Angelica Schiatti, meglio conosciuta solo come Angelica, si è ormai ritagliata un posto tra le supereroine della scena musicale italiana. Classe 1990, la cantautrice dalla personalità densa di sfumature, torna con un nuovo singolo per tenerci compagnia in questo periodo così complesso e farci apprezzare tutti quei piccoli dettagli che spesso tendiamo a trascurare. A marzo dell’anno scorso è uscito il suo primo album da solista Quando Finisce la Festa e, a distanza di un solo anno, sta mettendo le basi per un secondo lavoro, che non vediamo l’ora di ascoltare. La nuova traccia C’est Fantastique, segue la pubblicazione di Vecchia Novità, ed è un plauso alla vita, che è meravigliosa in quanto tale e nonostante tutto. «Ci piace solo se si complica» canta Angelica, che evidenzia come spesso siano proprio le difficoltà a farci apprezzare la vita per quello che è e rappresenta.
Artista dallo spirito grintoso e dalla chioma ribelle e distintiva, dimostra come la sua doppia anima si possa tradurre in suoni. Il singolo è un mix di epoche diverse, l’atmosfera psichedelica si mescola con delle vibe vintage e dei synth anni ’90, che ci fanno venire voglia di lasciarci andare e ballare ad occhi chiusi.
In occasione dell’uscita del suo nuovo singolo, abbiamo fatto qualche domanda ad Angelica.
Ciao Angelica! Il videoclip di C’est Fantastique l’hai girato tu con il tuo smartphone, tra le mura di casa. Cosa ci puoi raccontare della tua esperienza da regista?
Ciao! Tra le difficoltà a cui siamo stati sottoposti in questo periodo vanno trovati anche dei lati positivi. Ad esempio, se non fossi stata bloccata in casa piena di tempo libero, non mi sarei mai misurata con l’uscire così tanto dalla mia comfort zone. Avrei delegato a qualcuno la realizzazione del video, anzi, avevamo già organizzato tutto a dire la verità, ma non abbiamo fatto in tempo a concludere; mai mi sarei sognata di interpretarlo, girarlo e montarlo! È successo e sono davvero contenta del risultato. È aderente alla nostra realtà, a quello che stiamo vivendo. Il cantautore, deve raccontare la realtà che vive. Beh, in questo caso oltre che nella canzone, anche nel video c’è la mia realtà. Senza trucco e senza inganno.
Parlando sempre di videoclip, quello di Vecchia Novità ci porta a un immaginario molto anni ’70 e sembra quasi di guardare un dipinto prendere vita e raccontarci una storia. Se dovessi descrivere la tua personalità artistica con un quadro, quale sarebbe e perché?
Sicuramente The Swan n. 12 di Hilma Af Klint. Lei era una pittrice astratta, ma in vita pubblicò solo le sue prime opere, dove raffigurava nature, mentre tutte le opere astratte scrisse nel suo testamento che sarebbero dovute essere pubblicate solo dopo almeno vent’anni dalla sua morte, avvenuta nel ‘44. Pazzesca no?! Sapeva già che stava facendo una cosa incomprensibile nel suo tempo, che sarebbe stata compresa molto più in là. In effetti se guardi il quadro che ti ho scritto sembra fatto (per l’appunto) negli anni settanta. Mi rappresenta perché è duale, è luce, colori pastello, rassicuranti ma anche ombre scure e misteriose. La luce non può fare a meno del buio per esistere. E viceversa.
Nel tuo nuovo singolo C’est Fantastique racconti di come la vita sia fantastica in quanto vita. Questo aspetto mi ha ricordato il brano La Vita dei Baustelle. Credi sia vero che «pensare che la vita è una sciocchezza aiuta a vivere»?
Io ho sempre pensato e a maggior ragione ora, non appena usciremo da questo periodo difficile, che la leggerezza sia necessaria. Ma non la leggerezza superficiale, senza contenuto, ti parlo di sostanza vestita senza darsi arie, di quei sorrisi che sono necessari proprio quando si ha la consapevolezza di quanto siamo fragili, di quanto ci si possa spezzare da un momento all’altro. Quindi, vivere la vita vestiti leggeri aiuta a vivere meglio la vita, sì.
C’est Fantastique è un inno alla vita e un’esortazione ad apprezzare ogni sfumatura di essa, senza trascurare la bellezza dei piccoli dettagli. Nel tuo caso qual è un dettaglio che spesso ti accorgi di non prendere in considerazione?
Il tempo. Io sono ossessionata dal tempo, dalla percezione del suo scorrere che cambia ogni giorno, dall’uso che ne facciamo, dai segni che ci lascia nell’animo e nel carattere. Non riesco mai a gestirlo come vorrei, ma in questi giorni mi sono resa conto che non lo guardavo dal lato giusto e mi si è aperto un mondo. È un dettaglio, ma mi sta cambiando profondamente.
È un periodo impegnativo e di prova per tutti. Se penso ai musicisti immagino che una delle prime mancanze sia il rapporto con il pubblico, che si riduce a quello mediato dai social network. Come stai vivendo questo aspetto?
Io in questi giorni sarei dovuta essere in studio ad ultimare il disco che doveva uscire a maggio e quest’estate, come tanti altri, a suonare sui palchi dei festival estivi. Purtroppo non so quali di queste cose riusciremo a fare e chiaramente se non dovessi riuscire a suonare quest’estate sarebbe una mancanza che sentirei forte. Però i social network ci aiutano tanto, artisti e non. È divertente, e credo sia sano l’uso che ne stiamo facendo. Invito però tutte le persone che (giustamente) si stanno intrattenendo con le dirette suonate di noi musici in questi tempi, a sostenere la musica dal vivo quando tornerà. È davvero importante.
L’impossibilità di uscire di casa per alcune persone rappresenta una camicia di forza per la creatività, per altre invece è uno stimolo a trovare nuove vie di fuga e ideare iniziative coinvolgenti. Tu a quale categoria ti senti di appartenere?
Io appartengo alla categoria di quelli che amano stare a casa e che già durante l’anno se non sono in tour o in studio sono spesso a lavorare da casa. A passare le giornate come le sto passando in questi giorni. La mia creatività ha bisogno anche di tranquillità e di silenzio per farsi spazio. Mi dispiace per quelli che se la stanno vivendo male questa cosa di stare a casa, ma penso ai medici, agli infermieri...a tutte le persone in prima linea. Lo sforzo che è richiesto a noi è davvero minimo. Salvo quei casi dove stare in casa è più pericoloso che fuori, ma lì si apre un altro capitolo.
Nel tuo nuovo album sentiremo anche influenze d’oltreoceano, come per esempio le atmosfere psichedeliche tipiche dei Tame Impala. Com’è stato lavorare con queste nuove sonorità?
Devo dire che mi sto divertendo un casino. Grazie e insieme a Riccardo Montanari, Giacomo Carlone (che stanno producendo il disco insieme a Antonio Cupertino) e Raffaele Scogna, ho potuto tirare fuori una vena psichedelica negli arrangiamenti dei pezzi che avevo desiderio di esprimere da un po’. Loro mi hanno capita subito ed è venuto tutto spontaneo, l’atteggiamento è stato quasi sempre da “buona la prima”. Mentre suonavamo saliva a tutti in contemporanea il sorrisone tipico di quando ti piace quello che stai facendo e il grosso era fatto.

Vecchia Novità è frutto dell’inaspettata e spontanea collaborazione con Giacomo Ferrara. Da questo nuovo progetto possiamo aspettarci altre collaborazioni?
Boh! Io credo molto nelle collaborazioni spontanee e nella condivisione della musica, ma non è detto che tutto debba essere pubblicato. Così com’è nata la collaborazione con Giacomo che poi ha visto la luce in un pezzo, è nata anche con tanti altri artisti, ho molte collaborazioni attive e tanti esperimenti nel mio computer, molte volte quando ci si trova tra musicisti e si lavora liberi escono però cose un po’ “fuori standard”.
In attesa del nuovo disco, c’è qualcosa che ti va di anticiparci?
Sì. Mi sento molto libera e ringrazio in primis il mio manager Francesco e la mia casa discografica, la Carosello Records, per permettermi questa libertà di espressione che non so dove ci porterà ma che è l’unico modo e motivo sensato per cui oggi credo valga la pena fare un progetto artistico. Grazie.
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