26 maggio 2019

Dovremmo tutti pagare per la musica anche se è gratis

Sondaggio tra i lettori: come rispondereste alla domanda «che senso ha comprare ancora i dischi?». Direste forse che è meglio spendere i soldi per altre cose, perché «tanto c'è tutto su Spotify»? Sarà anche vero che i modi per ascoltare la musica gratis sono tanti, si pensi alle numerose piattaforme di streaming con un catalogo pressoché illimitato (e no, non provate nemmeno a nominare i download illegali. Quello non si fa, punto). Ma non significa che i dischi non debbano essere comprati. Perché credo che pagare per la musica un senso ce l'abbia. Così però non suona abbastanza convincente, vero? Eccovi allora qualche valida ragione:

1. PRIMA DI TUTTO, RISPETTO

Riflettiamo. Dietro un album c'è spesso il lavoro di mesi, se non addirittura di anni (sapete di cosa sto parlando… «uscirà sicuramente entro la fine dell'anno!», «no aspetta, sarà per la prossima primavera», «entro l'estate sicuro», «esce verso settembre, l'ha detto un tizio che conosce la moglie del cugino del batterista» etc. etc….). Alla fine però ci siamo, l'album esce. E comprarlo non è solo il momento di celebrazione in cui realizziamo che l'attesa è davvero finita – a proposito, non è forse vero che scartare e stringere tra le mani il tanto agognato album è una grande soddisfazione? Molto più che ascoltarlo in streaming? (Se volete vi racconto della volta in cui ho perso un pezzo della tesi chiudendo in fretta il computer per scartare AM. Era il settembre 2013. Quanti ricordi…) – ma significa anche rispettare e riconoscere il lavoro che c'è dietro. È un modo per dire grazie a tutte quelle persone che hanno lavorato per portare il disco fino a noi (produttore, manager, fonici…). È ovviamente un gesto di apprezzamento verso i nostri artisti preferiti, uno degli strumenti che abbiamo per far capire quanto la loro musica è importante per noi, il contributo che possiamo dare.

2. ARTISTI EMERGENTI

«It's a long way to the top if you wanna rock 'n' roll». Ebbene si, la carriera di un artista non parte dal Wembley Stadium. Anzi, può essere fatta di anni di sagre di paese e concerti davanti a una decina di persone (di cui due veramente interessate – hai dei fan! Evviva! –, quattro sono tuoi amici e sono presenti perché li hai tartassati per settimane, due si sono ritrovati lì per caso e gli altri due credevano ci fosse il rinfresco gratis). Ma lasciamo stare per un momento il successo e partiamo dalle basi. Come ho già detto registrare un album è un lavoro lungo, che ovviamente per una band emergente con pochi mezzi comporta diversi sacrifici e rinunce. Comprare l'album in questo caso significa non solo supportare l'artista, ma anche ripagarlo (della fatica e non solo) e in qualche modo permettergli di continuare. In questo caso ogni contributo è non solo prezioso, ma quasi essenziale. L'uscita di un eventuale secondo album potrebbe dipendere anche da voi. Se pensate che l'artista che avete appena scoperto sia meritevole, aiutatelo! E se un giorno lo ritroverete davvero al Wembley Stadium, voi sarete proprio quei fan che dicono «io c'ero fin dall'inizio!».

3. I NEGOZI DI DISCHI

I negozi di dischi, e non parlo delle grandi catene, parlo proprio dei negozietti formati da una sola stanza spesso piccola, con vinili stipati ovunque e alle pareti manifesti dei tour, nei quali entri sulle note di Norwegian Wood, hanno un fascino speciale. Non vogliamo certo rischiare che spariscano per via della concorrenza con la musica digitale, vero? Entrate, esplorateli (fidatevi, anche se sono piccoli ci passerete tanto tempo) e comprate i dischi, perché se vagate lì dentro per ore senza comprare niente dopo un po' iniziano a guardarvi male, ve lo garantisco.

4. LA QUALITA' DEL SUONO

Bene, adesso possiamo pensare ai vantaggi che la musica su CD, o meglio ancora su vinile (e ormai si sarà capito che parteggio per il vinile, quindi d'ora in poi non cercherò neanche di nasconderlo) offre a noi ascoltatori. Sarà anche vero che si può impostare la qualità dello streaming su “alta”, ma non sarà mai come ascoltare un disco. Non mi addentro in discorsi tecnici, ascoltate qui e valutate:

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Aggiungo che la qualità non è solo nell'ascolto – quindi strettamente legata al suono – ma anche nel tipo di ascolto. Mettere la puntina sul vinile, osservarlo mentre inizia a girare, la consapevolezza che qui il tasto skip non esiste, cambia l'atteggiamento con cui ci predisponiamo verso l'album. La musica viene rispettata, non consumata. Presterete anche più attenzione ai particolari. Provare per credere!

5. ANCHE L'OCCHIO VUOLE LA SUA PARTE

Adesso concediamoci un momento di leggerezza. Ho già accennato alla sensazione che si prova tenendo finalmente in mano il nuovo album del proprio artista preferito (cancellazione della tesi inclusa). Ma vogliamo parlare di quanto siano belli da vedere cd e vinili? Non solo il disco stesso, specie quando è un bel vinile colorato (my weakness, sorry), ma anche tutto quello che lo accompagna. La copertina, ad esempio. Il libretto con le foto e i testi delle canzoni, quest'ultimo anche utile, perché a volte i testi che si trovano su internet sono sbagliati, mentre con il libretto si dovrebbe andare sul sicuro! La dimostrazione che i vinili sono belli da vedere, non solo da ascoltare, è presto data da quelle persone (stavolta non io, giuro) che comprano più versioni dello stesso disco in colori diversi. Perfino il giradischi stesso è un bellissimo oggetto di arredo. Per par condicio, avete presente quelle torri porta cd dalle forme particolari? Ecco, anche quelle non si disdegnano!

Eccovi quindi le risposte alla domanda «che senso ha comprare ancora i dischi?».Chiudo con delle sagge parole che magari vi sarà capitato di leggere «i soldi non comprano la felicità ma comprano i vinili». Che sono un po' la stessa cosa.