18 aprile 2024

Quarant'anni dei Jesus and Mary Chain live all'Alcatraz di Milano

Il racconto del live dei Jesus and Mary Chain all'Alcatraz di Milano

È un tranquillo mercoledì sera primaverile, il lunedì è già distante ma allo stesso tempo anche il weekend sembra un lontano miraggio. L'unico modo per risolvere la serata è un bel concerto e quale migliore occasione per ripercorrere i quaranta - sì, avete capito bene, quaranta - anni di carriera dei Jesus and Mary Chain, band culto della periferia di Glasgow, capitanata dai fratelli William e Jim Reid.

Ad aprire la serata all'Alcatraz di Milano ci pensano i Deathcrash, quartetto londinese che accompagna i JMC in tutto il loro tour europeo. Le orecchie vengono scaldate e messe a dura prova da un muro di suono post-rock che sfocia quasi nel doom metal: suoni cupi, bassi pesanti e rimshot di rullante che non lasciano spazio al riposo. I ragazzi hanno futuro, si vede.

Ma ora è il momento del piatto forte, puntuali come un orologio svizzero, salgono sul palco i Jesus and Mary Chain con una formazione molto classica: i fratelli Reid voce e chitarra, Scott Von Ryper alla seconda chitarra, Mark Crozer al basso e Justin Welch alla batteria. Con l'ingresso della band il pubblico torna nei ranghi e parte l'intro di drum-machine di jamcod, brano del nuovo album Glasgow Eyes pubblicato qualche settimana fa.

Arriva subito il momento dei grandi classici, in sequenza Happy When It Rains, Head On, Far Gone and Out e All Things Pass. Tutta la storia della band inizia ad essere raccontata tramite la musica che li ha resi grandi, non c'è molto da aspettarsi visivamente e lo sapevamo. Solamente contemplazione della musica, a partire da Jim stesso che si erge al centro della formazione e il suo pubblico, quasi ciondolante, si lascia trasportare da essa.

The Jesus and Mary Chain live @ Alcatraz, Milano 17/04/2024
Credits: Maria Laura Arturi

Il live continua, ma non è solo la celebrazione di una carriera lunga quaranta anni: c'è ovviamente spazio per i brani dell'ultimo album, fra cui Chemical Animal. Una ballad introspettiva dalle atmosfere cupe, che racconta di come si cerca di apparire migliori rispetto agli altri nascondendo la parte peggiore di noi. Le successive The Eagles and the Beatles e Amputation con i suoi cori ci riportano nel mondo dei JMC. Il pubblico si scalda, iniziano le prime spallate e qualche accenno di pogo. Non c'è nessun tipo di interazione tra la band e il suo pubblico escluso qualche timido "Thank You!" lanciato qua e là. Ed è giusto così.

Da questo momento in poi il concerto prende una piega completamente inaspettata, i ritmi iniziano a salire con l'avanzare della scaletta. Cracking up apre questo live nel live dove tornano prepotentemente i brani storici: Some Candy Talking, In a Hole e Sidewalking. La band inizia pian piano a sciogliersi insieme al suo pubblico che si spinge sempre più verso le transenne. Anche William Reid alla chitarra si lascia andare, forse complice anche il calice di vino bianco sopra al suo amplificatore. Con una precisione quasi matematica, la scaletta è suddivisa in quattro brani storici e un brano nuovo, in questo caso Pure Poor.
C'è poco da fare: i presenti vogliono sentire i classici e la risposta non è proprio caldissima nei confronti dei nuovi brani.

The Jesus and Mary Chain live @ Alcatraz, Milano 17/04/2024
Credits: Maria Laura Arturi

L'apice del concerto viene raggiunto con Blues From a Gun, Nine Million Rainy Days, Venal Joy e I Love Rock 'n' Roll. Le chitarre e le distorsioni prendono il sopravvento, alcuni iniziano a saltare le file per arrivare sottopalco mentre ci si lascia andare in un leggero pogo. Nonostante tutto la resa musicale rimane di altissimo livello complice anche un'acustica quasi impeccabile.

Poco prima dell'encore c'è tempo anche per una piccola sorpresa: esattamente come successo al Ferrara Sotto Le Stelle 2022 la band viene raggiunta sul palco da Marta del Grandi per una Sometimes Always e Just Like Honey veramente ben riuscite. La sua voce infatti si sposa benissimo con quella di Jim dando una ventata di freschezza a un pezzo di storia.

Tocca a Darklands, Taste of Cindy, I Hate Rock 'n' Roll e Reverence chiudere la serata, sublimando quaranta anni di carriera, concerti, album ed emozioni in venti minuti di completo delirio. I brani si susseguono senza pause, il pogo si allarga sempre più ed i volumi salgono all'inverosimile e in un attimo è tutto finito.

Un'ora e cinquanta di live tiratissimo con una scaletta quasi perfetta che racconta la storia di una band leggendaria ma che al tempo stesso non ha voglia di fermarsi. Non ci sono interazioni con il pubblico perché passa tutto attraverso la musica senza bisogno di messaggi dal palco. Se i Jesus and Mary Chain sono arrivati fino a questo punto con questa grinta non resta che aspettarci un tour anche per i cinquanta anni di carriera.

Qui sotto trovate la fotogallery di Maria Laura Arturi: