Un concerto di JPEGMAFIA è un’esperienza a sé stante, difficile da descrivere a chi non ha mai avuto la possibilità di esserci. Quello all’Alcatraz di Milano è stato il secondo live in Italia dell’artista statunitense, perché rapper sarebbe estremamente riduttivo. Partendo dalle luci asfissianti e arrivando al pubblico, lo show di un’ora e mezza è stato un crocevia di sensazioni, un po’ come la sua musica. Non sai bene come collocarla: hip hop, alternative, rock, punk ed elettronica, tutto insieme. La cosa più sconvolgente e affascinante di un concerto di JPEGMAFIA è però la sua attitudine, in netto contrasto con la tendenza corrente nel creare live sfarzosi, ricchi di ospiti, scenografie e quant’altro.

Peggy è solo sul palco con la sua consolle e, come se si trovasse nel suo studio o in sala prove, è lui a far partire ogni traccia. E al pubblico basta e avanza, perché è la musica che conta e il sentimento che essa trasmette. Si parte con Jesus Forgive Me, I Am a Thot, Lean Beef Patty e HAZARD DUTY PAY!. Tre suoi classici estratti da altrettanti dischi, tra cui l’acclamatissimo joint album con Danny Brown SCARING THE HOES del 2023. A quest’ultimo viene dedicata un’intera porzione di scaletta poco prima del finale. Inutile dire che è tra i segmenti più esaltanti del concerto.
A proposito di setlist, la novità rispetto all’estate di due anni fa al Circolo Magnolia sono le canzoni del suo ultimo album I LAY DOWN MY LIFE FOR YOU. Il disco, uscito a sorpresa ad agosto, ha delle sonorità molto più heavy rock che, a tratti sfiorano persino il nu metal mentre giocano con l’elettronica.

Dal vivo New Black History, JPEGULTRA! e SIN MIEDO sono degli schiaffoni ai quali i presenti non possono che rispondere saltando e pogando. L’apice è raggiunto durante la stupenda Exmilitary, forse il brano più bello dell’ultimo disco. Il beat e il crescendo delle chitarre elettriche sono una scarica di adrenalina. Allo stesso tempo è impossibile non immaginarsi come potrebbe suonare una canzone del genere con la band dal vivo.
Proprio Exmilitary offre il gancio per parlare dell’altro grande protagonista del concerto di JPEGMAFIA: il pubblico. Instancabile, colorato, pazzo e sorprendente, con un modo tutto suo di pogare e saltare. Nel pit multilingue – si sente parlare inglese, spagnolo e tedesco - si allargano continuamente dei grandi cerchi che non esplodono mai del tutto. C’è chi si posiziona coraggiosamente nel mezzo e inizia a fare delle flessioni, chi si siede e chi si distende completamente. Uno dei mosh pit più random è stato quello che si è scatenato durante Rainbow Six, quando il parterre si è improvvisamente trasformato in un’immaginaria barca gigante stracolma di “rematori”.
Ovviamente non poteva che essere qualcosa di totalmente stravagante anche il finale. Dopo i ringraziamenti, partono gli ultimi due brani, tra cui it’s dark and hell it’s hot, e poco prima che si spenga la musica, Peggy esclama: «That’s it». Scompare nel retro del palco, coperto dal fumo, allo stesso modo di come era apparso alle 21 e qualcosa. Ora è già partito il countdown per il 24 giugno, quando JPEGMAFIA tornerà agli I-Days Milano per aprire il concerto dei Linkin Park all’Ippodromo SNAI La Maura.
Gallery fotografica di Maria Laura Arturi: