14 giugno 2024

"Below The Waste è il nostro viaggio nel mistero": intervista alle Goat Girl

"È una strana sensazione quella che volevamo ritrarre in questo album": a parlare è Lottie Pendlebury, la frontwoman delle Goat Girl e il disco in questione è Below The Waste, uscito lo scorso 7 giugno. Le compagne di band Rosy Jones e Holly Mullineaux annuiscono, in collegamento via zoom. L'ultima volta che le avevamo intervistate c'era Ellie Davies a rispondere alle domande, ma purtroppo ha dovuto lasciare il gruppo per motivi di salute, poco prima di iniziare le sessioni di registrazione di questo nuovo album. Non è l'unica novità: alla produzione non c'è più Dan Carey, rimpiazzato da John "Spud" Murphy con cui le tre musiciste hanno co-prodotto tutte le canzoni. Il risultato è un album che è un viaggio verso il mistero e l'ignoto. Le Goat Girl sono decise, senza peli sulla lingua, che si tratti di contestare apertamente l'attuale governo inglese o le multinazionali che hanno in mano l'industria discografica. Ecco cosa ci hanno raccontato.

Goat Girl Below The Waste intervista
Goat Girl | (c) Holly Whitaker

Un nuovo album, un nuovo tour: come vi sentite ora che la macchina si è rimessa in moto?

Rosy Jones: Stanno succedendo tante cose, è davvero bello. L’ultima volta che abbiamo pubblicato un album (On All Fours, ndr) c’era la pandemia, e quindi avevamo tantissime restrizioni riguardo a ciò che potevamo fare per promuoverlo. Specialmente lato live, era tutto molto diverso. Siamo veramente felici di poter pubblicare un nuovo disco con il ritorno alla normalità, senza restrizioni.

Avete un rapporto speciale con l'Irlanda, non a caso avete siete andate lì per registrare gran parte di Below The Waste. So che in passato avete giustamente rinnegato il passato coloniale del Regno Unito. Da dove nasce questo vostro legame con l'Irlanda?

Holly Mullineaux: È una domanda molto interessante, nessuno ce l’aveva fatta prima!

Lottie Pendlebury: In realtà nessuna di noi ha un legame diretto, tranne… 

Rosy: … me. La mia famiglia è irlandese.

Lottie: Per me l’Irlanda è un posto con una tradizione musicale straordinaria, sia tradizionale che moderna. È bello vedere che ci sono un sacco di gruppi come i Lankum che sono riusciti a innovare la musica tradizionale e dare la loro impronta a sonorità che esistevano da tempo. Secondo me la musica irlandese trasuda la storia e l’orgoglio di un popolo, ed è una cosa molto bella da vedere. Poi per noi rifugiarci in campagna è stato qualcosa che ci ha ispirato e aiutato a tenere viva la nostra creatività. Andare là è stato importante non solo per via della storia e della bellissima tradizione musicale, ma anche perché la natura stessa del posto ci ha influenzato per la registrazione del disco.

Holly: La tradizione letteraria irlandese è straordinaria. In qualche modo poi ci sono un sacco di band del posto che ammiriamo e che sono strettamente connesse a questa letteratura. Si avverte una grandissimo legame con la poesia e con le altre arti. Poi sai, con Spud (John "Spud" Murphy, ndr) abbiamo lavorato molto bene, perché aveva la nostra stessa attitudine.

Lottie: Penso che alla fine la cosa che ci accomuna è l'odio verso l’Inghilterra (ride, ndr). Noi siamo contro l’attuale governo inglese, non ci sentiamo rappresentate. Siamo inglesi e siamo consapevoli dei privilegi che abbiamo ed è importante riuscire a essere critici. Penso che in molte occasioni nessuno ci abbia insegnato a pensare in modo critico, specialmente nel sistema scolastico inglese: bisognerebbe insegnare l’impatto del colonialismo del Regno Unito sui popoli che ne hanno sofferto, per esserne tutti consapevoli.

