17/11/2016
I Thegiornalisti sono uno dei gruppi più chiacchierati del panorama musicale italiano degli ultimi mesi, e il loro concerto completamente sold out all'Alcatraz di Milano non poteva essere da meno. Come spesso accade a molti artisti, anche nel caso della band romana il passaggio dall'essere uno dei fiori all’occhiello dell’indie italiano al mondo del pop mainstream è stato alquanto improvviso. Un singolo che ha fatto impazzire le radio (La fine dell’estate), la firma del contratto con Carosello Records, un nuovo disco pop fatto di synth, tastiere e ritornelli alla Vasco Rossi che fanno impazzire il popolo dei ventenni. Insomma, una ricetta vincente per vendere dischi, fatta anche di un tour promozionale che ha toccato media piccoli e grandi e soprattutto di una serie di sold out in spazi importanti come il celebre locale di via Valtellina.
Facendomi strada tra la folla radunata alle porte del locale percepisco eccitazione nell’aria, e di fronte ai numerosi fan che cercano disperatamente un biglietto all'ultimo minuto mi sento un pò come la vincitrice di un golden ticket. Molta attesa e grandi aspettative da parte del pubblico variegato: fan, coppiette, gruppi di amici, professionisti del mestiere, giornalisti e colleghi musicisti, tutti in attesa di vedere di che pasta sono fatti Tommaso Paradiso, Marco Antonio Musella e Marco Primavera, per vedere se sono davvero degni del successo che Completamente Sold Out sta avendo nelle classifiche.
L’attesa per il gruppo è palpabile e viene esasperata dall’esibizione del gruppo di apertura, gli Shazami, duo improbabile formato da Federico Russo e Francesco Mandelli. La simpatica coppia propone cover di brani brit pop, dialogando (da leggere: sparando cose a caso) in inglese tra una canzone e l’altra. L’impressione è che sia tutto uno scherzo e che i due siano sul palco solo perché sono amici della band. Il pubblico si consola chiacchierando e a tratti cantando distrattamente le canzoni che conosce, non senza pensare che un’apertura di un concerto così importante sarebbe stata un’opportunità d’oro per un artista emergente.
La band romana portavoce del romanticismo malinconico in pieno stile 2016 sale sul palco attorno alle 10: il frontman si fa riconoscere per il suo stile da trentenne ragazzino fatto di baffi, cappellino con visiera alla Ash Ketchum e una banale t-shirt nera (variante di quella celebre che cita il neologismo "looserare", che probabilmente sarà rimasta in lavatrice). Paradiso stesso è infatti diventato, consapevolmente o meno, un vero e proprio personaggio, sempre in bilico tra lo sfigato e il cool. Un vero e proprio idolo delle masse, schernito e amato sui social, ma diventato comunque il punto di riferimento dei ventenni romantici della seconda decade del 2000, la cosiddetta generazione del romanticismo su WhatsApp alle 2 di notte e delle paranoie da spunte blu senza risposta. E Tommy sembra essersene reso conto, diventando il fiero cantore di favole di amori metropolitani della nostra epoca: il concerto non a caso inizia con la nota vocale che apre Fatto di te, una delle canzoni più popolari del nuovo album. La folla è in delirio e canta ogni sillaba, proprio come la sottoscritta, che come molti altri presenti cercherà di cantare a più non posso non curandosi di essere attorniata da coppiette che si scambiano effusioni ad ogni strofa che presenta un minimo di romanticismo (quindi praticamente sempre).
I Thegiornalisti proseguono continuando con il tema dell’amore via Whatsapp con Gli Alberi, per poi passare all’ultima traccia del disco Vieni e cambiami la vita. Ed ecco che arrivano le prime timide frasi di Tommaso Paradiso, un pò impacciato e visibilmente emozionato. Tranquillo Tommy, anche noi siamo increduli di fronte al fatto che nel giro di pochi mesi siate passati dall’essere una band indie al dominare l’airplay radiofonico e le classifiche, ma che ci vuoi fa’: è il potere della musica e delle canzoni che nella loro semplicità riescono a conquistare le folle, quindi tanto vale mettersi l’anima in pace e continuare la festa.
