19 aprile 2024

Salvate il soldato TOdays Festival: come stravolgere una formula vincente

Nell'anno del decennale non ce lo saremmo mai aspettato: nei giorni in cui date e lineup vengono comunicate da tutti i più importanti festival italiani e non (altri hanno già cominciato la promozione fin da prima di Natale), il TOdays Festival sembra non far parte di questa cerchia. Le notizie sono poco rassicuranti e hanno cominciato a girare da qualche giorno - grazie al risalto dato alla notizia, in primis, del quotidiano torinese La Stampa - e non sono di buon auspicio, anzi. Uno dei boutique festival più amati dello Stivale potrebbe saltare l'edizione 2024 o, al meglio, snaturarsi per diventare un festival più grande.

Ma andiamo con ordine.

Il fatto principale è quello che il mandato del Direttore Artistico Gianluca Gozzi non sarebbe stato ancora rinnovato. “Ho dato la mia disponibilità come è sempre successo negli anni precedenti”, ha dichiarato Gozzi “ma dalla fine della scorsa estate attendo dalla città una comunicazione che finora non è arrivata. Io posso e devo lavorare solo nel momento in cui ricevo un mandato e un incarico, cose che al momento non ci sono”.

Ha continuato dicendo:

"Ho fornito al Comune, come è corretto sia, la mia piena disponibilità a lavorare all'edizione 2024 (la decima) del festival essendone io stato l'ideatore e direttore artistico e logistico dalla fondazione della manifestazione nel 2015, ma ad oggi a oltre 5 mesi dalla fine del festival scorso non ho avuto alcuna comunicazione né incarico da parte della Città e quindi attendo eventuali decisioni"

Gianluca Gozzi, ideatore e direttore artistico del TOdays
L'ideatore e direttore artistico del TOdays, Gianluca Gozzi

Una situazione di stallo che, a primo impatto, sembra non avere alcun senso di esistere né una giustificazione ma che, se andiamo ad analizzare con più attenzione le carte, mostra una triste verità: nel Bilancio di Previsione e all'interno del Documento Unico di Programmazione 2024-2026 la voce “TOdays” non è presente tra i progetti previsti per il 2024, bensì sostituita da un generico “Festival estivo”.

A questo proposito l’assessore alla Cultura del Comune di Torino, Rosanna Purchia, ha dichiarato che “il Todays rappresenta una proposta culturale e artistica che è cresciuta e si è consolidata nel corso degli anni, diventando un riferimento per il pubblico del panorama musicale contemporaneo. L’idea dell’amministrazione è quella di ampliare ulteriormente la formula già esistente, dando vita a un festival musicale ancora più ricco per il periodo estivo, sia nella durata che nella sua proposta artistica. Nella prossime settimane è in programma un incontro per fare il punto sulla progettazione, a cui seguirà un confronto con tutti gli attori coinvolti”.

Un meccanismo preoccupante, che snatura il senso del TOdays, che si è proposto da sempre come un festival "alt", ma non solo per la musica proposta, ma anche per i tanti panel integrativi che si sono susseguiti e avvicendati in praticamente due lustri di festival. Tematiche e dibattiti sulla sostenibilità ambientale o circa il recupero degli spazi urbani, vero ingranaggio creativo e su cui si basa la fortuna del festival torinese.

Lo scrittore Henri Lefebvre diceva che ogni società nasce all'interno di un dato modo di produzione e le peculiarità di questa cornice danno forma al suo particolare spazio: non c'è citazione più adatta per definire quanto potrebbe potenzialmente mancare un festival come il TOdays e, di conseguenza, anche la poliedrica voce e figura del direttore artistico Gianluca Gozzi.

