20 novembre 2018

UP&COMING: Liede

Nome: Liede

Nazionalità: italiana

Liede è: Francesco Roccati

Per quelli a cui piacciono anche: Giorgio Poi, Calcutta, Canova

Miglior canzone: Sono Sommerso

Pubblicazioni: Stare Bravi (2016), Lasciami Provare Così (singolo, 2018)

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Quando e perchè hai iniziato a fare musica?

In prima elementare ho iniziato a suonare chitarra classica, a fine liceo è nata l’idea di metter su una band, tra il 2012 e il 2013 o giù di lì ho capito che avrei voluto scrivere canzoni in italiano e ho iniziato a farlo.

E’ una cosa che è dentro di me, sembrerà banale, l’ho sempre voluto fare.

Qual è il significato del tuo nome?

Liede nasce come scarabocchio su un foglio, passo parecchio tempo con carta e penne. Lii.. Lee.. Leed.. Chissà come a un certo punto è venuto fuori Liede, mi è piaciuto, mi ci son trovato a mio agio, è musicale.

Non significa nulla, "lied" in tedesco vuol dire romanza-canzone, ma con la e finale pronunciato all’italiana come lo intendo io non ha significato.

Quali sono le tue influenze musicali e non?

Ho iniziato ad apprezzare tardi la musica italiana e me ne sono innamorato. Non so quanto mi influenzi però. Parlo di Ivan Graziani, Rino Gaetano, Battisti, Tozzi, Equipe 84, Mina, Nada, Tenco, Ciampi...non mi influenzano, ma di certo mi ispirano.

Ho un amore viscerale per Welsh e tutti i suoi romanzi, ne parlo anche in una canzone che non è mai stata pubblicata, ma anche lì, è più un’ispirazione per la vita in generale che per la scrittura.

Personalmente trovo i tuoi testi molti immediati e personali, mi è facile tirarci fuori qualche aforisma. Come avviene la stesura dei testi? Da dove prendi ispirazione?

Va a periodi, ma diciamo che ho sempre in mente l’idea di scrivere una canzone. Poi a volte mi metto a farlo e per fortuna spesso ci riesco. Riempio il telefono di note vocali, la casa di bigliettini e quando trovo che ci sia un filo conduttore valido raccolgo il materiale e mi ci metto.

Altre volte (le più fortunate) invece mi sveglio e mi rendo conto che ho già una strofa e un ritornello, e allora il gioco si chiude in molto meno tempo.

Per l’ispirazione tendo le orecchie...la gente che parla canta canzoni che ancora non esistono.

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Sembra ci sia una scena musicale fiorente che si sviluppa attorno alla città di Torino, anche grazie all’etichetta INRI. Che ne pensi? Ci sono degli artisti torinesi che consiglieresti ai nostri lettori?

Questa domanda sulla scena è ricorrente, me la fanno davvero tutti. INRI è un’etichetta ormai storica e io sono molto orgoglioso di esser (da pochissimo) entrato a farne parte. L’artista che consiglio spassionatamente della Inrifamily è Bianco. Oltre a scrivere delle belle canzoni ormai fa un live che lascia a bocca aperta. Oltre INRI, il mio preferito dei locals è Andrea Laszlo De Simone. Consigliatissimo. E come gusti posso dirti di esser rimasto in famiglia, visto che anni fa la mia band preferita erano i Nadar Solo, capitanati dal fratello di Andrea.

Descrivi la tua musica in 3 parole.

Facciamoci uno shot.

Se il tuo progetto fosse un drink, quale sarebbe?

Solo shottini di Chartreuse.

La canzone che avresti sognato scrivere?

"Verranno a chiederti del nostro amore" di De Andrè.

Ci racconti un aneddoto bizzarro o divertente della tua carriera da artista?

La seconda data del tour del primo disco eravamo così felici e “presi bene” che, oltre a varie nefandezze compiute quella notte dalle parti di Montelupo Fiorentino, a un certo punto son riuscito a farmi investire dalla nostra macchina, scendendo ad automobile in movimento senza rendermene conto durante un parcheggio. Perlomeno non guidavo io...

Cosa ci dobbiamo aspettare dal tuo nuovo disco?

Più ritmo rispetto al primo, ma non meno amore.

Dove ti possono trovare i nostri lettori?

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