09 ottobre 2017

The Duke Of Norfolk: un cantautore di Edimburgo che non conosci ma che ti piacerà

Edimburgo è la città degli arcobaleni. Le nuvole sfrecciano, vanno via, e neanche hanno il tempo di creare i temporali. Non esistono i fulmini e tuoni. Da una parte c'è il sole, dall'altra un leggero vagone di nuvole che piano piano fan cadere qualche goccia di pioggia, giusto quanto basta per colorare il cielo qualche minuto e poi scomparire.

C'è chi qualcuno di questi arcobaleni vorrebbe metterseli in valigia, qualcun'altro ci inciampa, ma chiunque è stato a Edimburgo non può di certo dimenticare la spettacolarità del suo cielo, così come non può dimenticare il profumo di whisky che proviene dalle fabbriche e che inonda le vie della Old Town, i kilt, e le ragazze che a dicembre per strada sono vestite solo di una maglietta di Primark. (alla fine a qualcuna gliel'ho chiesto. Sì, hanno freddo. Ma la moda è la moda...).

E poi c'è la musica.

Al termine della giornata di lavoro i pub si riempiono e i baristi non smettono di servire pinte. Le birre sono accompagnate sempre da musica dal vivo in tantissimi pub tutte le sere. Il cantautore ad Edimburgo svolge un duro lavoro e non può concedersi mai una serata di riposo. Se martedì suoni al Finnegans, il mercoledì suoni al The Royal Oak, e la sera dopo al Greyfriars pub. I generi musicali ci sono tutti, si incontrano vere e proprie band al completo: violino, batteria, chitarre, basso, tastiere; ci sono serate jazz; ci sono gli Open mic (tutti i lunedì al Whistlebinkies);  ci sono cantanti che affrontano il pubblico da soli col loro chitarrino.

Il Jazz bar. Tutte le sere musica dal vivo di qualità. Sempre gratis fino a un certo orario.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando si è più fortunati può capitare di imbattersi in concertini ben più intimi: signori seduti al tavolo accanto al tuo che dopo la terza buonissima birra scozzese cominciano a suonare e cantare coinvolgendo tutto il locale.

Insomma, la musica viaggia libera a Edimburgo, unisce tutti ed è sempre presente; ma oltre alla sua enorme quantità, è da sottolineare la sua qualità. Ricordo la cover di "Wish You Were Here" suonata con la chitarra acustica da un signore un poco sovrappeso e palesemente ubriaco. Era perfetta, una cover eccellente.

Chi ha vissuto a Edinburgh per qualche mese avrà visto questa band dal vivo almeno una decina di volte.

Non si parla solo di cover artists, ma il più delle volte a suonare sono cantautori che incidono il loro album per pura passione personale e che provano a portarlo in giro, The Duke Of Norfolk è uno di questi artisti. Nato in america ma studia nella capitale scozzese. Su Facebook non arriva ai 2000 likes, su Spotify ha qualche migliaio di ascolti, ma non è l'esser famoso o meno che rende la musica di qualcuno piacevole. Infatti la qualità delle sue canzoni hanno poco da invidiare a quell'indie folk che va tanto di moda negli ultimi anni. La voce e lo stile ricordano The Tallest Man on Earth, fisicamente assomiglia un po' a Woody Allen, e questo gli da un tocco di alternative-indie in più.

Il pezzo "Anthemoessa" è uno dei migliori che si può trovare su Spotify,  qua sotto la sua esibizione al Sofar.

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La domanda di musica live nei pub di Edimburgo è altissima. Si può pensare che con tutti i cantautori falliti che abbiamo in Italia ancora alla ricerca di quel suono da un milione di dollari, non sarebbe una pazzia tanto azzardata provare a lasciare tutto e trasferirsi in Scozia portando con se una chitarra come bagaglio a mano e vivere di musica live per i pub della capitale.

Tra qualche anno ci sarà il fenomeno dei musicisti in fuga.

In queste poche righe ho descritto alcune delle infinite caratteristiche della vita scozzese, ma la più importante è oggettivamente una sola: la Irn Bru. La Irn Bru è un soft drink di colore arancione che apparentemente può sembrare una semplice bevanda analcolica simile alla fanta, ma che in verità ha il sapore di diabete e di carie. La coca-cola è la bevanda analcolica più venduta in tutti i paesi del mondo, tranne in Scozia, dove la Irn Bru resiste. In alcuni stati ne è vietato il consumo e la vendita. Da provare.

Dal punto di vista musicale inoltre c'è da segnalare quello che è il vero inno nazionale scozzese. Cantata in tutti i locali allo scoccare dell'una di notte, quando arriva l'ora di chiudere i battenti, c'è sempre una canzone: "500 miles". Probabilmente la Scozia è l'unico paese che si è salvato dal virus despacito.

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