Si fa fatica a parlare di 'sottovalutato' nel caso di un gruppo come i Daft Punk: la loro discografia è forse una delle più universalmete apprezzate da fan hardcore e casuali, grazie ad un numero praticamente surreale di hit e pezzi che hanno trasceso il mondo musicale per entrare a pieno diritto nella cultura pop e mainstream odierna. Con il loro addio alla scena, il duo si lascia alle spalle 28 anni di carriera pressochè impeccabile, cavalcando la cresta dell'onda senza scendere a compromessi. Dei molti pezzi che sono diventati a pieno diritto pietre miliari della musica house, elettronica e new wave, abbiamo voluto consigliarvi 10 brani che potrebbero esservi sfuggiti se la notizia dello scioglimento è stato il vostro primo punto di contatto con il gruppo, o se vi sono sempre bastate solo One More Time e Get Lucky per ritenervi sottisfatti.
Rock'n Roll
Molti dei pezzi in questa lista si distinguono per l'abilità dei Daft Punk di non saper solo produrre pezzi ad altissimi giri, ma anche musica dai suoni più pacati. Rock'n Roll non è uno di questi. Nascosto agli ultimi banchi del loro debut Homework, è facile perdere interesse nella traccia se non lasciata riscaldare un attimo. I semplici beat iniziali salgono d'intensità lentamente ma assiduamente, insieme a note di chitarra distorta al limite. Quando ormai un potentissimo kick drum arriva dopo 3 minuti di introduzione è troppo tardi per tirarsi indietro dalla totale esplosione sonora che sta finalmente per arrivare. Nonostante fosse stato registrato con mezzi di fortuna ben prima del raggiungimento della fama, Guy-Manuel e Thomas avevano già la mente proiettata verso musica che avrebbe fatto eruttare gli stadi molto presto.

Crescendolls
Bisogna essere nel mood giusto per apprezzare a pieno questa canzone. Se siete disposti a non prendervi troppo sul serio per tre minuti e mezzo allora unitevi al coro di urli e lasciatevi trasportare dalla sua energia. Crescendolls è un pezzo che fa poche cose, ma molto bene. Il loop di coro e synth è praticamente immutato per tutta la durata della traccia, ma il suo sfrenato buon umore non può che coinvolgervi. Dopo un po' l'ascolto diventa quasi febbrile, è come salire su una giostra che non ha nessuna intenzione di smettere di girare su se stessa. Non ci sono freni su questo treno, fino alla prossima canzone, è il ritmo a fare da padrone. Non a caso il pezzo è nei pochi prescelti della scaletta live di Alive 2007, il loro storico concerto/disco dal vivo.

High Life
High Life è la conferma certa che con Discovery Guy-Manuel e Thomas Bangalter volessero vivere i loro sogni di superpop anni '80 dopo una gavetta durata anni nel panorama underground europeo. Un ennesimo episodio di uso geniale del sampling, in questo caso della sconosciuta Break Down for Love dei Tavares, che prende il funk e lo rende un mix impossibile da ascoltare senza muoversi. Sembra davvero di trovarsi in una discoteca di qualche decennio fa, avvolti in un turbine di luci. Perfetta per ogni uscita post-corona fra qualche tempo, non scordatevi di questa chicca facilmente oscurata dalle sue compagne di disco One More Time e Harder, Better, Faster, Stronger.

Giorgio by Moroder
«My name is Giovanni Giorgio, but everybosy calls me... Giorgio». Come la calma prima della tempesta, una piccola intervista a Giorgio Moroder, pionere e orgoglio nostrano della musica eletronica, scandisce i primi due minuti di questa traccia da ben 9 minuti di durata. Forse un po' accantonata intimiditi dalla durata del brano e dal discorso iniziale, Giorgio Moroder colpisce con classe e stile fuori dal comune con i suoi beat super futuristici per mutare in un epico crescendo finale con chitarre elettriche in fiamme e vere e proprie cannonate di synth, senza farsi mancare momenti più minimal e maestose pause orchestrali. Un vero e proprio viaggio interstellare formato mp3 che ripaga a pieno tutto il tempo richiesto per l'ascolto.

