Fino a qualche mese fa, se qualcuno mi avesse detto che quest’anno uno degli album che avrei aspettato con più ansia sarebbe stato il debut di una cover band, probabilmente l’avrei guardato con un’espressione abbastanza stranita e divertita. Eppure questo 2020 non smette di sorprenderci e infatti, dopo mesi di pausa dalla scrittura, riprendo in mano la penna proprio in occasione del primo album in studio dei Jaded Hearts Club.
Per chi vivesse su un altro pianeta e non li avesse ancora sentiti nominare, non si tratta di una cover band qualsiasi, bensì di un supergruppo composto da artisti con una discreta carriera musicale alle spalle: alla voce troviamo Miles Kane dei Last Shadow Puppets e il frontman dei Jet Nic Cester, seguiti da Matt Bellamy dei Muse al basso e voce, Graham Coxon dei Blur e Jamie Davis (Transcopic Records) alla chitarra, e Sean Payne (The Zutons) alla batteria. Niente male, vero?
Nato per caso nel 2017 con il nome Dr. Pepper’s Jaded Hearts Club, questo curioso progetto musicale inizialmente aveva come unico obiettivo quello di suonare le canzoni dei Beatles durante la festa di compleanno di Davis in quel di Los Angeles. Dopo essersi trovati insieme sul palco quasi per gioco, però, i sei musicisti hanno deciso di portare avanti la loro passione comune per il rock’n’roll vecchio stile e la musica soul, continuando a esibirsi in occasione di eventi privati e di beneficenza. Questa formazione d’eccezione ha incuriosito fin da subito i fan e la stampa, grazie anche alle numerose collaborazioni con altri artisti, tra cui Sir Paul McCartney in persona, Ilan Rubin (Nine Inch Nails), Dominic Howard e Christopher Wolstenholme (Muse) e Chris Cester.

Dopo essersi divertiti per qualche anno, finalmente nel 2020 arriva il loro primo singolo ufficiale: si tratta di Nobody But Me, una rivisitazione in chiave più energica, decisa e rockeggiante del brano del 1962 degli Isley Brothers, nota ai più anche nella versione cult dei The Human Beinz del 1968 (che forse avrete visto anche in The Office). Protagonista di questo primo singolo è la voce di Miles Kane, che si fonde perfettamente con l’accompagnamento musicale in pieno stile anni 60’. Rilasciato in pieno lockdown da COVID-19, il singolo promette bene e fa sperare in un successivo EP o album.
Non molto tempo dopo seguono This Love Starved Heart Of Mine (It's Killing Me), We'll Meet Again e Reach Out (I'll Be There), altri tre brani che ci confermano che qualcosa bolle decisamente in pentola e ci regalano un’anteprima del loro imminente lavoro discografico. Pochi giorni prima dell'uscita dell'album, la band pubblica anche I Put A Spell On You, accompagnata da un videoclip ispirato ai vecchi horror degli anni 20.

Composto da 11 tracce, per un totale di circa 30 minuti, il 3 ottobre 2020 finalmente esce You’ve Always Been Here.
Il primo impatto è decisamente positivo e dopo i primi 2-3 ascolti consecutivi sono soddisfatta. L’album consiste in una selezione accurata di brani Northern Blues e Motown, alternando grandi successi con chicche e rarità, e risulta fin da subito molto orecchiabile e leggero. Ma, soprattutto, dettaglio non trascurabile, si presta molto bene a essere canticchiato - complice anche la presenza di classici senza tempo come Money (That’s What I Want) dei Beatles, Reach out (I’ll be there) dei Four Tops e Have Love, Will Travel dei Sonics.
Nonostante il disco sia stato prodotto dalla Helium-3 (etichetta di Bellamy, noto per le innumerevoli contaminazioni musicali dei generi più disparati apportate nei Muse), in You’ve Always Been Here i Jaded Hearts Club sperimentano poco o nulla. Dopotutto sono pur sempre una cover band e si limitano a fare questo, riuscendo nel loro intento perfettamente e proponendo delle cover molto gradevoli. Alcune più efficaci, come quelle sopra citate, e altre un po’ meno: Love’s Gone Bad e Why When The Love Is Gone per esempio risultano meno convincenti e un po’ piatte, mentre Long And Lonesome Road a mio avviso è l’interpretazione più riuscita dell’album. Con questa rivisitazione del brano di Chris Clark, i Jaded Hearts Club si discostano nettamente dalla versione originale, riproponendolo in una versione più moderna, glam ed energica. Fatta eccezione per l'intro e l'outro, cantate e curate nel minimo dettaglio da Bellamy, i lead vocals sono affidati interamente a Kane e Cester, due frontmen carismatici che per tutta la durata del disco risultano in perfetta sintonia con gli altri componenti della band. Insomma, niente di nuovo e sconvolgente, ma è comunque un lavoro che merita assolutamente di essere ascoltato e che riesce a portare un po' di leggerezza e spensieratezza in un periodo storico complicato e particolare come quello che stiamo vivendo.
I Jaded Hearts Club avevano originariamente programmato un tour per il 2020, piani che ovviamente sono stati posticipati a data da destinarsi a causa della pandemia in corso. Non ci resta che aspettare di vederli presto dal vivo.