Avete citato John “Spud” Murphy, il vostro nuovo produttore, dopo che avete lavorato per anni con Dan Carey. Quali sono le differenze più grandi che avete notato?

Rosy: Sicuramente decidere di co-produrre noi stesse l’album è stato un bel cambiamento. Abbiamo parlato con diverse persone spiegando le nostre intenzioni riguardo alla produzione, poi quando abbiamo incontrato Spud abbiamo capito subito che lavorare insieme avrebbe funzionato. Penso che sia bello provare cose nuove e vedere che succede, scoprire nuovi modi di lavorare. A questo giro infatti registrare è stato molto diverso: ogni strumento è stato registrato separatamente invece che in presa diretta nella stessa stanza. Avevamo fatto così per i primi due album e sicuramente questo aveva creato una grande energia, ma allo stesso modo ci aveva impedito di tornare indietro e correggere delle piccole cose. Invece adesso in questo modo abbiamo potuto continuare a scrivere e produrre le canzoni in parallelo. È stato un bel cambiamento.

Goat Girl - Below The Waste artwork copertina
Goat Girl - "Below The Waste"

Quando ho visto che siete passate da Carey a Spud ho pensato “ah, come i black midi!”.

Lottie: Questo è la linea diretta londinese! (ride, ndr)

Rosy: Sì, quella della Rough Trade. (ride, ndr)

Holly: Li conosciamo e all'epoca avevamo sentite buone cose riguardo la loro collaborazione: ci avevano raccontato come Spud fosse tranquillo e come gli lasciasse la libertà di fare tutto ciò che volevano.

Lottie: Avevamo parlato pure con Mike dei Caroline, anche loro della nostra stecca etichetta (Rough Trade, ndr): avevano fatto tutto il mixaggio con Spud. Ero curiosa di sapere come era stata la loro esperienza e Mike mi aveva detto: “È l’uomo più paziente che io abbia mai conosciuto!”. Ho pensato subito che noi avevamo proprio bisogno di qualcuno paziente, che avesse la capacità di portare avanti questo progetto per molti mesi o comunque per tutto il tempo che ci sarebbe voluto. 

Avete registrato parte del disco anche a Londra, allo Studio 13 di Albarn. 

Rosy: Ci abbiamo registrato tutte le seconde voci, eravamo solo noi tre. Abbiamo fatto anche del mixaggio e aggiunto i fiati, come il flauto e il clarinetto. È uno studio davvero folle!

Di recente ho intervistato un'altra band che ha da poco registrato lì, i Selton. Mi avevano detto la stessa cosa: parlavano dello Studio 13 come del paese dei balocchi.

Holly: È un posto con diverse stanze utilizzate da vari produttori. Noi eravamo in questa piccola stanza con giusto un mixer e una regia, ma avevamo comunque accesso al seminterrato dove c'erano tantissimi scaffali super-organizzati pieni di qualsiasi cosa di cui potessimo avere bisogno: strumenti, effetti, ecc. Nonostante non usassimo la live room principale per registrare è stato bello avere accesso a tutto quello. 

Rosy: All'inizio ci sentivamo un po' fuori posto, ma le persone che lavorano li ci hanno fatte sentire subito a nostro agio.

La durata delle vostre canzoni varia molto e in questo album c’è il brano più lungo che abbiate mai scritto: Wasting. È cambiato il vostro approccio alla scrittura?

Lottie: Il tema di questo album per me riguarda la capacità della musica di espandersi e svilupparsi dentro ogni canzone del disco. È un viaggio nella dinamica e nella struttura stessa dei brani. Con questo approccio abbiamo voluto dare molto più spazio ai pezzi di svilupparsi, senza cercare di fossilizzarci nella tradizionale forma canzone.

Come accade in Perhaps?

Lottie: Sì, Perhaps è un buon esempio di canzone che si prende tutto il tempo di cui ha bisogno e si sviluppa con gli strumenti che si aggiungono alla linea melodica, che poi penso sia quello che accade di solito nella musica minimalista. In passato scrivevamo usando suoni improvvisi e poi ci spostavamo su altro, adesso abbiamo provato a fare un po' l'opposto.

