30 maggio 2025

Due canzoni da leggenda: i 20 anni di Five Minutes with Arctic Monkeys

Sono due tracce, di una durata totale di sei minuti, in cui c’è l’animo esplosivo di chi sa scatenare folle interminabili. L’EP Five Minutes with Arctic Monkeys arrivò alla portata di tutti il 30 maggio 2005, 20 anni fa. Fu la prima uscita ufficiale del gruppo di Sheffield.

Nei pezzi Fake Tales of San Francisco e From the Ritz to the Rubble si ascolta una band senza dubbio giovanissima, ma che aveva ben chiara la sua direzione. Oggi gli ascoltatori del gruppo conoscono nota per nota le due tracce, ma l’impatto con il suono è ancora forte, fa scuotere, fino a viaggiare indietro nel tempo, quando quei ritmi erano una novità. Si ascoltano delle chitarre rapidissime che sostengono tra loro un dialogo serrato, poi formano ampi spazi di puro noise, mentre i riff si mescolano al garage. Appaiono già in questo EP tutti gli ideali dei primi Arctic Monkeys, narrati da un occhio fisso e indiscreto che si concedeva la pecca di essere ancora inesperto per rappresentare appieno i rapporti umani. Sembra di ascoltare un chiacchiericcio di ragazzini sul fascino e il timore del successo, una critica senza filtri di chi si stravolgerebbe pur di finire sotto i riflettori.

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La scelta di aprire l’EP con Fake Tales Of San Francisco, non era per niente casuale: era uno dei pezzi più amati da chi li andava a vedere. Il gruppo proveniva da un anno passato per i locali del Regno Unito a farsi le ossa e a stringere patti invisibili con il pubblico, gente che comprava i demo della band e se li passava fra loro, anche tramite copie illegali. La fidelizzazione si rafforzò con l’apertura di un profilo del gruppo sulla piattaforma social MySpace, dove era possibile ascoltare e condividere online le tracce della band.

L’EP fu pubblicato da un’etichetta casalinga chiamata Bang Bang, uno dei primi nomi scelti per il gruppo, poi scartati, dal chitarrista e fondatore Jamie Cook e da Alex Turner, oggi l’indiscutibile frontman ma allora timido chitarrista dalla voce flebile, dal batterista Matt Helders e dal bassista Andy Nicholson, tutti amici dai tempi della scuola che si divertivano a provare nel garage di Turner. Venne stampato in 3.000 copie, 1.500 in CD e 1.500 in vinile, oggi cimeli che valgono una fortuna.

Prima di Five Minutes With Arctic Monkeys, la band aveva già dato ufficiosamente un assaggio della sua musica nel bootleg Beneath the Boardwalk, registrato in uno dei primi locali di Sheffield che accolsero la band, il Boardwalk, dove Turner lavorava come barista. In questo lavoro sentiamo suoni potenti, carichi come il pubblico che si accalcava ai primi live. Erano momenti afosi, chiassosi, e vischiosi di birra destinati a cambiare le sorti del giovane gruppo, che da lì a poco schizzò ai vertici delle classifiche nazionali, quando a ottobre 2005 uscì il singolo I Bet You Look Good on the Dancefloor per un etichetta indipendente, la Domino: era soltanto la miccia di una bomba destinata a scoppiare. A gennaio 2006 arrivò il primo album, Whatever People Say I Am, That’s What I’m Not, che in una manciata di giorni divenne un successo planetario. Polverizzò ogni record precedente, diventando l’album di debutto più venduto nella storia del Regno Unito. Erano i primi capitoli di una storia destinata a diventare manifesto di una generazione.

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Oggi i live che portarono a Five Minutes With Arctic Monkeys si ricordano con nostalgia, se si pensa all’obiettivo attuale della band, la continua ricerca di cambiamento. Gli Arctic Monkeys sono cresciuti, hanno preso la strada verso sonorità completamente diverse, ma dopo tutto questo tempo rimane ancora in loro lo stesso istinto dei vecchi tempi, come ha confermato di recente Turner all’uscita dell’ultimo album, The Car. I riff marchi di fabbrica resistono, si trascinano dietro alle influenze jazzistiche, la critica al successo si fa ancora più cinica. L’emozione dei primi concerti è rimasta: lo dimostrano le scalette dell’ultimo tour britannico del 2023, quando è bastato intonare le prime note di Mardy Bum per scaldare la folla, oppure aprire il concerto a Sheffield con un’inattesa A Certain Romance. C’è chi crede che gli Arctic Monkeys siano diventati le vittime dell’hype a cui non credevano da ragazzini, ma una cosa è certa: non hanno perso del tutto la memoria.

Arctic Monkeys in concerto agli I-Days Milano nel 2023
Gli Arctic Monkeys in concerto agli I-Days Milano nel 2023 | Credits: Maria Laura Arturi