca timbrica e compositiva.

 

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