Avevamo parlato con lui giusto due anni fa per introdurre l'edizione 2022 (sono anni che siamo orgogliosi media partner del Festival), che aveva proposto nomi del calibro di Tash Sultana, Black Country, New Road, Squid e Yard Act, solo per citarne alcuni. Unire vari pubblici è da sempre l'intento del TOdays e proprio i pubblici, pur essendo spesso molto eterogenei tra di loro, guardando un concerto nella cornice del festival torinese, avevano la netta e chiara consapevolezza di essere all'interno di un meccanismo che li accudiva, li coccolava, li faceva sentire a casa, in armonia con i suoni.

Perdere il TOdays, pertanto, significa perdere un pezzetto di quella libertà riottenuta, di quel "paradiso ricordato" di Roth nel suo Pastorale Americana, che è un po' una metafora del TOdays, un capolavoro per pochi intimi, che non va lasciato morire, salvaguardato più che soltanto salvato.

Il TOdays è un festival che va al di là del mero concerto da guardare ed ascoltare: location uniche nel suo genere, come sPAZIO 211 e l'ex Fabbrica Incet, rappresentano alla perfezione il senso di rigenerazione che esiste dietro il concetto di festival: uno spazio riservato alla musica non convenzionale, dando ossigeno all’asfissia artistica-culturale che spesso fisiologicamente attanaglia le periferie delle nostre metropoli (quando non la musica), cercando di privilegiare la qualità, la freschezza e l’intransigenza delle proprie proposte. Soltanto con la consapevolezza del fatto che TOdays Festival svolge un ruolo fondamentale all'interno del complesso ma intellegibile macchinario dei festival italiani potremmo capire veramente che senza di esso si perderebbe gran parte del senso per cui veramente si organizzano questi eventi: ampliare gli orizzonti culturali dei pubblici con proposte sempre all'avanguardia.

Non lasciamolo spegnere.

Post scriptum: è notizia degli ultimi giorni che il sindaco di Torino Lo Russo ha dichiarato: "Non è che l’organizzatore debba essere Gianluca Gozzi per diritto divino” e l’assessore Purchia ha ribadito: “Il Comune deve aprire un bando rivolto a tutti gli operatori privati potenzialmente interessati. No a rendite di posizione”. Il problema, secondo noi, ribadiamo, non è tanto il legame che concerne il festival con la selezione del direttore artistico - che comunque è un momento centrale per capire quale direzione dare al festival - ma al concetto di fondo che c'è dietro. Dire "stiamo lavorando per renderlo più lungo e gratuito" non è sinonimo di miglioramento ma di stravolgimento, almeno per quanto riguarda il caso specifico del TOdays. In ultimo, ma non per importanza: una programmazione di un festival la si fa con largo anticipo, anche a un anno di distanza (o poco meno), non riducendosi a farla, con l'acqua alla gola, qualche mese prima, quando tutti i festival italiani ed europei hanno già sfornato la loro lineup.
Uno di meno.

Post post scriptum: Dopo mesi di silenzio e risposte non pervenute alle numerose sollecitazioni da parte della comunità, la Città di Torino ha indetto un bando pubblico dal titolo “Todays festival”. Nonostante fosse già chiaro che non sarebbe stato più lo stesso format, Gianluca Gozzi ha deciso di partecipare al bando insieme a sPAZIO211, coinvolgendo oltre 35 organizzazioni culturali. Torino ha definitivamente effettuato una scelta diversa, premiando altri - e noi aggiungiamo - com'è democraticamente giusto che sia. Ma ciò che di fondo sembra essere poco corretto è che tale scelta sia sottesamente giustificata da processi politici che nulla dovrebbero avere a che fare con l'organizzazione di un festival musicale.
ToDays non esiste più, dopo nove anni.
Non è mai stato un festival qualunque, non è mai stata musica qualunque.
Non si festeggerà, pertanto, il decennale: collaborazione, reciprocità e voglia di sperimentare resteranno solo nell'immaginario dei fidelizzati (e non) del festival, che ora sono di certo spaesati.
Non ci è riuscito il Covid a fermare il ToDays, c'è riuscita l'incompetenza politica.
Resteremo mediocri.

TOdays Festival