Nella scaletta, costruita ad hoc per un pubblico che conosce prevalentemente l’ultimo album, viene dato poco spazio al materiale precedente, nonostante i presenti si dimostrino preparati cantando a squarciagola anche canzoni più vecchie come Mare Balotelli, Proteggi questo tuo ragazzo (che Paradiso dedica alla mamma, presente nel pubblico) e Io non esisto (dedicata a “quella persona con la quale avreste voluto fare l’amore”). Pathos a livelli stellari, nonostante le imperfezioni nella voce del frontman. Ma al pubblico non interessa la perfezione: i dolori del giovane Tommy sono patrimonio di tutti, sono universali, poco importa se vengono narrati dalla sua voce o da quella degli altri presenti.
Ogni canzone sembra scatenare il delirio del pubblico, e un primo climax sembra essere raggiunto con la doppietta Il Tuo Maglione Mio (“quando abbiamo scritto questa canzone ci hanno detto che era una cagata pazzesca”) e L’ultimo Grido della Notte, dove si toccano rispettivamente vette di romanticismo e malinconia che non hanno eguali. Tra piccoli problemi tecnici e pause che la band cerca di prendersi tra un brano e l’altro, incredula di fronte al responso del pubblico, ci si avvia alla seconda metà del concerto. E così i muri dell’Alcatraz sembrano voler crollare sulle note di Disperato, Tra la strada e le stelle, il tormentone Fine dell’estate, Sold Out (dedicata al manager e amico Nicola Cani) e Non Odiarmi, accompagnata da una passeggiata di Paradiso in mezzo alla folla, quasi come a volersi avvicinare ancora di più a quelle persone che già è in grado di toccare con i testi delle sue canzoni.
Giunge poi l’ora dell’encore, tempo di un altro climax che comincia con due dei pezzi più amati di Fuoricampo, Per lei e Promiscuità, dove si levano di nuovo cori da stadio. Il concerto termina con il singolo Completamente e un Alcatraz che canta il malinconico “Non trovo sonno, non trovo pace, sento che il cuore va più veloce / solo così sto tanto bene, completamente” sotto una pioggia di coriandoli a forma di cuore (a mio avviso un pò stucchevoli.. come se già non bastassero le canzoni strappalacrime, strappacuore e strappabaci).
Il pubblico è soddisfatto, anche se in qualche modo vorrebbe che il tempo della serata si dilatasse per continuare ad emozionarsi e a cantare all’infinito. Il gran finale è Balla, a malincuore non eseguita dal vivo ma messa come colonna sonora del sipario che cala, con Tommaso Paradiso e compari che salutano e mandano cuori con le mani al pubblico milanese che li ha accolti con calore e a cui ha affidato le proprie emozioni per una sera.
Non c’è niente di rivoluzionario nella musica dei Thegiornalisti, tantomeno in questo nuovo disco che ha scalato le classifiche e che sembra aver scatenato una febbre generale tra vecchi e giovani. Il fatto di utilizzare formule già rodate come ritornelli e strofe super pop, che nella loro semplicità sanno arrivare dritte al cuore e allo stomaco delle persone non è da condannare, né tantomeno sono da condannare le esplicite influenze di Vasco Rossi o di Battiato o l’utilizzo massiccio di synth e di sound anni '80 che rendono tutto così dannatamente orecchiabile. I Thegiornalisti ci piacciono, ci fanno emozionare, raccontano delle nostre vite, dei nostri amori e delle nostre delusioni, di quei momenti che hanno già un dolce sapore malinconico nel momento stesso in cui li viviamo. Ma a noi va bene così, e sembra che non ne abbiamo mai abbastanza. E se Tommy e compagni continueranno a percorrere questa strada andrà a finire che anche il loro funerale sarà sold out.
Setlist:
1. Fatto Di Te
2. Gli Alberi
3. Vieni e Cambiami La Vita
4. Mare Balotelli
5. Il Tuo Maglione Mio
6. Sbagliare a Vivere
7. L’Ultimo Grido Della Notte
8. Disperato
9. Proteggi Questo Tuo Ragazzo
10. Tra La Strada E Le Stelle
11. Io Non Esisto
12. Fine Dell’Estate
13. Sold Out
14. Non Odiarmi
15. Per Lei
16. Promiscuità
17. Completamente