Merce Funebre Tutti Fenomeni 17 gennaio 2020
8.4

Ammettiamolo: è da un po' che non ci sono grandi rivelazioni nella scena italiana. Da quando il panorama si è scisso tra indie e trap, con qualche sporadica ibridazione (leggi Myss Keta, Carl Brave & Franco 126, Frah Quintale, Coma_Cose), non abbiamo più avuto grandi colpi di scena. Personalmente l'ultima grande emozione me l'ha regalata Liberato con la (diciamocelo, studiatissima) uscita dell'album e della "mini-serie" strappalacrime di Lettieri, Capri Randez-Vous. Dopodiché non ho più avuto colpi di fulmine musicali.

Ma venerdì 17 è uscito il primo album di Giorgio Quarzo Guarascio, pischelletto romano che si firma Tutti Fenomeni e che ha fatto ripalpitare il mio cuoricino intorpidito e disilluso. A inizio gennaio mi ero imbattuta nei tre singoli ed era stato amore a primo ascolto. La prima impressione che ho avuto è stata: l'intellettualità dei Cani che incontra la geniale demenzialitá dei Pop_x e l'attitude della Dark Polo Gang. Camicia, cravatta e occhiali scuri, che, come dice in Filosofia, "tolgono i colori al mondo ma ci fanno fissare il sole e la morte". Impassibile contegno mentre rappa con la flemma di Achille Lauro versi come "I politici morti vanno ai droga party, demoni alla porta, baby facci entrare".

"Merce Funebre" è pubblicato dalla 42 Records (l'etichetta de I Cani) e prodotto dal desaparecido Niccolò Contessa (basically, I Cani), che ci aveva sedotti e abbandonati quattro anni fa, con "Aurora", mollandoci in eterna attesa del fatidico, inarrivabile, quarto album. La presenza di Contessa si sente ineluttabilmente, le sue sonorità inconfondibili impregnano tutto il disco, e anche i testi e a volte il cantato ammiccano a I Cani, dando la fugace illusione di un ritorno, anche se in veste nuova, post-Cani, da nuovo decennio.

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Il disco si apre con una cupa e solenne marcia funebre sovrapposta a singhiozzi e gemiti sommessi. Si susseguono riferimenti ad atti terroristici, grandi personaggi storici e frasi in tedesco. Giorgio scatta istantanee del nostro tempo con versi come "libri di Proust accanto al bidet", "mediocri governano la nostra estetica", "ti amo solo dopo il novantunesimo", descrivendo ossessioni, contraddizioni e paradossi della pazza epoca in cui viviamo.

Prossimi concerti di Tutti Fenomeni

Segue Valori aggiunti, uno dei tre singoli, in cui Tutti Fenomeni mette a confronto i "poeti morti" e i "poeti vivi" che "hanno gli aggettivi per gratificare i nuovi primitivi", mentre i primi "non tagliano il pane, non portano il cane, non hanno tatuaggi". E dichiara "Voglio incidere solo dischi brutti, così sarò sicuro, di piacere a tutti", accurato assunto sull'inevitabile perdita di qualità di un prodotto artistico nel momento in cui punta a compiacere il grande pubblico. E continua con "Voglio infliggerti pene senza senso, per metterti in guardia da questo mondo orrendo", verso in cui colgo forte affinità con il "cinismo contessiano".
Il video, diretto da Jacopo Farina, omaggia quello di Enjoy the Silent dei Depeche Mode, girato da Anton Corbijn.

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La terza traccia è Metabolismo che fa riflettere su quanto sia fittizia la libertà che crediamo di avere: "siamo tutti creativi, siamo tutti timidi, viscidi burattini si fingono senza fili", "non puoi vincere il campionato perché è già deciso". E poi, "Se la cuoca è bella, sarà tutto buono", che sembra un'involontaria frecciatina ad Amadeus e alle sue recenti dichiarazioni a Sanremo.

Mogol, è una ballata più intimista e quieta rispetto al resto del disco, che comunque sferra stilettate a metà strada tra il disperato e il fiducioso: "io quando mi impicco penso positivo, che prima o poi la corda si spezza e il giorno continua", "almeno dal punto di vista culturale l'Italia è già a pezzi", "ti dedico tutti i miei gol". Reykjavik  è un dialogo immaginario con una ragazza per la quale metterebbe "da parte ogni formalismo" e "ogni protagonismo", piaga dell'era dei social. In Diabolik descrive la condizione umana e paragona l'essere umano a un piccione, "triste quando è libero, triste quando è in prigione".

Hikmet
, intitolata con il nome del più grande poeta turco del Novecento, si apre con una citazione de "Le Nozze di Figaro" di Mozart, e si chiude sulle note di un sax. Filosofia nasce da una battuta di suo fratello che, una volta disse che "pure Jovanotti dice di fare pop filosofico, se quella di contare i milioni in banca è una filosofia". In Marcel prosegue l'analisi di come si usufruisca della filosofia oggi. Qualcuno che si esplode è IL singolo, il biglietto da visita del progetto, che introduce a temi e sonorità del binomio Quarzo-Contessa e invita ad addentrarsi nel suo mondo visionario. Il disco si chiude con Trauermarsch, marcia funebre di nome e di fatto, in cui Giorgio elenca una serie di personaggi storici classificandoli come rock, rap o pop.

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Devo ammettere che a me piace anche il suo periodo lol rap, ai tempi delle collaborazioni con i Tauro Boys e ai tempi in cui cantava "Per quanto ti amo cancello Tinder" su basi trap hardcore pompate  all'inverosimile. Ma l'allontanamento da quel genere, grazie all'incontro con Contessa, gli ha permesso di svilupparsi artisticamente in una direzione nuova e sembra aver trovato un linguaggio più suo per esprimere quello che ha da offrire.

Qui le date del suo primo tour:

12 marzo 2020 - Roma - Monk
13 marzo 2020 - Bari - Officina degli Esordi
20 marzo 2020 - Marghera (VE) - Argo 16
21 marzo 2020 - Pisa - Cinema Lumiere
27 marzo 2020 - Bologna - Covo Club
03 aprile 2020 - Milano - Serraglio
04 aprile 2020 - Torino - sPAZIO 211

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