Nel disco ci sono anche gli archi. Avete già pensato alla resa live? Avrete qualche turnista con voi?

Lottie: Non abbiamo aggiunto ancora nessun turnista alla band: se i soldi non fossero un problema, gireremmo in tour direttamente con un orchestra al seguito! (sorride, ndr). Al momento stiamo ri-arrangiando i brani per chitarra, per capire cosa può essere suonato e dove, e cercare così di ricreare dal vivo il disco. È quasi come risolvere un’equazione, è un processo piacevole. Non vediamo l’ora un giorno di lavorare con dei turnisti e probabilmente sarà fattibile per i nostri live a Londra. Sarebbe bello invitare musicisti del posto a suonare con noi in ogni città dove suoniamo.

tonight ha un suo preludio e in generale nel corso dell'album ci sono diversi intermezzi. Da dove viene questa scelta?

Lottie: Il tema dell'album è il mistero, una strana sensazione che volevamo ritrarre. Gli intermezzi sono riflessi di canzoni nella loro forma embrionale e in quella finale. Il prelude di tonight ad esempio prende gli archi di where’s ur <3, la canzone precedente nella tracklist, e li unisce alla linea di chitarra del pezzo successivo, in modo da creare un flusso all’interno del disco: il suono della chitarra che si sente è stato ottenuto attraverso molti tape bending, così prima senti una versione contorta, che quasi non ti fa capire quando inizia e finisce la canzone. È il nostro modo di rappresentare il mistero attraverso la musica. Ci sono molte idee in questo album che volevamo esplorare e momenti che volevamo espandere. È successo anche con l’outro di ride around, ci divertiva troppo suonarlo.

Rosy: ... come anche per il finale di tonight.

Lottie: Sì, perché stavamo continuando a tirare fuori nuove parti e così via. 

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Ormai siete arrivate al terzo album e avete un po' di anni di carriera alle spalle. Com'è cambiata secondo voi l'industria musicale in questo periodo?

Holly: L’industria discografica è un ambiente duro che sta peggiorando sempre di più, fare i tour è pesante e costoso, la Brexit ha reso tutto peggiore, ci sono multinazionali che supportano cause a cui ci opponiamo e poi ce le ritroviamo come sponsor dei festival. È una merda. Bisogna iniziare a boicottare questi eventi, perché non ci deve essere posto per loro nell’arte. È una situazione molto difficile, ma teniamo duro e proviamo a fare del nostro meglio. 

Rosy: Vogliamo creare un’associazione.

Holly: Sì, vogliamo farlo e vogliamo Barclays fuori dall’industria musicale, anche perché non si capisce cosa c’entri dato che è letteralmente una banca. 

Lottie: Penso che alla fine il punto sia che il nostro Paese non supporta l'arte e la cultura, anche se è grazie ad esse che l’Inghilterra è quello che è.

Questo è un grandissimo problema pure qui in Italia.

Lottie: È una cosa che riguarda tutti, o meglio, quasi tutti. Per gli artisti come noi non ci sono fondi in caso le cose vadano male. In generale è difficile ottenere buone opportunità da un punto di vista economico. È una situazione stressante per tutti.

Holly: A meno che non ti chiami Taylor Swift (ride, ndr).

Tornerete presto in Italia?

Lottie, Rosy, Holly: Speriamo di sì!

Lottie: Saremmo dovute venire a suonare a un festival a Torino, non mi ricordo il nome, ma poi è saltato tutto.

Probabilmente allora si tratta del Todays, uno dei festival migliori che avevamo in Italia e di cui siamo stati media partner per anni. Purtroppo quest’anno c’è stato un’interferenza politica e il fondatore nonché direttore artistico Gianluca Gozzi è stato cacciato.

Lottie: Sì esatto, era quello il nome del festival! Che peccato!

Goat Girl Below The Waste intervista
Goat Girl | (c) Holly Whitaker