Voyager
Altra piccola grande perla di Discovery, dove il sound '80s non è mai abbastanza. Pochi secondi di introduzione per preparasi ad un letterale assalto frontale di note di basso spessisime e chitarre elettriche affilate come rasoi. Il tutto unito all'inconfondibile groove di batteria che spinge avanti il tutto nel modo più funk possibile. Se non foste ancora del tutto convinti, ecco sbucare dal nulla dei synth quasi arpeggiati pronti a mettersi al centro dell'attenzione e dare un secondo di respiro, prima che il basso si riprenda di nuovo la scena. Nonostante non si dinstringua per i suoi motivetti orecchiabili, Voyager sembra davvero rappresentare il punto clou di un eroico viaggio da portare a termine ad ogni costo.

Make Love
Anche il molto spesso controverso Human After All ha i suoi momenti di indiscutibile spessore. Make Love è un ennesimo esempio di pezzi del duo che oltrepassano la barriera del pop per esplorare altre direzioni soniche della musica elettronica. In questo caso, la semplicità detta legge: un semplice giro di chitarra si spiega con molta calma attraverso i quasi 5 minuti di canzone, accompagnato da un piano e beats minimali per evideziare le sottili note vocali che ogni anto fanno capolino nel pezzo, velate dietro l'immancabile vocoder. È curioso imbattersi in una traccia così delicata nel loro repertotiro, ma la sopresa è piacevole. Se la maggior parte della discografia del gruppo prende posto in una frenetica disco, Make Love è la pausa sigaretta + boccata d'aria prima di riscendere in pista.

Derezzed
Tron e Daft Punk sembrano sulla carta un duo che va a braccetto: tecnologia futuristica, velocità e intensità in una cornice al neon. Chi meglio del duo per comporre la colonna sonora del film? Seppur non si possa chiamare un vero e proprio progetto originale, Derezzed non sfigura a confronto con il materiale del gruppo! Derezzed è una caduta libera musicale che vede sfrecciare sintetizzatori super distorti in tutte le direzioni con dei brevi momenti di drum machines durissime che catapultano l'ascoltatore da una parte all'altra del pezzo in nemmeno 2 minuti. Un esplosione di energia in un batitto di ciglia.

Fresh
Adoro Fresh perchè è fresca di nome e di fatto. Forse uno dei primi esempi di come il duo non fosse solo una macchina da guerra per hit dance e house: posizionata a sandwich fra due mega bombe come Da Funk e Around the World, Fresh è un apiccola traccia super feel good basata intorno ad un leggero giro di chitarra e un originalissimo sample di onde marine. Poche volte il gruppo farà di nuovo uso di un sample così naturale rispetto alle loro sonorità extraterrestri, un'unlteriore sperimentazione all'interno della loro discografia già così avanguardistica. Se volete scoprire un lato dei Daft Punk che non sia legato alla caciara in discoteca, partite da questa freschissima brezza formato audio.

Daftendirekt
La prova assoluta di come una grande canzone abbia bisogno di davvero poco per essere messa al mondo: solo una piccola idea geniale. Daftendirekt apre il sipario sul primo progetto full lenght del gruppo, Homework, presentandoli formalmente al mondo nel 1997 sebbene il duo avesse già calcato i palchi di rave illegali e non da anni ormai, esordendo con Da Funk già nel 1995. I quasi 3 minuti del pezzo ruotano intorno ad un' unico sample - C'mon the funk back to the punk - loopato all'inverosimile e aumentato di intensità con un continuo sovrastarsi di drum machines. Un'apertura super tesa perfetta per volersi buttare a capofitto nel resto del disco, non a caso è stata anche la loro traccia prediletta di apertura live per molto tempo!

Touch
Come non includere Touch in questa lista. Un brano così misteriso e... strano quasi, con quale il gruppo ha deciso di salutarci. In un costante cambiamento sonoro dopo l'altro si erge in 8 minuti di durata totali, per arrivare ad una maestosa e toccante conclusione. Chiunque abbia visto il video di addio del duo saprà riconoscere le battute finali della canzone, una vera e propria ballata robotica. È quasi sorprendente trovarsi ad essere emozionati da un gruppo che normalmente viene associato a ben altri lidi musicali, eppure eccoci qua. «If love is the answer you're home».
