10 maggio 2018

UP&COMING: Rhò

Nome: Rhò

Nazionalità: italiana

Per quelli a cui piacciono anche: il cinema, l'elettronica, a ricercatezza

Miglior canzone: Hold On

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Pubblicazioni: "Kyrie Eleison" (2012), "Neon Desert" (2018)

Quando hai iniziato a fare musica?
Da bambino. Ho iniziato intorno ai 10 anni, prendendo lezioni di pianoforte. Ma se per fare musica intendi scrivere musica o canzoni allora ti racconto di quando a 16 anni ho inciso le mie prime canzoni ed erano già in inglese. Una sorta di Ed Sheeran del Sannio.

Quali sono le tue influenze?
Ascolto molta elettronica, di diverse tipologie. Dall’avanguardia di Nils Frahm ad atmosfere esotiche di Nicola Cruz, passando per Avalon Emerson. A questi nomi aggiungerei tanti altri, allora dico Beyoncè per riassumere.

Se avessi potuto comporre una colonna sonora di un film, quale sarebbe?
Arrival

 In che misura i tuoi lavori per il cinema hanno influenzato la tua musica?
Tanto, al punto che ogni canzone nasce sempre da una visione. Un’immagine che si nutre dei primi suoni che poco alla volta costruiscono un brano. Un po’ come in un processo di scrittura per il cinema, in cui un’idea si struttura sempre di più fino ad arrivare alle scene e ai dialoghi.

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Parlaci della tua collaborazione con Sorrentino per “The Young Pope”. Come è stata?
In realtà la collaborazione diretta è stata con il responsabile del progetto specifico, ovvero The Young Pope A Tale of Filmaking, voluto da Sorrentino e diretto da Fabio Mollo. É stato un onore poter visionare quel materiale in anteprima e valorizzarlo con delle scelte musicali che fossero all’altezza dell’intera serie. Sapere poi che il mio lavoro sia stato apprezzato da Fabio così come da Paolo, mi ha reso molto soddisfatto.

Se uno dei nostri lettori si volesse avvicinare all’elettronica ma non sapesse da dove partire, cosa gli consiglieresti?
Sarebbe utile avere un po’ di formazione musicale per poi iniziare a giocare. Basta un software di registrazione audio, un microfono e un paio di cuffie. Poi serve zero vergogna, per dare il via libera alla creatività e iniziare a condividere  le prime idee con amici. Con il tempo si può capire quali stili esplorare o approfondire. All’inizio deve essere tutto percorribile. È proprio questa una delle cose belle dell’elettronica.

Come mai la scelta di cantare in inglese?
Perchè la ritengo la maniera più appropriata per me ed è anche la scrittura che sento di padroneggiare di più nel formato canzone. Mi piacerebbe un giorno imparare a scrivere bei testi in italiano, con una forma e un’attinenza al mio sound.

Descrivi la tua musica in 3 aggettivi.
Elettronica, acustica, cantata. I giudizi di valore o piú stilistici preferisco lasciarli agli ascoltatori.

Se il tuo progetto fosse un drink, quale sarebbe?
Uno a base di Vermut

Novità?
Video nuovi in arrivo.

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