16 luglio 2025

5 album per conoscere Matteo Alieno: dai Radiohead a Giovanni Truppi

Si può ancora fare musica nel 2025 sbattendosene delle mode? Secondo Matteo Alieno sì, e il suo ultimo singolo Ansia lo dimostra alla grande. Una canzone dove si sentono spiccate influenze di Beatles e Beach Boys, mentre con le parole denuncia l'ossessione del mondo odierno di un sistema basato sulla performance e sui numeri.

Per l'occasione abbiamo chiesto a Matteo di parlarci dei suoi 5 album preferiti: proprio non potevano mancare i Beach Boys.

Matteo Alieno
Matteo Alieno | Credits: Benedetta Pionati

Lucio Dalla - Dalla (1980)

È il mio album preferito di sempre, a dir la verità credo mi abbia sempre ispirato, ha tutto quello che serve secondo me nella musica: testi magici e veri, armonie inaspettate e geniali e soprattutto un suono unico, solo questo disco al mondo ha questo suono!

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The Beach Boys - Pet Sounds (1966)

L’album in cui Brian Wilson ha finalmente potuto esprimere tutta la sua creatività, credo che armonicamente sia uno degli album più ricchi della storia, è un po’ un manuale di armonia e l’ho studiato moltissimo soprattutto ora che ho bisogno di scrivere musica che mi stupisca.

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Cameron Winter - Heavy Metal (2024)

Appena Luca Caruso (il producer con cui sto lavorando) mi ha fatto ascoltare $0, traccia 9 del disco, ci sono rimasto. Era un po’ di tempo che non scoprivo un artista nuovo che mi riuscisse a catturare come Cameron Winter, che ha una comunicazione sbilenca: credo di essermi un po’ riconosciuto nelle sue storture umane.

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Giovanni Truppi - Poesia e civiltà (2019)

Giovanni è il mio artista italiano preferito in questo momento, credo abbia una lucidità e una tenerezza disarmante nel raccontare la realtà delle cose, mi aiuta a capire meglio la vita e cerco di rubare come un ladruncolo questa sua lucidità che non si sa come riesce a non diventare mai sicurezza.

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Radiohead - OK Computer (1997)

Questo disco mi ha parlato molto, spesso mi sento alienato nella società in cui vivo, come se le città fossero ormai diventate tutte “non luoghi”, Thom Yorke lo aveva previsto e ascoltare questo disco mi ha aiutato a capire meglio perché io mi sentissi così disorientato.

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