29 ottobre 2024

Gli Smile al Roma Summer Fest sono stati estasi pura

Si sapeva che sarebbe stato un concerto incredibile quello degli Smile al Roma Summer Fest, e così è stato: Thom Yorke, Jonny Greenwood e Tom Skinner dal vivo sono di un altro pianeta.

All'Auditorium Parco della Musica si respira il clima delle grandi occasioni (c'è pure Harry Styles nel pubblico) fin dall'apertura, affidata a James Holden. L'artista sale sul palco già accolto da una raffica di applausi, tutta per lui:  abbraccia tutta quella fetta di pubblico alla Tomorrow's Modern Boxes e Anima che riscuote ancora successo tra i fan presenti ieri alla Cavea di Roma (basta farsi un giro tra le maglie indossate). Per il DJ e producer britannico una scaletta di sei pezzi, molto lunghi, che accompagnano il pubblico per quaranta minuti buoni. L'unica traccia conosciuta è quella d'apertura, Blackpool Late Eighties tratta dall'album The Inheritors, che quest'anno compie undici anni. Per il resto, delle chicche inedite: a colpire particolarmente è Containes Multitudes - che ci ha fatto ufficialmente scaldare la birra nel bicchiere perché non riuscivamo a distogliere lo sguardo e la mente da quell'architettura sonora così particolare - e In The End You'll Know, un jingle riconoscibile e un'identità che ha lasciato non poco sorpresi.

The Smile (Thom Yorke) live @ Roma Summer Fest, Auditorium Parco della Musica - Cavea 23/06/2024 concerto
The Smile live @ Roma Summer Fest, Auditorium Parco della Musica - Cavea 23/06/2024 | Credits: Maria Laura Arturi

Tempo di cambiare attrezzatura (con Holden che saluta il pubblico portandosi via autonomamente la sua strumentazione, proprio come ad un concerto per pochi intimi) e gli Smile sono pronti per fare il loro ingresso. Sono passate da poco le 21:15 quando, con nonchalance, Thom, Jonny e Tom (con il turnista Robert Stillman nelle retrovie) fanno il loro ingresso sul palco di una Cavea tutta esaurita, da mesi. Thom Yorke è una figura iconica: si staglia sul palco, accoglie il pubblico italiano - ormai la sua seconda casa - e ringrazia fin dall'inizio per l'accoglienza. Jonny Greenwood appare concentrato: tra bassi suonati con l'arco da violoncello, chitarre e i più vasti sintetizzatori, più di metà del concerto ruota attorno a lui e poi Tom Skinner, i cui tempi dispari e in levare fanno già impazzire l'Auditorium al solo attacco di Wall of Eyes.

La scena si apre definitivamente con The Opposite: giri di basso potenti, pazzeschi, che lasciano lo spettatore da solo, di fronte ad un muro di suono clamoroso. Speech Bubbles e A Hairdryer si mostrano come fautrici di atmosfere sognanti che fanno calare definitivamente un velo di quasi perfezione stilistica sul live (e siamo soltanto al quinto brano).

Spazio anche a degli "inediti", già suonati dal vivo, ma mai registrati ufficialmente: Colours Fly, Instant Psalm, Don't Get Me Started. Proprio quest'ultima ha una composizione molto complessa, che merita un approfondimento a parte. Un Thom Yorke solo voce - peraltro impeccabile, anche dovuto ad un impianto dell'Auditorium ai massimi livelli - ci accompagna per il primo dei tre, ideali, blocchi del brano. Poi l'inserimento delle percussioni fa cambiare istantaneamente il mood della situazione e l'apertura definitiva arriva con la Les Paul SG targata Jonny Greenwood. Non vediamo l'ora di ascoltare la sua versione in studio.

The Smile live @ Roma Summer Fest, Auditorium Parco della Musica - Cavea 23/06/2024 concerto
The Smile live @ Roma Summer Fest, Auditorium Parco della Musica - Cavea 23/06/2024 | Credits: Maria Laura Arturi

Dopo questi momenti di sperimentazione, arrivano in sequenza Friend of a Friend - inaspettatamente una delle più belle nell'arrangiamento live, si percepisce a primo impatto il viaggio, la narrazione potente di questo brano - la carica di tre minuti con We Don't Know What Tomorrow Brings e in sequenza le due tracce speculari: Teleharmonic e Pana-vision. La prima permette di viaggiare con la mente dove più si preferisce, rimanendo in piedi a guardare il trio; Pana-vision è, invece, uno dei grandi classici, pur avendo soltanto due anni di vita. È dal boato con la quale viene accolta la sequenza di note al piano che si capisce che non è un brano come gli altri e gli Smile - con alle spalle dei tagli di luce led prima calmi e poi nevrotici - gli rendono giustizia.

Prima del bis, Under Our Pillows e You Will Never Work in Television Again - che fu il primo singolo rilasciato dal gruppo, a inizio 2022 - preparano alla poderosa Bending Hectic, probabilmente il brano migliore dell'intera setlist e che avevamo sentito praticamente in anteprima mondiale al Fabrique di Milano nel 2022 (trovate il live report con fotogallery qui). La chitarra distorta e incerta di Greenwood non permette all'ascoltatore di conoscere cosa può accadere neanche il secondo successivo: ci sarà un cambio di ritmo? Un ingresso del sassofono? Peraltro, plauso a Robert Stillman, il "quarto" Smile, capace di seguire in tournée quei tre mostri sacri. Bending Hectic è un brano che rasenta i limiti della perfezione, chiude il cerchio di un'atmosfera catartica con una pioggia di chitarre (ma è solo una, effettivamente) che lascia stupiti, senza parole, a tratti anche impotenti dinnanzi al muro sonoro erto dalla band.

The Smile live @ Roma Summer Fest, Auditorium Parco della Musica - Cavea 23/06/2024 concerto
The Smile live @ Roma Summer Fest, Auditorium Parco della Musica - Cavea 23/06/2024 | Credits: Maria Laura Arturi

Quando finisce, dopo otto minuti, si ha quella sensazione positiva di sazietà, ma gli Smile ritornano sul palco per un encore che prevede l'eclettico basso di The Smoke e Feeling Pulled Apart by Horses, direttamente dal 2009, traccia che originariamente era dei Radiohead.

Si chiude con l'inaspettata You Know Me!, un saluto calmo, pacato. Non serve per forza urlare forte nel finale, il concerto degli Smile è stato un percorso che abbiamo abbracciato nella sua interezza. Ci siamo lasciati trascinare dalla capacità melodica di Greenwood, dalla tecnica sopraffina di Skinner e dal genio di Yorke.
Per lasciarci cullare ancora, anche fin dopo il concerto, perché sono poche quelle band che, al mondo, possono guardare il tuo io più profondo e dirti: "Tranquillo, you know me, puoi fidarti".

 

Qui sotto trovate la fotogallery della nostra Maria Laura Arturi: