Li abbiamo visti crescere, formarsi, cadere e rialzarsi. Li abbiamo visti sui palchi più piccoli d'Italia fino a quello più ambito nel mese di febbraio. Da sconosciuti e radicali, a pop e stilosi. Da due giovani ragazzi a due punte della musica italiana. Vita, morte e miracoli de La Rappresentante di Lista è quello che è successo al Fabrique di Milano. E ora vi spiego perché.
Fa strano che nel capoluogo lombardo non ci sia il sold out garantito. E non per un becero discorso economico o di senso comune sbagliato, ma perché fa capire quella che può essere l'inflessione che il duo siciliano ha avuto nell'ultimo periodo. Ma iniziamo per gradi.

Vita
Il live si apre con quello che possiamo dire essere un bel focus all'ultimo disco appena uscito, Giorni Felici. È proprio il brano di apertura del disco La Città Addosso a dare il via alle danze. E con una bocca sdentata a forma di gonfiabile alle spalle, Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina si presentano al loro pubblico. Pop e stilosi come non mai. I primi momenti, forse anche troppo lunghi, sono dedicati a questo nuovo disco che dal vivo suona peggio dell'inciso. È la vita che sta vivendo ora La Rappresentante di Lista? In bilico tra passato e presente senza una via d'uscita mi viene da dire. In bilico tra quello che sono e quello che gli altri vorrebbero che fossero.
Morte
E qua arriva il brutto. Ci devono essere dei problemi tecnici, o comunque qualcosa che non va. L'audio di lei è palesemente abbassato, sembra che il suo esca solo dalle casse di sinistra e non di destra e il tutto viene reso ovattato. Il Fabrique non ha suonato mai così male in dieci anni di attività. Questo fa si che la resa acustica sia molto bassa e quindi anche il percepito dal pubblico. Aggiungiamoci anche che i brani dell'ultimo album, uscito un po' in sordina, non danno la giusta spinta ad un duo che di grinta (e spinta) ce la dovrebbe avere già. Sembra un po' di sentire i Finley, ma più radical chic che mai.
Proprio per questo inizio a pensare a cosa possa essere successo. Il post Sanremo? La virata a qualcosa meno politico e sociale e molto più banale? Non so darmi spiegazioni, aspetto e spero. Spero in un cambiamento. Questo momento è proprio morto, inutile e a quanto pare già visto e sentito. Forse a causa di brani come Giorni Felici, Ho Smesso di Uscire o Cattivo.
Miracoli
Arriva però ad un certo punto una virata. Dalle ceneri, come una fenice palermitana, risorgono due personaggi che personalmente ho amato alla follia quando fama e gloria (scusate la frecciatina) non erano così scontati. È il ritorno al passato e a quei pezzi che mi mancava proprio sentire dal vivo: Questo Corpo, Guardateci Tutti o Maledetta Tenerezza. Un piccolo cambio di rotta, una carica che ora esplode e risuona a gonfie vele in tutti gli angoli del club e coinvolge il pubblico come in un caloroso abbraccio. E quando arriva il momento acustico, solo loro due, seduti sul palco davanti a tutte e tutti allora mi sembra che non siano mai cambiati. E che Sanremo, il cinema e Valentino non siano mai accaduti.
Con Resistere ritrovano il senso politico dei loro spettacoli, con un urlo finale alla liberazione della Palestina. E con Amare un senso di reciproco affetto, quello che li aveva fatti scoprire all'intero paese. È un altro miracolo questo che li porta ad altri grandi successi e pezzi come Alieno, Siamo Ospiti. O il grande finale (veramente incredibile) di Mina Vagante. In questi ultimi istanti, considerabili come due encore per chi l'ha vissuto, ritroviamo la teatralità di Veronica e l'anti-conformismo di Dario in un baleno. Un vero e proprio miracolo improvviso.

Se dovessi quindi consigliare di vederli dal vivo la mia risposta sarebbe sempre la stessa: sì. Perchè tra alti e bassi, tra vita e morte, ci possono sempre essere dei miracoli che ci fanno un po' ritornare a quando si sventolavano le bandiere e a quando il palcoscenico era quello di un teatro dove le loro abilità artistiche si univano in un grande desiderio d'amore collettivo. Questi quindi sono stati vita, morte e miracoli de La Rappresentante di Lista al Fabrique di Milano.
Di seguito la fotogallery del nostro Renato Anelli: