Sperimentazione senza tracce di snobismo. È così che si muove il domani di beabadoobee, ormai lontana anni luce dall’essere solo la vocina di death bed. L’artista britannica di origini filippine, nota per essere una seriale confezionatrice di earworm spendibilissimi su Tik Tok, lancia sul mercato un album di affermazione musicale, affidandosi alla sapiente produzione di Rick Rubin (Linkin Park, The Strokes, Adele et. al.) e spostandosi per la prima volta dalla sua cameretta londinese agli Shangri La Studios di Malibu, evento che lei stessa, appena 24enne, racconterà come un simbolico salto nel vuoto verso l’età adulta in This Is How Tomorrow Moves.
Se nel precedente Beatopia (2022), beabadoobee si spingeva verso l’apice del pop sperimentale, sguazzando in una commistione di generi (pop/rock/folk/lo-fi) e di suoni (abbondavano i campionamenti di rumori ambientali che rendevano l’ascolto un’esperienza quasi sensoriale), This How Tomorrow Moves si fa percepire subito come una raccolta sonoramente più nitida e meno scarabocchiata. D’altra parte, è la stessa copertina, che la ritrae in un primo piano da vera diva hollywoodiana, a suggerire questo passaggio se messa a confronto con la tavola di acquarello che accompagnava Beatopia.

Seppure indossando questa mise musicale più patinata, beabadoobee non dimentica il suo interesse per il pop sperimentale andando a prelevare gli ingredienti per le 14 nuove tracce dalle scene più disparate, partendo dallo shoegaze (California, Post) fino al country (Everseen, Everything I Want) e passando per la bossanova (A Cruel Affair). Dal canto suo l’avvicinamento all’industry americana ha scongiurato il rischio che This Is How Tomorrow Moves nascesse come un disco pretenzioso, autoreferenziale… ma non senza qualche effetto collaterale. Potrebbe far sorridere dire che la musica di baebadoobee, sottoposta a questo processo di raffinamento made in USA, finisce per ricordare un po’ quei progetti discografici appioppati negli anni 2000 alle star televisive adolescenziali per vedere se gli calzava bene anche la veste di cantante e tentare un business secondario (per citarne uno su tutti Sparks Fly di Miranda Cosgrove). Ma se ascoltare quel tipo di musica nel 2024 è un guilty pleasure, nel sentire beabadoobee di guilty non c’è proprio niente perché al di là di una certa ‘poppizzazione’, i suoi brani portano con sé l’ineliminabile valore di una penna cantautorale fresca e femminile, di cui sembriamo insaziabili in questi tempi.
Il titolo dell’album non corrisponde a nessuno dei brani, mentre la traccia di apertura e singolo di lancio si intitola Take a Bite, dare un morso. Un’azione che evoca il peccato originale, e sa di voglia di osare e buttarsi nella mischia, molto coerente con il suo ritornello a cascata che ci fa entrare nel mood di un abbandono alla corrente. Uno dei temi portanti in This Is How Tomorrow Moves è proprio una presa di responsabilità adulta rispetto a ciò che si decide di far accadere nella propria vita e nelle relazioni: per citare la traccia numero tre One Time: “It makes two people to make that mistake”. Qui chitarra e percussioni si rincorrono e la chiusura è una cantilena da scuola che parla di quanto è piacevole indugiare nei problemi invece di risolverli.
California, nonostante qualche secondo di attacco shoegaze, rientra nel filone alla Hannah Montana di cui si diceva. Il testo ci parla di amore a distanza e sensi di colpa, la vocina sottile di Bea, innestata su la base un po’ punk che non esplode mai ha un effetto caramellato, ma pur sempre accattivante. Tutta shoegaze e decisamente rockettara, anche Post sarebbe stata promossa come sigla di un telefilm pomeridiano. Durante un ascolto integrale fa da punto di rottura e tra i 14 brani è il più acceso.
Già destinata a diventare fondamentale nella discografia di beabadoobee – per una certa coerenza con ciò che l’ha resa famosa - troviamo Coming Home, earworm che incapsula un’atmosfera idilliaca e casalinga, pronto per essere consumato dai vlog di chi, anche questa volta, sceglierà di romanticizzare la propria stagnante quotidianità per non impazzire.

Girl Song e Beaches sono dei delicati momenti di cantautorato. La prima, solo voce e piano, è un concentrato di vulnerabilità e paranoie, soprattutto sulla forma fisica (“Waking up to hardly recognizing my own face / Just a stranger in the mirror, thinking / "Oh what a shame, didn't think she'd look this way" / Don't look no different to how I looked yesterday”). Aprirsi su questo tema sembra sempre più un rito di passaggio per le autrici donna – basti pensare al recentissimo remix di Charlie XCX e Lorde – e beabadoobee non si tira indietro. Anche Beaches narra un rito passaggio, ma in questo caso il mondo dei grandi è quello della musica: dopo tante insicurezze le spiagge di Malibu e lo studio di registrazione calcato dai personaggi più importanti non sarà più così spaventoso ma il posto adatto per cominciare il proprio futuro (autoreferenzialità? Sì, qui ne abbiamo). È stato scelto come quarto singolo, ma rimane fuori dalle punte di diamante di This Is How Tomorrow Moves, colpa di un sound trascinato e di un utilizzo della chitarra che si ritrova più volte pari pari dentro l’album.
Più interessante Real Man, che è essenzialmente uno swing e ricorda tanto la prima Lily Allen, soprattutto nell’irriverenza del testo (“And I already told you I'm a part of a band / Please forgive me just for thinking it's a fleetin' romance / I guеss no one ever taught you how to bе a real man”).
Poi c’è la contaminazione country di Ever Seen e Everything I Want, per quali addirittura si vocifera ci sia lo zampino, quantomeno spirituale, di Taylor Swift con la quale beabadoobee ha condiviso palco e dietro le quinte in alcune date dell’Eras Tour. Anche qui Bea e Rick Rubin non si fanno fagocitare dal genere di ispirazione e riportano tutto a lo-fi. Ever Seen è un singolo romantico, sognante, tintinnante, consumabilissimo, che da solo dovrebbe bastare per far uscire beabadoobee fuori dal ghetto di “cantante da Tik Tok”.

In chiusura troviamo due pezzi musicalmente allegri che nascondono temi agrodolci. The Man Who Left Too Soon è un outro da un minuto e mezzo che tratta la nostalgia ricoprendola di zucchero. This Is How It Went è invece una break-up song all’insegna della pace interiore e della creatività come valvola di sfogo: se la storia è finita che almeno la nostra arte ne tragga beneficio.
And let me write a song like all the songs I love to listen to
Writing 'cause I'm healing, never writing songs to hurt you
Using what I'm best at and I hope you do the same
Con This Is How Tomorrow Moves beabadoobee entra nel mondo dei grandi e si lava da tutte le sbavature della sua precedente fase di sperimentazione, il risultato è un album sonoramente coeso e adatto anche ai palati musicali più sbadati. Si tratta di un’operazione curata e ben riuscita, che molto probabilmente la aiuterà ad ampliare il pubblico e farà da porta di accesso ai anche ai suoi brani musicalmente più radicali.
